Comunali 2020, Falcomatà chiude con l’attacco frontale alla Lega: ‘Reggio pedina per l’autonomia differenziata’
Il sindaco uscente a Piazza Duomo parla anche di rifiuti: ‘Discariche chiuse: c’è spazzatura negli uffici di chi governa”
19 Settembre 2020 - 00:09 | di Claudio Labate
“Sono passati sei lunghi anni di amministrazione. Oggi sono stanco. Se la prima volta ero solo candidato, in questa seconda volta sono sindaco e candidato. Essere sindaco è l’esperienza umana più bella che ad una persona possa capitare nella sua vita. Anche stamattina abbiamo fatto Giunta e approvato tante delibere, e ieri abbiamo realizzato un sogno con l’accensione delle luci sul Parco lineare sud. Un sogno che si è realizzato, la chiusura di un cerchio, il completamento di un ciclo. La realizzazione dei sogni dell’unico riferimento politico amministrativo possibile nella nostra città: Si è realizzata una delle opere di quella che fu la Primavera di Reggio che fu di Italo Falcomatà”.
Apre così Giuseppe Falcomatà, con un intreccio di sentimenti, la chiusura della propria campagna elettorale a piazza Duomo. Anche qui, oltre ai rappresentanti delle 11 liste che lo sostengono, tanta gente che, mentre sul maxischermo girano le immagini del tour elettorale del primo cittadino uscente, agita un cartello con su scritto “Falcomatà sindaco”.
Il sindaco rimprovera i suoi antagonisti di aver saputo solo denunciare ma non di aver proposto soluzioni ai problemi:
“Amministrare è qualcosa di alto, non un semplice susseguirsi di atti burocratici, ma significa governare, scegliere nella consapevolezza di non poter accontentare tutti. Perché le campagne elettorali finiscono e si devono dare risposte. Noi abbiamo fatto tanti errori, l’esperienza si fa sul campo, ma governare significa soprattutto raccontare e dire sempre la verità”.
Poi Falcomatà torna sull’eterna questione rifiuti:
“Vi do una notizia: le discariche sono chiuse nuovamente. Ma è un caso, che si è concretizzato in questi giorni. E allora se volevano farci arrivare al voto con la spazzatura sotto casa forse ci stanno riuscendo. Ma vi dico una cosa, c’è una spazzatura più importante di quella per strada, che è quella che sta negli uffici di chi governa, e noi quella spazzatura l’abbiamo scacciata. Noi comunque abbiamo continuato a lavorare per trovare soluzioni definitive ai problemi, non gettando fumo negli occhi, non soluzioni provvisorie, come quelle che avete sicuramente ascoltato in questa campagna elettorale. Le avete anche voi per primi raccontate ai reggini che giustamente non conoscendo le situazioni si sono lamentati della situazione rifiuti in città, non sapendo che il Comune ha il compito della raccolta dei rifiuti la Regione della gestione delle discariche: è del tutto evidente che noi non abbiamo dove portare la spazzatura”.
Quindi elenca i 5 punti per uscire dall’emergenza: il riavvio della discarica di Melicuccà i cui lavori si completeranno ad ottobre, il passaggio al gestore pubblico, il passaggio al sistema misto della raccolta, l’intensificare del recupero dell’evasione tributaria che nel 2019 ha prodotto 14 milioni di euro, e infine il baratto amministrativo per chi non è nelle condizioni di pagare le tasse.
Accusa quindi il centrodestra di mettere in scena delle “convention” con tanto di tappeto blu, proiettando video che conterrebbero foto della spazzatura di una Reggio datata 2010, 2011 e 2012, senza però offrire soluzioni:
“Se non puoi convincerli – dice – confondili”.
Falcomatà ricorda quindi da dove si è partiti – “una città in coma, per fortuna reversibile” – ed esalta i risultati ottenuti dalla sua amministrazione, soprattutto in termini di credibilità.
Poi attacca frontalmente il centrodestra e la Lega:
“A loro della città non importa nulla. Oggi camminano a braccetto col padano. Dicevano faremo le barricate, dovranno passare sul nostro cadavere: o sono morti o sono con loro”.
Falcomatà accenna alla vicenda dei 49 milioni – “ci dicano dove sono finiti” – e punta l’indice contro il carroccio per una foto circolata sul web che metterebbe in risalto un errore nella parola Reggio. Poi aggiunge:
“Oggi ci sentiamo dire una cosa: ci prenderemo Reggio. No tu non ti prendi niente, nessuno si prende niente. Soprattutto chi per anni ci ha insultato e ci ha chiamato accattoni, parassiti, e ci ha definito il cancro di questa società, fino ad accorgersi che gli accattoni, i parassiti e i cancri votano fino ad accorgersi che gli accattoni parassiti e i cancri hanno lo stesso voto di quelli che invece per loro sono persone, e vedono Reggio come una semplice pedina all’interno di uno scacchiere nazionale sono quelle persone che vedono semplicemente la nostra città come un territorio dove piantare una bandierina perché la vera partita per loro non è Reggio, non è il futuro di Reggio, la vera partita è quella del regionalismo differenziato e quella dell’autonomia differenziata. In questa campagna elettorale non ho sentito nessuno dire mezza parola sulla posizione del regionalismo differenziato. Noi siamo contrari a questa misura che sarebbe la fine per ogni prospettiva di sviluppo”.
Cavalca quindi il tema della legalità, con i diversi protocolli siglati con le istituzioni, le vie intitolate alle vittime di mafia, e l’intitolazione del centro civico di Archi a Peppino Impastato:
“Laddove hanno bruciato noi abbiamo sempre ricostruito. La lotta alla ‘ndrangheta si fa stando accanto agli imprenditori colpiti”
Il tema del debito torna prepotentemente:
“Sentiamo dire: Falcomatà ha aumentato il debito. Guardate che un Comune in Piano di riequilibro non può aumentare un debito perché se anche spende un euro su settori e servizi non previsti la Corte dei conti dichiara il dissesto in un minuto. Noi l’indebitamento lo abbiamo ridotto. Non abbiamo fatto spalluce, ma abbiamo lavorato sodo”.
Il tutto per dire che la “credibilità ritrovata” ha fatto arrivare le risorse del Decreto agosto che cancella il Piano di riequilibrio e restituisce la capacità di spesa e di investimento alla città.
“abbiamo utilizzato al meglio le risorse disponibili, e le risorse disponibili erano quelle dei fondi comunitari. Oggi Reggio è la quarta città in Italia come capacità di rendicontazione della spesa comunitaria”.
Argomenta quindi di welfare, asili nido, assistenza domiciliare e trasporto per disabili. Continuando l’elenco dei “successi” dell’amministrazione ricordando il ponte di Paterriti e il primo mini autobus che raggiunge la frazione al di là del Valanidi. Un assist per ricordare anche come l’Atam oggi dispone del parco mezzi più giovane d’italia.
Falcomatà sottolinea quindi l’importanza del Piano urbano della mobilità sostenibile, dei parcheggi, del verde, del traffico, e soprattutto il Piano strutturale che si fonda su “consumo di suolo zero”.
Il lavoro, il merito, lo sblocco di concorsi storici e le sfide future completano un discorso durato una quarantina di minuti.