Caso dossieraggio, Minicuci tra gli spiati. "Stupito e amareggiato. Ora mi spiego tante cose..."

Il già candidato a sindaco tra gli intercettati, assieme a Matteo Salvini. "Presenterò esposto alla Procura di Perugia. Connessione con il caso brogli?"

Caso dossieraggio, c’è un filo rosso che lega Reggio Calabria al resto d’Italia. La vicenda che vede numerosi esponenti politici (e non solo ma anche personaggi famosi di vari settori) intercettati  è certamente l’argomento più dibattuto a livello nazionale nelle ultime settimane.

L’inchiesta nasce dalla denuncia del ministro Guido Crosetto, presentata alla fine di ottobre 2022, dopo che il quotidiano Domani aveva pubblicato articoli con informazioni molto precise e dettagliate sui patrimoni attribuiti a lui e all’azienda di cui era titolare prima di ricevere l’incarico di governo.

Il caso nazionale

Attraverso la denuncia il ministro della Difesa chiedeva di verificare chi e come fosse stato in grado di raccogliere quelle informazioni “non a conoscenza di chiunque”, come ha dichiarato il procuratore di Perugia Raffaele Cantone.

Per ora la Procura di Perugia ha iscritto sedici persone nel registro degli indagati, tra i quali il tenente della Guardia di finanza Pasquale Striano e il Pm Antonio Laudati. Nei loro confronti si ipotizzano i reati di accesso abusivo a sistemi informatici, abuso d’ufficio e falso.  Per altri fatti Striano risponde di accesso abusivo e violazione di segreto in concorso con altri indagati, tra i quali alcuni suoi colleghi o conoscenti.

33.528, questo è il numero di file che Pasquale Striano avrebbe scaricato dalle banche dati della Direzione Nazionale Antimafia dal 2019 al 2022. Un dato rivelato nei giorni scorsi dal procuratore di Perugia Raffaele Cantone durante l’audizione in parlamento, mentre il totale potrebbe ammontare a circa 50 mila. Più di 4 mila sono invece le Segnalazioni di Operazioni Sospette (Sos) consultate dal luogotenente.

Dura la reazione della politica a partire dalla Premier Giorgia Meloni: “Il punto è che bisogna arrivare fino in fondo. Quello che sta emergendo è obiettivamente incredibile e vergognoso per uno stato di diritto”, le sue parole.

Per rimanere in casa Fratelli d’Italia, “Siamo arrivati ad un punto di non ritorno, è necessaria una commissione d’inchiesta parlamentare”, invece le parole del ministro Guido Crosetto.

Intanto il comandante generale della Guardia di Finanza, generale Andrea De Gennaro, sarà sentito venerdì 22 marzo, alle ore 10, in audizione in Commissione parlamentare Antimafia, presieduta da Chiara Colosimo. L’audizione rientra nell’approfondimento seguito all’inchiesta di Perugia e alle audizioni del procuratore nazionale Antimafia, Giovanni Melillo, e di quello di Perugia, Raffaele Cantone.

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Secondo quanto emerso sinora, tra i partiti maggiormente presi di mira ci sarebbe la Lega di Matteo Salvini.

“Carroccio pallino di Striano. In 38 nella rete dei dossier, passati dalle banche dati e diventati illegalmente oggetto delle esclusive dei giornali. Tra questi, il senatore Durigon, il governatore della Lombardia Fontana e il candidato a sindaco Antonino Minicuci”, si legge in sintesi nel giornale Il Tempo.

La reazione di Salvini

“Io ero lo spiato, non lo spione. Ringrazio il procuratore Melillo per le parole di verità e coraggio che ha detto in Commissione Antimafia: non è pensabile infatti che queste persone abbiano spiato centinaia di persone così per hobby. Non ci crede nessuno. Ci sono migliaia di documenti, sono stati spiati non solo politici, ma anche editori, imprenditori, calciatori, cantanti ecc.

Spiati nel privato. E’ una cosa che non ha uguali nella storia della Repubblica per gravità. Ringrazio i servitori dello Stato che ci aiuteranno a fare chiarezza. Emerge che la Lega è il partito più spiato e più infamato e questo mi inorgoglisce. Vuol dire che per un certo sistema marcio siamo i più scomodi”.

Questo il pensiero del ministro e vice premier Matteo Salvini, intervenendo alla presentazione del libro del ministro Valditara “La Scuola dei Talenti” alla Mondadori di piazza Cola di Rienzo a Rom

Ai microfoni di CityNow, Minicuci non nasconde il disappunto per aver scoperto di essere tra le persone spiate.

“Sono stupito e amareggiato per tutto quello che è successo e che stiamo leggendo. Non pensavo mai di vedere il mio nome tra i soggetti spiati, la mia candidatura evidentemente faceva paura a più di uno.

La giustizia faccia il proprio corso, io ho già incaricato un legale di rilievo nazionale di fare esposto alla procura di Perugia con richiesta di valutazione sulla possibilità di costituirmi parte civile. Chi ha sbagliato deve pagare, ho fiducia nella magistratura”, le parole di Minicuci.

Secondo alcune voci, Minicuci sarebbe stato messo nel mirino proprio nel periodo agosto-settembre 2020, mesi che lo videro impegnato nella campagna elettorale e dunque alle prese assieme al suo staff con numerosi incontri, eventi e conferenze stampa. Il già candidato a sindaco di Reggio Calabria torna sul caso brogli alle elezioni comunali del 2020, che lo hanno visto superato da Giuseppe Falcomatà al ballottaggio.

“Ovviamente non posso saperlo con certezza, ma non mi sorprenderei di scoprire un filo logico e una connessione con quello che sta emergendo in relazione al dossieraggio e i brogli elettorali alle elezioni comunali di Reggio Calabria.

Ricordo -evidenzia Minicuci- che ci sono diverse persone rinviate a giudizio con la Procura ha parlato chiaramente di voto alterato. La democrazia è stata già violata con i brogli, triste vicenda che ha visto casi di deceduti e persone allettate che magicamente si sono recati alle urne per votare. Adesso si scopre anche questo, con il sottoscritto che risulta tra gli spiati.

Evidentemente la sinistra aveva paura di vedere eletto a sindaco una persona trasparente e integerrima, che con grande determinazione e la lunga esperienza dal punto di vista amministrativo assieme a tutto il centrodestra voleva invertire la tendenza dell’ultimo decennio, che vede Reggio Calabria ridotta in macerie”.