Comunali Reggio, l’orgoglio azzurro traina la coalizione e Minicuci: ‘Reggio è una città di destra’- FOTO
Maria Stella Gelmini benedice la corsa del candidato sindaco. Cannizzaro show. Occhiuto sferza la Lega
15 Settembre 2020 - 09:17 | di Claudio Labate
Piazza Castello, ordinata e gremita in ossequio ai dispositivi di prevenzione anticovid, ha risposto presente al richiamo dell’orgoglio forzista. Sul palco, con Maria Stella Gelmini, la presidente della Regione Jole Santelli, e poi i parlamentari Roberto Occhiuto, Marco Siclari, Maria Tripodi e naturalmente Francesco Cannizzaro. Ma anche i consiglieri regionali Giovanni Arruzzolo, Domenico Giannetta e Raffaele Sainato.
Il tutto per dare sfoggio di una prova di forza, anche nei confronti degli alleati, che sembra voler mettere i puntini sulle “i” su chi traina la coalizione di centrodestra. Il candidato sindaco Antonino Minicuci, poi, sembra essere stato ormai adottato dagli azzurri e segnatamente da Cannizzaro, che non perde l’occasione di rubare la scena a tutti. Per lui applausi e affetto, e un intervento di quasi mezz’ora, tanto che in molti si sono chiesti se non fosse lui il vero candidato del centrodestra.
Maria Stella Gelmini, capogruppo dei deputati di Forza Italia, è l’ospite d’onore della serata dedicata alla presentazione della lista degli azzurri e avverte:
“Siamo alla vigilia di un appuntamento con la storia, che può e deve cambiare il futuro dei reggini ma anche del Mezzogiorno. Falcomatà è il passato, un passato che non deve ritornare, il passato di un’amministrazione che non è stata all’altezza. Nino Minicuci, invece, traghetterà Reggio Calabria verso un futuro di crescita”.
Un futuro costruito sulle promesse di un nuovo Waterfront, della consegna delle deleghe alla Città Metropolitana, di un acquario – il più grande del Mediterraneo – da far invidia a Genova, e di risorse per strade e viabilità.
D’altra parte il centrodestra di fronte al proprio popolo ostenta ottimismo. Vede la vittoria al primo turno. Proprio come successe a gennaio per la Regione:
“Sono venuta qui a gennaio – ha detto la Gelmini – è stata una battaglia difficile ma straordinaria, ma ce l’abbiamo fatta e la Calabria per la prima volta nella storia ha una governatrice donna. Ma quello che sta facendo la Santelli è il miglior biglietto da visita per Nino Minicuci, perché da quando è stata eletta si è imposta come un faro nella lotta all’immigrazione clandestina e nell’affermazione della sicurezza nella sua Regione. Non solo, si è fatta ammirare e rispettare anche per il piglio con il quale ha affrontato il pericolo del covid. Ecco, con questo biglietto da visita ci candidiamo a governare la città”.
La Gelmini ricorda i suoi trascorsi in quel di Reggio Calabria, dove, come ormai noto ha superato l’esame da avvocato nel 2002. Una città, la nostra, che – dice – le è rimasta nel cuore. Si dice anche per questo “scossa” dalle immagini che sono state proiettate prima dell’inizio dell’incontro elettorale e che mostrano le ferite di Reggio, racchiuse da Forza Italia in una serie di immagini che immortalano cumuli di immondizia, fogne a cielo aperto e rami spezzati di alberi secolari. La Gelmini rivendica la spinta di Forza Italia ai provvedimenti assunti dal Governo in tempo di Covid, condito da un giudizio tranciante sulla sinistra:
“Quello che poteva fare è sotto gli occhi di tutti. Non ci venissero a fare proposte, perché se avevano qualcosa da fare, hanno avuto tutto il tempo per farlo, peccato che questo tempo l’hanno buttato. Un tempo in cui la rinascita del Mezzogiorno e di Reggio non si è verificata, perché intanto – dice indicando l’esempio del governo – sono una maggioranza litigiosa sulle questioni fondamentali, e soprattutto perché non hanno la ricetta giusta per governare un pezzo importante dell’Italia in una stagione così difficile. Noi invece abbiamo un uomo come Nino Minicuci che si è fatto apprezzare e stimare dovunque abbia lavorato”.
La Gelmini sottolinea proprio la necessità, anche nella politica, di una classe dirigente preparata e competente: “Occorre avere la conoscenza dei problemi per poterli risolvere. Ma Minicuci, soprattutto, ha una qualità, sa come risanare i conti. Chi oggi si racconta come il nuovo, lascia 400 milioni di debito per aver speso male le risorse. E allora c’è bisogno di chi sappia ciò che si può fare e ciò che non si può fare”.
La Gelmini rimarca la volontà di Forza Italia di stare al fianco della città, anche in Parlamento, e rilancia con forza il sogno berlusconiano del Ponte sullo Stretto, coniugandolo con l’esempio del ponte di Genova.
“Avrai un presidente reggino a Catanzaro”
Dal canto suo la presidente Jole Santelli, tra ironia e amarezza, risponde a chi ha lanciato quelle che lei stessa definisce “chiacchiere” sul suo stato di salute. Poi scherza sul pressing estivo operato da Cannizzaro in previsione della campagna elettorale.
Poi definisce Giuseppe Falcomata un “poveraccio in cerca di visibilità: funziona così, c’è il presidente della Regione nuovo, io lo attacco e divento importante”. Strappa qualche risata e qualche applauso la Santelli che poi torna seria, e restituisce al mittente le accuse ricevute sull’emergenza rifiuti:
“Abbiamo passato un’estate difficile sui rifiuti, perché questo centrodestra ha detto basta alla speculazione sui rifiuti e all’emergenza continua. Avrei voluto ascoltare il sindaco Falcomatà che con l’orgoglio di un leone reggino se la prendesse con la Regione amministrata dal Pd e chiedesse conto del perché non arrivassero i soldi per Melicuccà. Dicevano che non potevano partire quei lavori e che si doveva sovralzare. Stranamente non ho firmato e i lavori sono ripartiti, perché quando si ha coraggio delle proprie azioni che sono volte al bene comune le soluzioni si trovano”.
Per questo la Santelli rivendica l’idea di “una Calabria dell’orgoglio, della dignità, con la schiena dritta, e mai più piagnona”.
Infine, la promessa a Minicuci:
“La Regione sarà vicina, vicinissima a Reggio Calabria. Io sono calabrese, sono nata a Cosenza, ma tu avrai sempre un presidente reggino a Catanzaro. Forza Italia sarà anche casa tua”.
Spazzeremo via Falcomatà e il Pd
L’apertura della serata, dopo le note dell’inno nazionale, è toccata al coordinatore provinciale degli azzurri, Francesco Cannizzaro. Il deputato reggino prova subito a toccare le corde sentimentali dei reggini, rammentando come Forza Italia ha scelto di spostare la sede del comizio da piazza Duomo a Piazza Castello per rispetto della Madonna della Consolazione. Un assist che si dà da solo per ironizzare sulle trascorse feste in quel del Castello Aragonese, per “gli amici degli amici di Falcomatà” e sulla questione Miramare, rispetto alla quale rivendica l’anima garantista di Forza Italia, contrapposta al giustizialismo della sinistra.
Da qui la critica all’opuscolo “Chi fici Falcomatà”, definito un concentrato di bugie. Ma Cannizzaro è un fiume in piena, ripercorre il periodo del lockdown definendo il primo cittadino “uno sceriffo col microfono nascosto nella giacca per dimostrare che lui nell’emergenza c’era, mentre i nostri giovani distribuivano gratuitamente le mascherine amaranto alla città”.
Rivendica quindi il salvataggio dell’Aeroporto, ricordando l’impegno di Forza Italia ai tempi del governatore Oliverio, e punta l’indice sul flop della Diga del Menta, la “disattenzione” verso i disabili:
“Falcomatà soffre della sindrome di Calimero. Lui è una vittima dei complotti, del sistema, della politica, è una vittima di coloro i quali governano i processi. Lui sostiene che se la città è piena di spazzatura la colpa è della Santelli, ma non si è opposto mai ad Oliverio”.
Poi sferza il primo cittadino, quando dice che Zingaretti nella sua visita cittadina lo ha enfaticamente definito un leone:
“Dove eri, in questi 6 anni, quando c’era da salvare l’Hospice. Non lo abbiamo fatto definitivamente in 40 giorni. A me più che un leone pare un gatto persiano. Se leone sei stato in questi sei anni perché abbiamo perso l’Agenzia dei beni confiscati, e l’Agenzia delle dogane? Se c’è qualcuno con cui te la devi prendere sei te stesso guardandoti allo specchio, e mentre sei in giro con i tuoi amici a cui hai dato posti di rilievo anche in città metropolitana, e poi ti hanno abbandonato, c’è un candidato sindaco che si commuove perché è una persona perbene e sensibile”.
Quando parla di Nino Minicuci, Cannizzaro usa parole di ammirazioni, lo definisce “un luminare, l’uomo del fare, concreto, l’uomo giusto al momento giusto”, sottolineando che lo stesso può contare “su una grande squadra” a sostegno. Infine, ribadendo che “Reggio è una città di destra”, la stoccata finale:
“Mentre c’è un buffone che piange, che sorride e che va a giocare in giro per la città c’è un uomo saggio che ha già compreso i problemi della città”.
Occhiuto sferza la Lega
Prima di Antonino Minicuci, ha preso la parola anche Roberto Occhiuto che tra una cosa e l’altra ha piazzato qualche colpo ben assestato agli “amici” della Lega.
“Ho sentito qualcuno dire che a Reggio c’è un candidato della Lega. Bè io quando sono arrivato ho visto Nino Minicuci con la mascherina amaranto, e lui ha capito che è più forte è più vigoroso del verde della Lega. E magari la Lega avesse la capacità di offrire al territorio e agli alleati candidati del valore di Nino… Calabresi che hanno dimostrato nel nord del Paese le loro qualità. Siamo orgogliosi che queste qualità vengano restituite alla Calabria. Falcomatà rappresenta il passato, lui rappresenta il futuro per la città più importante della regione”.
“Oggi fai parte di questa squadra che è riuscita a superare i personalismi e le incomprensioni perché questa è la differenza con la sinistra. Noi crediamo nel valore della coalizione e nella possibilità che unita possa costruire un futuro migliore per questo territorio”.
Vogliamo andare in discontinuità
Il candidato sindaco ha chiuso l’incontro con la promessa di andare in discontinuità rispetto al recente passato. A precedere il suo intervento un video che lo immortala mentre si emoziona parlando delle motivazioni che lo hanno spinto a rimettersi in gioco per la sua città.
Il suo imperativo, in una carrellata di impegni scanditi all’interno del programma, è il superamento dei criteri della spesa storica. Risanare, proteggere e programmare, il suo motto, non può prescindere da questo aspetto. Promette impegno totale ai suoi, e alla città garantisce “protezione” dagli attacchi interni ed esterni.
“Noi non vogliamo più di quello che ci tocca. Dateci quello e noi risolleveremo la città. Siamo una grande squadra, siamo liste vere e non farlocche e sono convinto che vinceremo al primo turno”.