CityNow a tu per tu con Pasquale Amato, da sempre promotore del Bergamotto di Reggio Calabria


di Eva Curatola – Docente universitario, ma allo stesso tempo uomo dal grande impegno sociale, instancabile e caparbio, racconta ai microfoni di Citynow la sua vita, costellata di battaglie a favore di un prodotto locale, che per noi è sinonimo di identità sociale: il Bergamotto.

“…s’era verificato un miracolo di natura: tra le distese di aranci, mandarini, limoni e cedri era nato – per un innesto casuale […] – un albero di qualità straordinarie appartenente alla famiglia degli agrumi, ma con le loro caratteristiche positive moltiplicate a dismisura.”

La sua campagna promozionale per il bergamotto comincia negli anni ’90, ma, come sempre accade, per le cose alle quali teniamo di più, la strada che porta al raggiungimento dell’obiettivo non è stata certamente in discesa.

Lo stesso Prof.Amato ci confida infatti di esser stato inizialmente una “voce nel deserto“. Nonostante il suo impegno a parlare di una risorsa cosi importante durante numerosi comizi, le sue idee non venivano ascoltate e di conseguenza comprese. In fondo però non c’è da sorprendersi, Galieo Galilei non venne forse definito eretico solo per aver affermato che la terra era tonda?

L’uomo è un animale sociale e la maggior parte delle volte non vede di buon occhio le novità. Fortunatamente Pasquale Amato non è un uomo che si scoraggia facilmente: “io non mi smonto mai, neanche davanti alle avversità, se una cosa non avviene subito è perchè non era il momento adatto. Non sono il tipo che si strappa i capelli o che si abbatte. Traggo ispirazione da personaggi con grande forza d’animo, come Umberto Zanotti Bianco.”

Viene quasi naturale domandarsi il perchè di questo impegno per il Bergamotto: “Mia madre mi rimproverava sempre per queste mie battaglie sul bergamotto, mi diceva: “ma non hai un terreno in cui piantare, non fai l’estrazione, non sei produttore di nulla, ma perchè non ti fai i fatti tuoi?” Io lo faccio perchè lo sento come un dovere civico verso la mia società. Ad insegnarmi questi valori è stato mio nonno. Se credi in qualcosa, anche se non hai nessun interesse particolare, portalo avanti se pensi che possa essere qualcosa di positivo.”

Pasquale Amato ha cominciato a studiare il Bergamotto ovviamente da storico, incontrando però non poche problematiche.

Innanzitutto le dicerie secondo cui il bergamotto non potesse essere utilizzato in campo gastronomico, quando invece il resto del mondo ha costruito parte della sua fortuna grazie a questo prodotto. Ne sono un esempio lampante:
– il twinings earl grey, thè aromatizzato al bergamotto;
– le caramelle Nancy, anche queste aromatizzate al bergamotto.

Entrambi questi prodotti sono conosciutissimi in tutto il mondo, ma al momento della loro produzione nessuno sapeva che l’ingrediente segreto, quello che hanno cercato in ogni modo di occultare, arrivando a definirlo “una spezia importata da una regione della lontana Cina”, era invece il frutto che cresce solamente nella fascia costiera reggina da Scilla a Monasterace.

Oltre che alla storia, il nostro docente, è da sempre molto interessato alla società e a come gli individui che ne fanno parte prendono le loro decisioni. E’ per questo che, da grande studioso, ha trovato il modo adatto per promuovere il Bergamotto quando ancora quasi nessuno conosceva la sue fantastiche proprietà.

Nasce cosi il Bergamotto Day Prize, una competizione che vedeva protagonista ovviamente il principe degli agrumi, nel settore gastronomico, nei suoi usi più disparati.

“Il primo anno chiunque altro si sarebbe smontato, in quanto i partecipanti potevano contarsi sulle dita di una mano. Anche se, quei pochi, possono essere ricordati come i pioneri nel settore del bergamotto, tra questi: Fortunato Marino inventore del primo sorbetto al bergamotto, Romeo del Kalura con il suo liquore al bergamotto e Vittorio Caminiti del Grand Hotel di Villa, con la sua torta al bergamotto.”

Ben presto però il Bergamotto Day Prize è diventato un appuntamento annuale imperdibile, fino ad arrivare ad avere ben 35 partecipanti durante la sua ultima edizione.

Una delle battaglie più importanti nella promozione del Bergamotto è stata però quella del riconoscimento per il marchio DOP. “La regione calabria ha deciso di chiedere all’UE il riconoscimento del marchio DOP “bergamotto di Calabria”, cosa assolutamente improponibile.”

Secondo la disposizione di legge europea, infatti, il nome del prodotto di cui si richiede il riconoscimento, deve essere legato al territorio di produzione. In base a questa disposizione il marchio doveva dunque essere “Bergamotto di Reggio Calabria“.

“Abbiamo tanti esempi come: il prosciutto San Daniele, il parmiggiano Reggiano, il grana Padano, la cipolla di Tropea, la ‘nduja di Spilinga.”

Fortunamente anche questa battaglia oggi è storia, in quanto il marchio è stato riconosciuto con la dicitura corretta.

Adesso, dopo numerose peripezie, l’obiettivo del Prof.Amato è quello di riportare il Principe degli Agrumi, non solo nella città dove è nato, ma nel suo “cuore“; la prima piantagione infatti sorgeva in rada di giunchi, l’attuale zona lido.

Tra la nomea delle cose negative, Amato cerca invece di dare rilevanza a qualcosa di positivo, per non dare più alla popolazione la possibilità di autoflagellarsi. Battersi per il bergamotto, non è una scelta casuale, ma una battaglia che riguarda la nostra identità di reggini.

Il Prof.Amato è autore anche di un libro sul Principe degli Agrumi: “Storia del bergamotto di Reggio Calabria“, e c’è chi, come un collega universitario, il Prof.Antonuccio, l’ha letto e afferma: “Non è un libro da leggere. E’ un libro da bere.
Qui la recensione: http://www.citynow.it/il-principe-degli-agrumi-il-bergamotto-e-il-suo-viaggio-raccontato-da-pasquale-amato/

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