L’assessore, l’antennista e quella convenzione da firmare

Anche gli accreditamenti per la distribuzione all’ingrosso dei farmaci per uso umano possano essere organizzati a tavolino da un assessore regionale al personale

Domenico Tallini

Nel paradossale mondo del più sgangherato sistema sanitario d’Italia, può capitare anche che gli accreditamenti per la distribuzione all’ingrosso dei farmaci per uso umano, possano essere organizzati a tavolino da un assessore regionale al personale, da un avvocato fratello di un boss di prima grandezza e da un anonimo antennista di provincia, sdoppiato nel duplice ruolo di procacciatore di voti oltre che di affari. Una storia dai contorni surreali anche per la surreale realtà della sanità calabrese e che getta ulteriori ombre sulla gestione della salute pubblica in questo pezzetto d’Europa.

Quinta colonna

L’inchiesta che ha sancito l’arresto del presidente del consiglio regionale in carica Domenico Tallini parte da lontano, nel 2013, e incrocia i destini di una serie di personaggi in grado di modificare a proprio piacimento anche l’organico regionale, proprio grazie all’interessamento dell’allora assessore con delega al personale.

Inizia tutto nel 2013 quando è proprio Domenico Scozzafava, antennista e collettore di voti per il recordman di preferenze Tallini, a presentare all’amico assessore un progetto per la creazione di un consorzio del farmaco in grado di operare all’ingrosso. Un progetto che Tallini accoglie di buon grado tanto da occuparsene fin dagli albori dell’idea: prima – ricordano gli inquirenti – chiede al suo interlocutore «le stesse carte per cui hanno dato l’autorizzazione nel Lazio, perché potremmo trovarci davanti a funzionari che magari dicono no non sappiamo qual è la procedura» e poi si interessa personalmente per l’acquisizione, da parte del gruppo che fa capo alla cosca Grande Aracri, di un capannone nell’area industriale di Catanzaro da adibire a centro nevralgico del costituendo consorzio del farmaco. Sistemate le procedure preliminari, tocca trovare la strada giusta in Regione in modo che il progetto capiti nelle mani di un funzionario “adeguato” e anche in questo caso, scrive il Gip, a sistemare le cose ci pensa sempre il politico di Forza Italia con nostalgie da passato coloniale in Africa. Il gruppo di cui sarebbe portavoce Scozzafava (che a sua volta rappresenta, attraverso una serie di altri personaggi, il boss di Cutro Grande Aracri) si presenta in Regione per i primi approcci riguardo all’accreditamento e Tallini li smista verso la dirigente responsabile del dipartimento farmacie e parafarmacie. Ma le cose non vanno come ci si aspettava e, per sottolineare al malcapitato dirigente che si limita a fare il suo lavoro la vicinanza del gruppo all’allora assessore al personale, Scozzafava chiama Tallini direttamente dall’ufficio in cui è in corso la riunione, rammaricandosi con il potente interlocutore «di qualche problema che sta sorgendo ma che ora vediamo di sistemare».

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Spostare una montagna

Ma non è certo il comportamento poco conciliante di un funzionario regionale che può interrompere il progetto del costituendo consorzio del farmaco e, scrive ancora il Gip «l’intervento di Tallini spianerà ogni asperità che si presenta sul cammino amministrativo della costituzione del consorzio e farà addirittura “spostare una montagna”: vale a dire utilizzando il suo potere di assessore regionale al personale riorganizzerà il dipartimento interessato, facendo sì che una persona “gradita” potesse assumere l’atto autorizzativo». E così, al posto della dirigente «grassa, puntigliosa e antipatica», a stretto giro, arriva la nomina di Giacomino Brancati a dirigente del settore area Lea del dipartimento tutela della salute – politiche sanitarie. Nomina orchestrata, sottolineano gli investigatori, direttamente dall’allora assessore con delega al personale della Regione. Intanto il consorzio comincia a prendere forma e, come sottolinea Domenico Grande Aracri, intercettato dalle forze dell’ordine durante un summit nel crotonese «nonostante la mancanza delle previste autorizzazioni necessarie all’attività di commercio, già in questa fase preliminare erano state trovate grazie all’intervento “dell’assessore”». E così, tra summit di ‘ndrangheta dal sapore antico, riunioni d’affari sulla scia dei moderni mercati finanziari, e operazioni della distrettuale che rischiano di rovinare i piani del gruppo, il progetto si concretizza proprio così come era stato pensato, con l’autorizzazione della Regione al “Consorzio Farma Italia” ad esercitare l’attività di distribuzione all’ingrosso di medicinali per uso umano, firmata dai dirigenti che erano stati piazzati lì da Tallini, proprio per quello scopo.