Comune di Reggio, movimenti e ‘misteri’: Marino capogruppo Pd, Versace dove va?

Le scelte del vicesindaco potrebbero avere un peso nella partita che si sta giocando per il futuro dell'amministrazione. 17 è il 'magic number' per i titoli di coda....

1721149567157061

Nell’ultima settimana di politica reggina, piuttosto calda, tre i movimenti di rilievo, seppur dal peso specifico differente. In rigoroso ordine cronologico: il consigliere comunale di opposizione Saverio Pazzano che per la prima volta ha concretamente aperto alle dimissioni, la nomina di Giuseppe Marino quale nuovo capogruppo del Pd e l’addio rumoroso del vicesindaco metropolitano Carmelo Versace ad Azione.

L’assemblea del gruppo La Strada, tenutasi domenica a Piazza Orange, ha dato concreto mandato a Pazzano di rimettere il mandato, considerato ai titoli di coda il percorso dell’amministrazione Falcomatà. Il tutto, ovviamente, se il “magic number” dei 17 consiglieri dimissionari dovesse essere raggiunto.

Quella delle dimissioni di gruppo, strumento per sciogliere l’amministrazione comunale, non sembra essere argomento all’ordine del giorno. Almeno, non ufficialmente. La settimana scorsa, secondo alcuni rumors, il vento iniziava a soffiare favorevolmente in quella direzione. La lettera aperta inviata dal consigliere Minicuci ha creato qualche malumore e rallentato notevolmente le operazioni, adesso stagnanti anche a causa del G7 che catalizza le attenzioni.

Leggi anche

Il centrodestra ieri è apparso spaccato nel corso dell’ultimo consiglio comunale, frammentato in almeno tre direzioni. Forza Italia ha deciso di non partecipare dall’inizio, la Lega ha abbandonato l’aula dopo l’intervento iniziale del già candidato a sindaco Minicuci, Fratelli d’Italia con Demetrio Marino è rimasto all’interno dell’aula, assieme a Saverio Anghelone, Massimo Ripepi e Guido Rulli. Saltata anche una riunione di coalizione in un primo momento organizzata per la serata di ieri: chiari segnali  che affermano come non ci sia, almeno al momento, unità di intenti sul da farsi.

Tempo di meditare sulla prossime scelte per il centrodestra, con la volontà di non commettere errori e soprattutto spostare l’inerzia a proprio favore, nonostante il muro granitico eretto ieri in consiglio comunale dal centrosinistra: “No” secco alle dimissioni e nessuna paura di una possibile commissione d’accesso. Il verbo tramandato dal sindaco Falcomatà nel corso dell’ultima riunione di maggioranza ha attecchito, da capire se resisterà alle intemperie e alle…insidie del tempo.

Leggi anche

In attesa dei prossimi sviluppi, modifiche ed assestamenti a Palazzo San Giorgio. Nelle ultime ore si sono registrate due novità all’interno della maggioranza: l’addio di Carmelo Versace ad azione e la nomina di Giuseppe Marino quale nuovo capogruppo del Partito Democratico.

In una lunga lettera indirizzata al segretario nazionale Carlo Calenda, Versace ha spiegato le motivazioni che lo hanno portato all’abbandono del percorso politico intrapreso dal consigliere comunale e metropolitano, nonchè Vice Sindaco della Metro City.

“
Si era partiti con l’idea pragmatica, quella del “fare”, cercando di costruire una nuova classe di amministratori ed in questo ci siamo sentiti parte attiva, abbiamo lavorato per poi sentire il peso dell’abbandono verso chi intensamente aveva creduto nel progetto”, le parole di Versace.

Il vicesindaco metropolitano ha proseguito nella sua critica, evidenziando come il progetto ambizioso di Azione sia diventato “solo un contenitore utile a preservare qualche posto al sole ai prediletti Dirigenti Nazionali, mentre fuori da questo cerchio si rimaneva in attesa e nella speranza che da qualche parte si iniziasse a parlare di programmi, di fare delle cose che rendessero partecipi i territori.

Anche questa volta -si legge nella lettera- siamo stati invece traditi dal protagonismo, dal personalismo, dalla visione troppo nominalista, esclusivista e minimalista di quello che può definirsi utile cartello elettorale finalizzato a……….pochissimo”, l’amara conclusione di Versace.

Coincidenza o meno, l’addio di Versace ha visto una corrispondenza con i vertici nazionali di Azione. Infatti, nelle stesse ore Enrico Costa si è dimesso dal ruolo di vicesegretario di Azione. Il braccio destro di Carlo Calenda da tempo aveva manifestato disaccordo con la linea del partito.

La linea di Costa è quella di proseguire nel suo cammino a fianco di Luigi Marattin, di Italia Viva per porre le basi di un nuovo partito unico liberaldemocratico che sappia andare oltre le divisioni. I due lo hanno ribadito anche nell’incontro che si è tenuto a Cuneo poche settimane fa. Una linea che è anche diventata un appello con una petizione su change.org già sottoscritto da 7 mila persone.

Tornando alle dinamiche reggine, da capire invece quali saranno le scelte di Versace. Considerata la posizione baricentrica di Azione (al governo con la maggioranza di centrosinistra al comune e al governo con la maggioranza di centrodestra alla regione), non sono da escludere nuove avventure sia all’interno di una coalizione che dell’altra.

Non si tratta però di una differenza da poco, tutt’altro. Le scelte di Versace potrebbero infatti aver un peso e un ruolo determinante nella decisiva partita che si sta giocando in queste settimane (dietro le quinte) a Palazzo San Giorgio per il futuro dell’amministrazione Falcomatà.

Secondo quanto raccolto, entro le prossime 48 ore il vicesindaco metropolitano dialogherà con la propria area di riferimento per capire il da farsi. Un passaggio all’interno di un nuovo partito (di centrosinistra o di centrodestra) non dovrebbe essere imminente ma in quadro così variabile non sono da escludere sorprese.

Novità infine anche all’interno del Partito Democratico. Nei giorni scorsi il consigliere Giuseppe Sera aveva annunciato le dimissioni da capogruppo complice l’iscrizione nel registro degli indagati nell’inchiesta Ducale. A raccogliere le sue redini in quello che sembra essere un ruolo “maledetto” (prima di Sera infatti il capogruppo era Nino Castorina, che si era a sua volta autosospeso all’epoca della vicenda brogli) è il consigliere Giuseppe Marino.

Scelta quindi la soluzione più naturale, essendo Marino uno degli esponenti di maggiore esperienza all interno del Pd. In occasione dell ultimo consiglio comunale, marino si era soffermato sull’inchiesta Ducale, dicendosi certo dell’agire corretto dei colleghi inseriti nel registro degli indagati.

“Siamo nelle fasi iniziali dell’inchiesta, dove peraltro il Gip ha evidenziato che non esistono i presupposti per le misure cautelari. Stiamo assistendo in modo incredibile ad un revisionismo storico, equiparando sentenze di condanne definitive per le quali qualcuno ha pagato, con sentenze di assoluzione.

Noi non temiamo la commissione d’accesso, avrà le porte aperte. Se dovesse arrivare, sono certo che non uscirà nulla. Questa indagine, paradossalmente, ha unito ancora di più la maggioranza e disunito il centrodestra, che oggi non esiste più. Le dimissioni, se c’è dignità politica, vanno formalizzate e non annunciate. Le contestazioni a carico degli indagati però riconosco che sono gravi”, ha affermato Marino nel corso dell’ultima seduta all interno dell’Aula Battaglia.

Leggi anche