Comunali Reggio, 5 candidati su 9 snobbano la questione rifiuti: confronto monco ad Ecolandia
Si presentano soltanto Foti, Putortì, Siclari e Tortorella. Gli altri delegano o addirittura disertano
10 Settembre 2020 - 08:21 | di Claudio Labate
“Sentimento e atteggiamento di riguardo, di stima e di deferenza, devota e spesso affettuosa, verso una o più persone”.
È la definizione della parola ‘rispetto’ sul vocabolario Treccani. Una parola che si usa spesso durante la giornata. Una parola che può assumere anche un connotato negativo se rapportato alla dimensione criminale.
Una parola che in campagna elettorale risuona spesso dai pulpiti di piazze e auditorium. Perché è quello che ogni singolo candidato sindaco chiede ai suoi avversari nei confronti dei cittadini, a cui non si deve mentire. Ma parlare. E spiegare. Perché in fondo ormai lo sappiamo tutti: il reggino vuole essere parlato.
E fino all’altro ieri proprio in una piazza simbolo della città, questo concetto è risuonato forte e chiaro. Come un rimprovero. Neanche 24 ore dopo, però, è la cittadinanza a chiedere rispetto.
Il confronto tra candidati sul tema della gestione dei rifiuti, organizzato dalle associazioni Rifiuti Zero Reggio Calabria e Differenziamoci Differenziando, ha confermato quanto sia difficile in questa città mettere insieme tutti i candidati per un confronto democratico difronte ai cittadini. La prima volta – il confronto era organizzato dall’Istituto Superiore di formazione politica – erano in due ad essere assenti; ma in questa occasione gli assenti erano più dei presenti.
Hanno ritenuto importante e fondamentale esserci per la loro campagna elettorale Fabio Foti, Fabio Putortì, Pino Siclari e Maria Laura Tortorella. Hanno delegato ad altri il compito di parlare delle proprie politiche di gestione dei rifiuti, Klaus Davi, Giuseppe Falcomatà e Saverio Pazzano. Non hanno nemmeno delegato alcuno, Antonino Minicuci e Angela Marcianò.
“Che dici, mi si nota di più se vengo e sto in disparte o se non vengo proprio” si domandava Nanni Moretti in una celebre pellicola di fine anni settanta. Certo, i cittadini una idea se la saranno pure fatta perché, per carità, ognuno ha i suoi motivi, ma pensare di non essere “notati” con un atteggiamento simile è da ingenui. Costruire gran parte delle campagne elettorali di ognuno sull’emergenza rifiuti, per poi non cogliere l’occasione per spiegare ai cittadini la propria idea è da masochisti.
Gli stessi candidati presenti all’incontro non hanno nascosto la loro sorpresa mista ad amarezza per l’assenza degli antagonisti. Così come gli organizzatori che, però, hanno anche le loro responsabilità, rispetto ad una comunicazione non certo puntuale.
E non ce ne vogliano gli arguti e preparati delegati (Musarella per Davi; Sorgonà per Falcomatà e Guerrieri per Pazzano) che hanno argomentato la questione tra tecnicismi, aneddoti e direzioni da seguire, ma loro non sono i candidati a sindaco. Che, invece, oltre all’aspetto tecnico, devono offrire anche una visione politica sulla delicata questione a cittadini esasperati e stremati da una crisi che non conosce stagione e colore.
Il Confronto
La serata è stata strutturata ponendo ai candidati tre quesiti (venuti fuori dal confronto con diverse associazioni ambietaliste) e uno, iniziale, e di portata generale, riguardante le strategie inserite nel programma elettorale.
L’ordine seguito è stato quello alfabetico e il rischio, per fortuna scampato, è stato quello di dare addosso tutti al sistema vigente, senza dire granchè. Per alcuni è stato così, altri hanno cercato di dare una rappresentazione comprensibile di quello che vorrebbero fare.
Fabio Foti, candidato del Movimento 5 stelle ha ribadito la volontà di perseguire la strategia dei Rifiuti zero, amianto zero e consumo di suolo zero, supportato dal 100% di europrogettazione. Il pentastellato rispetto all’idea “Rifiuti zero”, parte dall’idea che “il miglior rifiuto è quello che non si produce”, puntando forte su prevenzione e riduzione dello stesso. Per quelli che si producono si prevede di farlo assorbire dalla filiera integrata dell’economia circolare locale (riutilizzo, riciclo, riuso, riparazione) mentre il restante sarebbe conferito nell’ecodistretto di Sambatello. Le attività di prevenzione si baserebbero sull’incentivazione a premialità fiscale del sistema di compostaggio domestico per lo smaltimento della frazione organica; ma anche con la creazione di centri di compostaggio di comunità e industriali. L’abbattimento dei costi economici del trasporto è invece legato al conferimento dei cittadini in isole ecologiche intelligenti di quartiere con applicazione del sistema premiante di pesatura elettronica. Elementi premianti che potrebbero portare ad una particolare scontistica sulla Tari.
Fabio Putortì ha parlato di un piano di gestione integrata dei rifiuti lo ha elaborato e lo ha anche depositato al Comune nel 2016. Per lui è un Piano in grado di abbattere l’emergenza ambientale e la pressione tributaria. Il Piano, ha raccontato Putortì, è stato discusso anche in Commissione consiliare e si fonda su tre punti principali. Il primo è quello di discernere l’incapace rituale dall’evasore seriale attraverso l’applicazione di tabelle progressive sulla base Isee. Quindi ognuno può pagare in base al proprio reddito. C’è poi l’intenzione di inserire i sistemi di pesatura elettronica sul ‘porta a porta’, sulle isole ecologiche circoscrizionali e su cassonetti centralizzati automatizzati. Con il sistema di pesatura elettronica – perché il cittadino può conferire in base all’orografia del territorio nel modo più confacente alle proprie esigenze – l’equivalente del materiale conferito va immesso sul mercato e il prezzo va ad abbattere la tariffa. Vi è poi il “riutilizzo spinto”, e quindi costituire delle filiere produttive o dei consorzi in loco senza esportare il rifiuto e quindi senza avere dei costi a carico, e quindi avere guadagni e avere nuovi posti di lavoro.
Pino Siclari ha sottolineato come la questione rifiuti sia un problema generalizzato in Italia e soprattutto al meridione. L’indice è comunque puntato sulla privatizzazione del servizio che si è rivelata già in passato un’esperienza negativa. Per l’esponente del Partito comunista dei lavoratori quello che è mancato sono state la programmazione e la progettazione. Per Siclari bisogna insomma ripartire da zero, portando il settore sotto la gestione pubblica. L’altro problema però è l’elevata percentuale di evasione, riscontrabile sul territorio comunale. Per il candidato c’è evasione ed evasione ma, soprattutto, nei quartieri più degradati con la gente più povera, una evasione di necessità. “C’è gente che non può pagare tariffe comunali che sono le più alte d’Italia, a fronte dei servizi peggiori d’Italia”. Poi, altro elemento su cui ha insistito molto, occorre da parte della popolazione un’educazione ambientale di base che fino ad oggi è mancata.
Per Maria Laura Tortorella, sul tema rifiuti nessuno può e deve perseguire il profitto. Favorevole all’internalizzazione del servizio o al ritorno delle società in house, ha dichiarato che l’obiettivo è rifiuti zero, da raggiungere attraverso il corretto funzionamento della filiera dell’economia circolare. Bisogna per la candidata programmare, cercando di ridurre al massimo il rifiuto ma anche sperimentare una raccolta differenziata, ben fatta (65-70%), e che cerchi di produrre anche dei benefici dalla vendita di quei prodotti che possono essere destinati alla vendita. Pur considerando la discarica e il termovalorizzatore l’ultima spiaggia, Tortorella va all’aspetto pratico sostenendo che i rifiuti per strada ne impongono il ricorso almeno fin quando non finisce l’emergenza. Invoca massima collaborazione tra Enti e cittadini che vanno coinvolti attivamente. Rispetto all’evasione Tortorella ipotizza l’incrocio di banche dati per stanare chi non paga; andrebbe poi costruito un meccanismo premiante che possa incentivare tutti, e all’interno della filiera possono essere create delle occasioni per il riuso, per il riciclo che, puntando alla qualità del rifiuto, può creare anche occasioni di lavoro.