Calabria, sit-in di protesta dei lavoratori Uneba: ‘Pronti a bloccare tutto’
“Senza contratto e con una proposta di rinnovo umiliante" la nota con le parole di Fortunato Lo Papa, segretario Fisascat Cisl Calabria
13 Settembre 2024 - 09:28 | Comunicato
Fisascat Cisl Calabria, unitamente a Cisl Fp, Uiltucs, UilFpl e Fp Cgil Calabria, aderisce il 16 settembre allo sciopero nazionale dei lavoratori Uneba (Unione Nazionale Enti ed Iniziative di Assistenza Sociale) senza contratto da 4 anni. Il sit-in di protesta si terrà dalle 10 alle 12 nei giardini interni della Fondazione Betania in via Molise a Catanzaro.
Afferma il Segretario Generale Fisascat Cisl Calabria Fortunato Lo Papa:
“Dopo 17 mesi di trattativa, 29 mesi dalla presentazione della piattaforma e 53 dalla scadenza del contratto ci saremmo aspettati un rinnovo in linea con gli altri siglati nel settore socio sanitario ed assistenziale. Al contrario, Uneba ha proposto un acconto di 50 euro lordi (35 euro medi mensili sul livello 4S, dalle operatrici e operatori sociosanitari e dai coordinatori dei servizi ausiliari fino a educatrici e educatori con 24 mesi di anzianità), la riduzione dei Rol e il congelamento degli scatti, oltre al subordine degli aumenti al finanziamento pubblico”.
Aggiunge Lo Papa:
“Una proposta irricevibile e vergognosa! Lavoratori e lavoratrici impegnati con anziani autosufficienti e non, demenze, bambini e adulti disabili, malati in fase terminale, persone affette da gravi patologie o dipendenze, donne vittime di violenza e tanti altri tipi di fragilità, si trovano a dovere lavorare senza un contratto nazionale e senza un adeguamento dei salari che tenga conto degli aumenti inflazionistici. Parliamo di lavoratori che sostengono con il loro lavoro le famiglie e coloro che sono in difficoltà, lavoratori che si fanno carico di mansioni delicate e nevralgiche, tra le quali anche quelle educative”.
Conclude Lo Papa:
“Il lavoro va rispettato! Come Fisascat Cisl invitiamo i lavoratori ad essere presenti lunedì 16 settembre a Catanzaro per fare sentire la loro voce all’Uneba. Noi saremo lì per rappresentarli e chiedere il rinnovo del contratto con condizioni dignitose e decorose! E se questo non dovesse bastare siamo pronti a incrociare le braccia bloccando i servizi”.
L’adesione e il comunicato di Funzione Pubblica Cgil
I lavoratori e le lavoratrici sono senza contratto da quasi cinque anni e, nonostante le trattative avviate, la proposta fatta da Uneba al tavolo per il rinnovo del contratto nazionale è decisamente irricevibile. Si tratta di 50 euro lordi di incremento, cioè 35 euro medi mensili sul livello 4S (dalle operatrici e operatori sociosanitari e dai coordinatori dei servizi ausiliari fino a educatrici e educatori con 24 mesi di anzianità): un’offesa per gli oltre 135mila lavoratori e lavoratrici che operano quotidianamente nel settore socio sanitario assistenziale educativo privato, prendendosi cura di persone e, soprattutto, fragili.
La piattaforma unitaria è stata presentata dalle parti sindacali nazionali nel gennaio 2022, ma la trattativa è iniziata solo nel marzo 2023 e si è trascinata fino allo scorso giugno quando la proposta dell’Associazione Uneba è stata rigettata perché lontana dall’importo necessario a recuperare il potere d’acquisto delle lavoratrici e dei lavoratori, quando l’inflazione è a due cifre e le retribuzioni sono al di sotto di quelle degli altri contratti nazionali applicati nel settore.
Il lavoro va rispettato. L’incremento dei salari di solo il 3,58% in più, peraltro vincolando gli importi agli stanziamenti pubblici, è una vergogna! Uneba mette tutto nel conto, anche condizioni di lavoro ormai insopportabili a causa delle carenze di organico che costringono anche a numerosi rientri per coprire i turni, e così il tempo personale viene pure sempre più compresso. Le attuali retribuzioni non sono in grado di soddisfare le esigenze di una vita sempre più cara, oltre a non riconoscere dignità al settore di cura in un Paese longevo come il nostro.