Riaffiora l'enorme Castello di Palizzi, la storica dimora dei De Blasio sarà visitabile

La grande struttura antica è stata rimessa a nuovo grazie ad un intervento avviato dal Comune di Palizzi

Il castello di Palizzi riprende vita. E tra qualche mese rivedrà la luce.

Quello che per troppi anni è stato un bene storico dimenticato dalle istituzioni, tra i castelli più belli d’Italia, sarà presto visitabile.

La notizia arriva dal primo cittadino del piccolo comune della costa ionica reggina Umberto Felice Nocera che ai nostri microfoni afferma:

“Probabilmente a fine settembre verranno ultimati i lavori di restauro del castello. Siamo orgogliosi e soddisfatti per il lavoro che è stato fatto da questa amministrazione. Nella stagione autunnale verrà riaperto finalmente al pubblico. Il castello di Palizzi, oggi di proprietà del Comune, ha peculiarità uniche, sorge su una roccia e ha numerose stanze visitabili”.

Il 16 giugno dello scorso anno la Soprintendenza dei Beni culturali aveva consegnato alla ditta appaltatrice i lavori di recupero del Castello di Palizzi per 2 milioni di euro. Adesso, a distanza di oltre un anno, i lavori si stanno per concludere.

Il Castello si appresta così a diventare una delle attrattive principali del borgo di Palizzi. Un traguardo che l’amministrazione comunale ha raggiunto in pochissimi mesi di lavoro. Presto il piccolo borgo dunque avrà un castello che attirerà a sé migliaia di visitatori.

Il Castello di Palizzi: storia e origini

Il Castello di Palizzi si eleva su un mastodontico costone roccioso con pareti a picco, dominando l’abitato originario. Ha origini medievali, la prima edificazione della rocca risale al XIII secolo, ma è probabile che il maniero sia stato edificato dai Ruffo nel XIV secolo.

Lo stabile originario è stato rimaneggiato nel tempo fino ad essere trasformato in palazzo residenziale, nel 1860, dalla famiglia baronale dei De Blasio.

Dell’impianto antico rimangono le alte mura di cinta con i poderosi bastioni, le bocche da fuoco che seguono il ciglio del costone roccioso. La porta di ingresso, sovrastata da una caditoia, conserva ancora la ghiera d’arco di pietra e lo stemma con l’epigrafe di Francesco Colonna che nel 1580 restaurò il castello.

Nel 1943 Carlo de Blasio vi si rifugiò, quando Reggio venne bombardata dagli anglo-americani. Tra gli anni 1950-1960 Ferdinando, detto Nandino, utilizzò il castello nei mesi estivi con la moglie donna Noemi e i suoi figli. Don Nandino provvide a fare apportare dei piccoli restauri alla parte abitabile, che comunque risultarono insufficienti ad arrestare il progressivo deterioramento. Oggi, anche quella parte abitabile restaurata, è quasi senza più copertura. Da un certificato del Mastro d’atti di Palizzi, Saverio Grimaldi, risulta che nel 1751 il castello era cinto da mura con due torrioni. All’interno c’era una grande scala con una sola finestra, la cucina “con sua ciminera focolare”, una camera con soffitto di tavole rotto, “un’antecamera anche rustica insuffitata di tavole”, una serie di altre stanze, magazzini e cantine.

Il corpo più recente eretto dai De Blasio è in muratura portante. Il castello è stato dichiarato Monumento Nazionale dal Ministero dei Beni Culturali.

(fonte calabriagreca.it)