Castello Ducale, dove si respira il fascino della storia – FOTO

Castello Ducale di Corigliano Calabro, tra i più belli e meglio conservati d'Italia. Fortezza del XI secolo, l'origine è legata a Roberto il Guiscardo

castello ducale

Castello Ducale di Corigliano Calabro (provincia di Cosenza), tra i più belli e meglio conservati d’Italia. Fortezza risalente all’XI secolo, l’origine del castello di Corigliano Calabro è legata alla figura di Roberto il Guiscardo (Roberto d’Altavilla), il re normanno d’aspetto gigantesco.

IL BORGO DI CASTELLO DUCALE

Nelle loro campagne di conquista della Calabria e della Sicilia, i normanni nello spostarsi lungo la valle del fiume Crati, dovettero pensare di costruire un primitivo caposaldo, a difesa del borgo arroccato di Corigliano e a controllo della sottostante piana di Sibari. Malgrado i radicali lavori di ristrutturazione (compiuti a partire dal 1490) abbiano cancellato quasi del tutto le tracce di questo primitivo edificio fortificato, si può ritenere che la base dell’attuale Mastio risalga a questa epoca storica.

Con la dominazione aragonese della Calabria, che succede a quella angioina, Ferdinando I sottrae alla famiglia Sanseverino il feudo di Corigliano e il fortilizio annesso. Nel 1489, in seguito ad una visita del duca di Calabria che si lamenta dello stato della fortezza si duole che le sue guarnigioni non vi possano venire ospitate, Ferdinando I d’Aragona ordina che vengano compiuti interventi di ampliamento e di restauro, i quali si risolvono in un’autentica ricostruzione del preesistente edificio fortificato.

Nel 1506 il feudo di Corigliano e il Castello rientrano in possesso dei Sanseverino, che ristabilisce lì la sua residenza. Nel 1616 il feudo di Corigliano passa nelle mani dei Saluzzo di Genova. I nuovi proprietari, allo scopo di rendere il Castello più idoneo alla propria residenza, eseguono nel 1650 i primi interventi di adeguamento funzionale sulla struttura fortificata.

Nel 1720, in seguito alla decisione di risiedere stabilmente nel loro nuovo palazzo, i Saluzzo promuovono nuovi lavori di ristrutturazione del Castello. Nel 1806 il Castello subisce l’assedio e il saccheggio ad opera delle truppe francesi. In seguito a questi avvenimenti i Saluzzo si trasferiscono a Napoli e decidono di alienare il Castello e gli altri loro beni di Corigliano in favore di Giuseppe Compagna di Longobucco. Luigi Compagna, secondogenito di Giuseppe, nel 1870 apporta ulteriori modifiche. Con il trasferimento degli ultimi membri della famiglia Compagna a Napoli, si conclude il ciclo storico del Castello di Corigliano.

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Nel maggio del 1932 vi fece una breve visita Umberto di Savoia, insieme alla consorte Maria José, all’epoca anch’egli Principe di Napoli e futuro re d’Italia. Il 9 agosto 1971 l’On. Francesco Compagna vendette il Castello alla Mensa Arcivescovile di Rossano. L’11 marzo 1979, l’immobile passò dalla Mensa Arcivescovile al Comune di Corigliano Calabro, che lo acquistò dopo una lunga e laboriosa trattativa.

Il Comune di Corigliano, dal 1988 al 2002, su progetto finanziato dalla Comunità Europea, portò a compimento gli ultimi lavori di consolidamento e restauro finalizzati alla realizzazione del Museo Castello Ducale. Dal 2013 l’associazione culturale White Castle è il gestore del Museo Castello Ducale.

Oggi il Castello Ducale è aperto al pubblico

Al primo piano si trovano le antiche prigioni usate anche come dispense e per la raccolta dell’acqua piovana. Sul piano “ammezzato”, oltre il ponte levatoio si accede ad un corridoio con pareti dotate di feritoie, qui si trova la grande cucina ottocentesca in ghisa e l’antica Santabarbara. Il terzo piano è il Piano nobile, dove si trovava la Sala del Trono.

Le sale visitabili al piano nobile sono: la Sala da pranzo ricca di opere e di oggetti d’arte, in pieno stile ottocentesco con il grande lampadario in ferro battuto che illumina la grande tavola imbandita con posate e ceramiche d’epoca, il Salone degli specchi, caratterizzato sulle pareti da grandi specchi racchiusi in cornici di stucco dorato e coperti ai lati da sontuosi broccati a trama d’oro che scendono su eleganti divani imbottiti e ricoperti di raso e con al soffitto grandi lampadari di cristallo di Boemia. La Camera da letto del barone, invece, conserva un antico camino in legno di noce e altri arredi originali.

Oggi è utilizzata per la celebrazione di matrimoni civili. La Cappella di Sant’Agostino, infine, risale alla seconda metà del Seicento. Sopra l’altare marmoreo, nella parete di fondo, è collocato il trittico della Madonna delle Rose con ai lati Sant’Agostino e Sant’Antonio Abate (1872), opera del maestro Domenico Morelli, il più celebre ottocentista napoletano.

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