Il Circolo Zavattini sulla vicenda Salvini – Lucano. “Massima solidarietà”


Riceviamo e pubblichiamo – Il 2 giugno Sacko Soumayla, ventinovenne del Mali, è stato assassinato a San Calogero all’interno dell’ex Fornace alla ricerca di lamiere per costruirsi un riparo di fortuna. Sacko, che viveva nella tendopoli di San Ferdinando, si trovava all’interno dell’edificio assieme ad altri suoi due compagni, fortunatamente salvi, ma anche loro mirati per essere “abbattuti”.

Forse sarà un caso, ma questa tragedia è avvenuta il giorno dopo l’insediamento di un Governo, alcuni componenti del quale hanno fatto credere che chiunque possa essere autorizzato ad usare armi e che le politiche di accoglienza siano ormai cosa del passato.

Le parole pronunciate dal neo Ministro dell’Interno verso il Sindaco di Riace Mimmo Lucano, che con le sue politiche di accoglienza ha fatto rinascere un paese abbandonato dai riacesi a causa della disoccupazione, sono armi di “distruzione di massa”.

Le case vuote di Riace sono state assegnate agli immigrati provenienti da Africa e Asia. Queste persone hanno fatto rinascere un paese destinato all’abbandono più totale, hanno risollevato l’economia, ringiovanito una zona dove vivevano ormai solo pochi anziani. Riace, oggi, è un paese vivo, dove la comunità locale vive grazie agli immigrati, e gli immigrati contribuiscono alla crescita del paese. Un modello che ha avuto riconoscimenti in tutto il mondo e anche dall’ONU.

Il Ministro Matteo Salvini ricorda che sono stati gli italiani a volere questo governo e le sue politiche restrittive e anti-immigrazione, ma è bene ricordare al neo Ministro che anche Mimmo Lucano dal 2004 è sindaco di Riace e anche lui è stato votato dai propri cittadini per tre mandati consecutivi.

Il Circolo del Cinema “Cesare Zavattini” di Reggio Calabria, intende dare massima solidarietà a Mimmo Lucano, riconoscendogli di avere costruito, sia pur con fatica, questo “miracolo” anche e soprattutto attraverso politiche culturali lungimiranti che hanno fatto crescere il senso di appartenenza e di accoglienza nella comunità locale e in tutti noi. E per questo non smetteremo mai di ringraziarlo.