Chiusura delle strutture private: l’Ordine dei Medici di Reggio Calabria lancia l’allarme


Le strutture private convenzionate con il sistema sanitario pubblico, in un contesto difficile come quello calabrese, fiaccato dal piano di rientro e dal blocco delle assunzioni durato anni, rappresentano un pilastro fondamentale nel mantenimento dei livelli essenziali di assistenza. Queste realtà sanitarie, infatti, sono tutt’altro che una palla al piede per il sistema sanitario nazionale, garantendo un supporto che si traduce in ricoveri, interventi chirurgici, esami diagnostici, visite e cure. Alla luce delle ultime vicende che riguardano la città, così come la provincia e la regione tutta, il Consiglio dell’Ordine dei Medici della Provincia di Reggio Calabria, al fine di tutelare il diritto alla salute dei cittadini, esprime la propria preoccupazione per la gravissima situazione che si verrebbe a creare con la chiusura annunciata di gran parte delle strutture private convenzionate.

L’Ordine dei Medici è ben consapevole del loro ruolo catartico per il buon andamento di tutto il comparto in quanto anello inscindibile della catena del sistema sanitario a tutti i livelli.

Presso le strutture private convenzionate della nostra provincia prestano ogni giorno servizio centinaia di medici ed altro personale che offre il suo contributo all’interno di un circuito sanitario, come quello calabrese, già in apnea per far fronte alle legittime richieste di assistenza di cittadini che rivendicano un diritto fondamentale e costituzionalmente garantito come quello ad essere curati. Le strutture private della nostra provincia, è bene ricordarlo, tutte convenzionate, operano, quindi, per gli utenti/pazienti, come delle vere e proprie strutture pubbliche in virtù delle suddette convenzioni. Riteniamo che, allo stato attuale, le strutture pubbliche, senza il sostegno di quelle private, non sarebbero in grado di far fronte alla domanda di salute della nostra regione. Il paziente si troverebbe costretto a tempi di attesa, quasi sempre incompatibili con la necessità delle cure.

La conseguenza più immediata vedrebbe i pazienti calabresi costretti a viaggi della speranza assolutamente evitabili e, per i pochi in grado di permetterselo, l’accesso a cure a pagamento. Al contempo, non possiamo sottacere il sempre maggiore ampliamento delle differenze assistenziali da regione a regione in uno Stato che dovrebbe avere il compito di garantire un diritto alla salute, in egual misura, da Nord a Sud.

Se il primo pensiero, lo rivolgiamo al cittadino, tuttavia, non possiamo non dimostrare la nostra vicinanza ai colleghi il cui posto di lavoro è concretamente a rischio; medici che, ogni giorno, da anni ormai, operano nelle strutture private convenzionate.

Ci auguriamo che coloro che saranno chiamati, da qui a breve, a prendere in mano le redini della sanità calabrese, quindi, si mettano una mano sulla coscienza ed affrontino con buon senso e saggezza una situazione che, in pochi giorni, potrebbe diventare una vera e propria bomba sociale ed un’emergenza sanitaria.

Reggio Calabria 23.12.18

Ordine dei Medici Chirurghi ed Odontoiatri della provincia di Reggio Calabria