Centocinque candeline e tre desideri: buon compleanno, Reggina

105 anni fa nasceva la storia amaranto. 105 anni fa nasceva la passione più potente esistita a Reggio Calabria


Comunque vada a finire, il 10 gennaio 2019, a Reggio Calabria, sarà ricordato come un giorno storico. Una data nella quale la Reggina, storico fiore all’occhiello della città, ha cambiato proprietari. Si saluta la famiglia Praticò che, con sacrificio, dedizioni ed un percorso non scevro da errori ed amore per questo club, ha ricondotto questa storia alla luce, quando le tenebre l’avevano ormai avvolta. 

Non è melodramma, non è in alcun modo una sciocca quanto evitabile sviolinata verso Mimmo o Giuseppe Praticò. Padre e figlio, figlio e padre, faranno parte della storia amaranto per sempre. Magari, come detto prima, non saranno ricordati come i più vincenti ma, probabilmente, come coloro che, fino all’ultimo minuto della propria esperienza, hanno lottato con tutte le proprie forze per il vessillo sportivo più importante di Reggio Calabria. A loro dovrebbe andare il grazie di tutti gli sportivi e gli amanti della Reggina, perché se ancora se ne parla, di certo, è anche e soprattutto merito loro.

Oggi, però, come 105 anni fa, si respira aria nuova. 105 anni fa alcuni pionieri portarono il calcio in una città ancora convalescente dopo la tragica notte del 1908 che spazzò via dallo Stretto vita e speranza. 105 anni dopo, a Reggio Calabria, la speranza – sebbene con doverose e rispettose proporzioni – l’ha riportata il dottor Luca Gallo. L’imprenditore di origine reggina ha rilevato il club, proprio alla vigilia del suo centocinquesimo compleanno, riaccendendo la fiammella dell’entusiasmo di una tifoseria rinsecchita ma certamente non appassita.

Dunque, nel giorno in cui la Reggina spegne 105 candeline, non possiamo esimerci dall’esprimere, per Lei, tre desideri. Che, poi, rispecchiano probabilmente quelli che, in cuor suo, ogni tifoso amaranto spera si realizzino.

Manca, infatti, da troppo tempo, una promozione sul campo, a prescindere dalla categoria: era il 2002 l’ultimo anno in cui in riva allo Stretto si scese per le strade, colorandole di bianco, di amaranto e di gioia. La città ne ha bisogno e, da oggi, può finalmente riprendere a sognarlo. Questo, fondamentalmente, sarebbe il primo, strettamente collegato al secondo: dopo anni di tribolazione e distacco, il più grande regalo che la Reggina possa ricevere sarebbe la sua gente. Mancata, salvo pochi coraggiosi ed encomiabili eccezioni, nell’ultimo periodo, ma finalmente pronta a tornare. Il terzo, infine, sarebbe quello di rivederla tornare a casa, al Sant’Agata ed in un Granillo presentabile, unendo le discordie di una città martoriata, come già accaduto in passato.