Anticonformismo, bizzarria, eccentricità: atto creativo o disturbo schizotipico di personalità?

L'approfondimento sulla salute mentale della dott.ssa Iannuzzo dell'istituto di Neuroscienze di Reggio Calabria


Se immaginiamo un continuum che spazia da stati immaginativi normali a stati quasi psicotici (deliri, allucinazioni), possiamo definire la schizotipia come un insieme di condizioni personologiche che conducono ad esperienze percettive insolite e distorsioni della realtà. La schizotipia indica la presenza di stravaganza e di eccentricità, senza però che si configuri un distacco totale dalla realtà, ed è descritta spesso come la caratteristica tipica del disturbo schizotipico della personalità.

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Il disturbo schizotipico di personalità

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Il disturbo schizotipico della personalità appartiene al cluster A dei disturbi della personalità (secondo il DSM) e si caratterizza per la presenza di tratti della personalità bizzarri ed eccentrici.

Qual è, infatti, l’identikit specifico del soggetto schizotipico?

  1. Idee di riferimento (interpretare come riferito a sé un commento o una osservazione che piuttosto è neutra).
  2. Convinzioni strane o pensiero magico che ne influenzano il comportamento (credere nel sesto senso, nella chiaroveggenza, nella telepatia).
  3. Pensiero e modo di parlare stravaganti (metafore continue, iperelaborazioni concettuali).
  4. Sospettosità (non fidarsi degli altri).
  5. Ansia sociale (si sentono diversi e non accattati e preferiscono vivere nel proprio mondo ricco di relazioni immaginarie e di fantasie).
  6. Comportamenti o aspetti strani, eccentrici.
  7. Nessun amico stretto.

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Il disturbo schizotipico della personalità rappresenta la “stranezza” per eccellenza.

La stravaganza di questi individui si riscontra ad esempio nel loro modo di vestire, di acconciarsi i capelli, e nella spiccata tendenza a non conoscere o seguire le convenzioni sociali. Sebbene qualche tratto di eccentricità possa essere presente nella popolazione generale, affinché si configuri un disturbo della personalità, è necessario che i tratti patologici siano presenti in modo pervasivo e rigido, causando all’individuo compromissione funzionale in ambito sociale, lavorativo o in altre aree importanti.

I soggetti schizotipici in effetti, con le loro stravaganze di pensiero, di percezione e di comunicazione, sono distaccati emotivamente e, sebbene consapevoli della loro diversità, sono a proprio agio con essa.

Sono spesso logorati dal timore che gli altri possano esercitare su di essi un qualche tipo di controllo per cui provano spesso sentimenti di diffidenza e di ostilità, con comportamenti passivo-aggressivi. Le loro convinzioni “magiche” di telepatia o di chiaroveggenza, li fanno sentire speciali anche se possono facilmente essere vittime di bullismo nell’età infantile-adolescenziale e di mobbing nell’età adulta. Hanno enormi difficoltà ad avere amicizie o legami sentimentali per cui tendono all’isolamento, esclusione o emarginazione sociale, manifestando disagio e forte ansia in contesti di gruppo extrafamigliari.

È comunque opportuno evidenziare che talvolta in alcuni contesti ambientali, tali condizioni schizotipiche possono diventare modelli di riferimento subculturale, venendo interpretate quali atti creativi, artistici o divergenti piuttosto che come patologie. Proprio questo ci fa comprendere come il contesto culturale e sociale in cui è inserito il paziente è di fondamentale importanza per la comprensione della patologia mentale.

Per quanto riguarda l’eziopatologia, numerosi studi indicano una correlazione genetica di questo disturbo con la schizofrenia, definendolo una variante attenuata di essa; non è un caso, infatti, che il disturbo schizotipico della personalità sia più frequente tra parenti di primo grado di soggetti affetti da schizofrenia. I tratti patologici stessi del disturbo schizotipico possono rappresentare l’anticamera della schizofrenia (disturbo schizotipico di personalità premorboso), o possono semplicemente persistere per tutta la vita sottoforma di modello pervasivo della personalità.

Nonostante la loro egosintonicità (che non li porterebbe mai a voler richiedere l’attenzione di uno specialista), gli schizotipici spesso arrivano all’osservazione dello psichiatra per l’insorgenza di comorbidità con altri disturbi mentali come un disturbo dell’umore, un disturbo d’ansia, uno o più episodi di tipo psicotico (definitiva rottura dell’esame di realtà con allucinazioni e deliri) o l’abuso di sostanze.
Per tale ragione tali individui vengono spesso trattati con farmaci antidepressivi o antipsicotici oltre che con interventi psicoterapici, che hanno lo scopo di garantire la acquisizione di competenze sociali e di gestione dell’ansia, insieme alle terapie occupazionali e al supporto sociale, utili nel caso di condizioni di emarginazione.