Ponte sullo Stretto, Cgil: ‘Già spesi sul nulla 1,1 mld. Si fermi lo scempio e si affrontino i problemi del Mezzogiorno’
Cgil e associazioni contro il Ponte sullo Stretto: “Risorse sottratte al Fondo di coesione e sviluppo del Mezzogiorno”
15 Novembre 2024 - 18:20 | Comunicato
“Dal 1981 ad oggi sono stati spesi sul nulla più di un miliardo e cento milioni di euro, e appare tuttora un’incognita il costo finale dell’opera. Tra il 1981 e il 1997 sono stati spesi 135 miliardi di lire per vari studi di fattibilità iniziale. Nel 2013, il Governo Monti ha liquidato la società, con un costo di 342 milioni tra penali e indennizzi, ai quali si aggiungono altri 130 milioni spesi per ulteriori studi di fattibilità. Pende ancora in giudizio una richiesta di risarcimento da parte di Eurolink per 657 milioni di euro a causa del recesso considerato illegittimo, oltre ad altri contenziosi attivi. Dal 2005, le previsioni di spesa sono più che triplicate, attestandosi ad oggi a 14,6 miliardi di euro, dato puramente indicativo, perché la scelta di procedere per fasi costruttive non permette a nessuno di quantificare l’effettivo costo del Ponte. La cosa già chiara, però, è che con l’emendamento della Lega si sottraggono 7 miliardi di euro al Fondo di coesione e sviluppo di tutto il Mezzogiorno”.
Le dichiarazioni di Pino Gesmundo
Così il segretario confederale della Cgil, Pino Gesmundo, nel corso della conferenza stampa “NO al Ponte sullo Stretto”, promossa da Cgil, partiti e associazioni oggi a Roma.
Il dirigente sindacale ha ricordato che:
“l’INGV ha dovuto smentire il Governo, chiarendo che i due ricercatori hanno lavorato a titolo personale. Ma ammesso che non sia obbligatorio il parere dell’INGV, davvero l’Esecutivo intende procedere senza il parere della massima istituzione scientifica italiana sul tema? Bastano le banali previsioni del Ministro dei Trasporti?”
Rischi sismici e deroghe alla normativa
“Il CNR e l’ISPRA – ha aggiunto – poche settimane fa hanno confermato il loro grido d’allarme sul rischio di costruire un’opera su due faglie che continuano ad allontanarsi, mentre la Presidente Meloni continua nel suo tentativo di procedere in deroga alla norma che vieta l’edificabilità su faglie sismiche”.
Inoltre, il segretario confederale della Cgil ha sottolineato che “già oggi 3.000 imprese sono sottoposte a procedura di esproprio e 450 nuclei familiari sono costretti a lasciare le proprie abitazioni senza alcuna prospettiva per il loro futuro”.
Gli interventi prioritari per il Mezzogiorno
“Si fermi questo scempio e si affrontino i problemi reali del Mezzogiorno”.
In conclusione, Gesmundo ha indicato alcuni degli interventi necessari:
- “Si risolva definitivamente la nuova emergenza del dissesto idrogeologico e si migliori il sistema di approvvigionamento e distribuzione dell’acqua. Oggi, ad esempio, la Sicilia disperde 340 milioni di metri cubi di acqua l’anno a causa della vetustà del sistema di distribuzione e degli invasi, con i cittadini che, per assurdo, hanno un indicatore tariffario tra i più alti d’Italia.
- Si completi veramente l’alta velocità Salerno-Reggio Calabria.
- Si elettrifichi e si metta in sicurezza la ferrovia ionica.
- Si completino le infrastrutture autostradali e ferroviarie siciliane e calabresi, perché oggi, mentre si discute sul nulla, il tempo di percorrenza tra Palermo e Siracusa in treno è di circa 8 ore”.