“Cercando Itaca”: il docu-film che riporta Ulisse nel cuore dello Stretto
Il docu-film "Cercando Itaca", proiettato in prima nazionale a Reggio Calabria, intreccia mito, storia e paesaggio, riportando Ulisse attraverso lo Stretto di Messina
01 Aprile 2025 - 17:50 | Filippo Rosace

Cercando Itaca, il docu-film prodotto da Pega Production, è stato proiettato ieri sera a Reggio Calabria, scelta come città per la prima nazionale. Un evento significativo, che ha segnato l’inizio di un viaggio cinematografico che mescola mito, storia e paesaggio, con al centro l’area dello Stretto di Messina.
La scelta della location per la prima è certamente coerente con il contenuto del film, che mette in scena Ulisse non solo come figura mitologica, ma come simbolo di un viaggio senza fine attraverso tempo e spazio. Il film, infatti, sovverte il facile pronostico che avrebbe visto Ulisse approdare nelle sale cinematografiche laziali, decidendo invece di farlo passare prima dallo Stretto di Messina e successivamente nel Lazio, rimanendo fedele alla narrazione storica.
Questo approccio è una dichiarazione di intenti, che sfida le leggi di mercato e si rifà a concetti teorici come quelli trattati da Walter Benjamin in L’opera d’arte nell’epoca della sua riproducibilità tecnica, dove la riproduzione fuori dal suo contesto originale porta a una “desacralizzazione”.
A quanto sembra, il film non arriverà nel Lazio prima del 9 aprile, con la proiezione prevista al Cinema Adriano di Roma, una scelta che esprime il coraggio del progetto, il coraggio di seguire una visione lontana dai percorsi tracciati. Cercando Itaca si distingue anche per la sua innovativa struttura narrativa, che mescola fiction e non-fiction, e che sfida l’unità spazio-temporale.
Ulisse, catapultato ai giorni nostri, conduce lo spettatore in un viaggio parallelo in cui si alternano le ricerche del protagonista a quelle di biologi, storici dell’arte e letterati dei nostri giorni, tutti alla ricerca della loro propria Itaca. Questo molteplice sfasamento di piani narrativi obbliga lo spettatore a rimanere saldamente ancorato alla visione, senza rischiare di perdersi nel mare del tempo e dello spazio che il film crea.
Il coraggio di intraprendere un simile viaggio è anche evidenziato dalla qualità del lavoro artistico e tecnico. La fotografia è curatissima, così come l’audio, i costumi e il trucco, tutti carichi di un forte valore simbolico, che evocano un’atmosfera onirica e mistica. La scelta di Sergio Basso come regista e la partecipazione di attori come Giulia Petrungaro e Eugenio Mastrandrea aggiungono solidità e spessore all’opera.
La riflessione sulla moderna comunicazione visiva, dove l’immagine è predominante rispetto alla parola, è un tema che emerge con forza. In un’epoca in cui ogni giorno i giovani vedono milioni di immagini e leggono solo una frazione di quelle parole, il cinema ha la responsabilità di rinnovarsi e proporre qualcosa di nuovo. Cercando Itaca risponde a questa necessità, cercando di reinventare il linguaggio cinematografico.
Giuseppe Gambacorta, produttore esordiente, ha dimostrato coraggio nell’imbarcarsi in quest’avventura, che non è stata certo priva di difficoltà. Ma come diceva Alessandro Manzoni attraverso le parole di Don Abbondio, “il coraggio, uno, se non ce l’ha, mica se lo può dare”. Questo film, proprio per la sua natura innovativa, dimostra che il coraggio può essere dato, e che chi ce l’ha non può far altro che mostrarlo.
Il viaggio di Ulisse in Cercando Itaca è solo all’inizio. Le acque dello Stretto si sono dimostrate navigabili ieri sera, quando la sala, sorprendentemente piena per un lunedì lavorativo, ha accolto con entusiasmo il mito e la sua modernità. L’augurio è che questo viaggio cinematografico possa proseguire oltre le colonne d’Ercole, verso mete ancora da scoprire.
