Caso Oliveto, c'è un basista dietro la rapina? Sale il sospetto di un 'burattinaio' locale

Chi altro era a conoscenza della rapina? Chi ha dato le informazioni ai rapinatori? Qualcuno ha fatto da tramite per pianificare il colpo?

Perchè tre malviventi partono da Catania per fare una rapina nel piccolo borgo di Oliveto, aldilà dello Stretto? Perchè non commettere un furto in Sicilia, in una grande città, in cui non mancano famiglie ricche e benestanti e percorrere invece decine di chilometri per rubare a casa di un umile macellaio reggino?

Non è più rischioso prendere la nave, attraversare lo Stretto di Messina e la città di Reggio fino a Oliveto per poi tornare verso Catania, peraltro con merce rubata a bordo? Non aumenta così, in modo esponenziale, il rischio di essere fermati? Di essere scoperti?

Se una banda di criminali organizza una trasferta così impegnativa vuol dire che si sta andando a delinquere a colpo sicuro. Significa che qualcuno, magari della zona, li ha già indirizzati e che c’è una persona, e magari vicina alla comunità di Oliveto, che conosce le abitudini dei residenti e che fa da tramite e da ‘organizzatore’.

Sono decine i residenti di Oliveto che nutrono questo sospetto. Un’ipotesi che cresce, giorno dopo giorno. Un sospetto che sale se si pensa alle diverse rapine messe a segno negli ultimi mesi, proprio in quella piccola frazione.

“Ci sarà una persona del luogo che indica gli scenari, indirizza e imbocca i malviventi. C’è sempre il burattinaio della situazione. Non ci interessa che arrestino i ladri – commenta ancora un residente di Oliveto – E’ importante che i ladri facciano il nome del basista. E’ da lì che dipende tutto”.

Così una signora ai nostri microfoni qualche giorno fa. Durante la fiaccolata di solidarietà di ieri sera, qualcun altro ha sollevato il dubbio di un possibile basista locale.

“Se qualcuno viene qui da così lontano un motivo ci sarà. Oliveto non è un paese ricco, è un paese di lavoratori, impiegati e funzionari. Nelle nostre case non ci sono grandi ricchezze”.

L’incursione dei malviventi in casa Putortì si è trasformata in un doppio dramma. Prima la morte del ladro, ferito e accoltellato dal macellaio reggino. Poi l’arresto di un padre di famiglia, in carcere da 10 giorni. E adesso si attende l’esito del Tribunale della della Libertà (martedì 11 giugno è fissata l’udienza).

Intanti, in attesa della decisione del Tribunale della Libertà, dopo il fermo dei rapinatori, gli inquirenti continuano ad indagare. C’è un quarto uomo che era a conoscenza della rapina? E se si, che ruolo aveva?

QUI IL VIDEO DELLA FIACCOLATA DI IERI A OLIVETO