Clamoroso a Potenza: il presidente Caiata consegna il club

"La nostra vita è cambiata dopo la pandemia. abbiamo bussato a diverse porte..."


Detto, fatto. Il presidente del Potenza Salvatore Caiata lascia il club. E’ lui stesso a comunicarlo nel corso di una conferenza stampa odierna. Questi i passaggi riportati da tuttoC.com:
“Prima di tutto voglio fare un ringraziamento alla squadra, allo staff, a tutto quelli che hanno lavorato per lei e a chi l’ha sostenuta: tutti hanno fatto squadra, centrando un risultato importante del quale siamo orgogliosi. Con mezzi inferiori a quelli delle altre, ce la siamo giocata alla pari con grandi piazze. Ma abbiamo appena terminato l’incontro in Regione, e, con la morte nel cuore, dico che simbolicamente abbiamo consegnato la squadra al Presidente della Regione, alle 14:00 la daremo anche al sindaco, organo preposto in queste situazioni: finora eravamo autonomi, ma la nostra vita è cambiata dopo la pandemia, e le risposte economiche non sono più le stesse di prima.

Avevamo chiesto aiuto, data la gravità della situazione, ma l’aiuto è arrivato solo da 400 persone che hanno sottoscritto un abbonamento al buio, e che comunque allo stadio non verranno mai perché vivono fuori dalla Basilicata: hanno solo voluto mostrare vicinanza. Perché noi non abbiamo più i mezzi per fare un campionato di C, e non parlo del tipo di campionato, abbiamo dimostrato di esser competitivi con un budget ridotto: è che servono almeno 2 milioni per allestire una squadra, anche al minimo federale, e noi non possiamo metterli. L’unica soluzione è stata rimettere nelle mani delle istituzioni la società, nella speranza che trovino qualcuno disposto a portare avanti questo progetto: non è mancanza di volontà o entusiasmo, ma si deve essere persone serie che dicono le cose come stanno. In tre anni abbiamo sviluppato il nome e il brand Potenza, il passaggio di categoria sarebbe stato importante perché avrebbe aumentato la sostenibilità che non esiste in C, e che qui non ci hanno neppure fatto avere con le strutture, su questo sono polemico. A ogni modo sono fiducioso che il sindaco non voglia far sparire questa realtà, spero di prodighi al meglio perché non voglio credere che una città capoluogo di regione non trovi una forza economica diversa. Noi ci abbiamo provato a bussare a diverse porte, ma non abbiamo avuto neanche il piacere di una risposta negativa, solo il silenzio, e qualche responsabilità nell’azione di governo c’è: io non chiedere mai chissà cosa, ma qui si tratta di palesare e chiedere il sostegno di un progetto sociale.

Ma in Basilicata è nata un’arroganza del potere di chi in questa terra guadagna e ora si sente autorizzato a prendere senza dare nulla al territorio: è un atteggiamento miope che nel lungo termine porta all’estinzione. E sia chiaro, noi facciamo un passo indietro non perché non ci piace far la C, ma perché non abbiamo le risorse, la situazione debitoria è a zero: l’iscrizione è una cosa complicata, perché prevede la fideiussione. Non è tanto il pagare la somma, quando l’appunto lo stipulare una nuova clausola fideiussoria, quando noi ne abbiamo una già in essere fino a ottobre: magari potremmo anche fare la nostra parte, ma non oltre ottobre. Al nostro fianco non c’è mai stato nessuno, non posso nemmeno dire che siamo stati abbandonati. Nonostante, ripeto, si lasci una società sana, bella, in una piazza calda, e senza debiti: pagheremo in settimana anche le 8-9 buste paga di giugno che dobbiamo ancora saldare. La nostra colpa è non aver soldi, mi rammarico con me stesso, ma non potevo prevedere la situazione del Covid. La palla ora è nelle mani del Signore, ci auguriamo adesso ci possano essere notizie positive”.