Reggio: nell’estate che non c’è, salta anche il Pride. Calabrò: ‘Schiaffo dal Comune’

La rabbia degli attivisti che, ancora una volta, vedono sminuito il loro lavoro. La parata del 27 luglio non si farà


“L’ingiustizia in qualsiasi luogo è una minaccia alla giustizia ovunque” sono le parole di Martin Luther King Jr. che decenni fa difendeva i diritti delle persone di colore negli Stati Uniti, ma che oggi più che mai sembrano calzanti per la situazione creatasi a Reggio Calabria in riferimento all’organizzazione del Pride.

Un evento tanto atteso per celebrare il decimo anniversario, ora in bilico a causa di gravi problemi organizzativi con l’amministrazione comunale.

Un appuntamento ormai divenuto quasi tradizione, che rappresenta un faro di speranza e lotta per i diritti civili, rischia di essere cancellato, suscitando indignazione e tristezza tra gli attivisti e i sostenitori della comunità LGBTQ+.

Reggio Calabria:  cancellato il Pride del 10° anniversario

Michela Calabrò, presidente di Arcigay I Due Mari, ha espresso con forza la frustrazione e la delusione per la mancanza di collaborazione del Comune.

“Organizzare un Pride non è solo un evento, è una dichiarazione di diritti e dignità. Ogni dettaglio, dal piano di sicurezza alla comunicazione, richiede un impegno immenso. Da febbraio abbiamo cercato di coinvolgere l’amministrazione, inviando una prima PEC di sei pagine che spiegava l’importanza di questo evento e chiedeva il loro supporto attivo”.

Le risposte sono state tardive e inadeguate.

“A giugno, dopo numerose sollecitazioni, siamo stati finalmente convocati, ma l’obiettivo di una collaborazione trasversale per l’organizzazione del Pride era ormai compromesso. Abbiamo provveduto, comunque, ad illustrare il nostro percorso e abbiamo prontamente risposto alla richiesta di ulteriori dettagli”.

Il 20 giugno, poi, è stato pubblicato il bando Estate Reggina, al quale, nonostante il “ritardo” Arcigay ha deciso di partecipare.

“Questo non è il modo di costruire un palinsesto estivo che dovrebbe valorizzare il turismo e l’inclusione – ha affermato Calabrò. Il 4 luglio, meno di un mese prima dell’evento, è arrivata un’altra PEC che chiedeva di posticipare la manifestazione al 28 luglio, poiché l’Arena era già occupata il giorno precedente. Chi ha pensato e/o inviato la richiesta alla nostra attenzione non capisce cosa significhi organizzare un Pride. Noi, infatti, avevamo già bloccato ambulanze, personale sanitario, affittato carri e pagato B&B per gli ospiti fuorisede. Chiedere un posticipo è uno schiaffo in faccia agli attivisti e ai valori che il Pride rappresenta. Il Comune deve assumersi la responsabilità di questa gestione negligente”.

Anche Mirella Giuffrè di Agedo ha espresso la sua rabbia e determinazione.

“In occasione della riunione con il vicesindaco Brunetti – tenutasi il 14 giugno – ogni nostra proposta sembrava essere accolta con entusiasmo. Ora capiamo che siamo stati presi in giro. Questa PEC dimostra quanto poco l’amministrazione capisca l’importanza dei diritti civili. La città è pronta, ma l’amministrazione no. E noi non siamo disposti a piegarci a soluzioni che non rispettano il significato del Pride. Siamo pronti a scontrarci per rompere questo sistema di indifferenza”.

Alice Malavenda, portavoce del Pride, con il suo intervento nel corso della riunione indetta nella sede Samarcanda ha aggiunto un ulteriore tocco di determinazione e speranza:

“Noi oggi combattiamo affinché si possa, in futuro, celebrare un Pride nella nostra città che non sia di facciata. Questo mancato Pride segnerà la storia, se oggi riusciamo a mettere davanti la capacità di non piegarci e avere paura”.

Valentina Tripepi, portavoce del Pride delle ultime due edizioni, ha espresso un sentimento di sconforto e frustrazione:

“Non si capisce la gravità della situazione vissuta a Reggio Calabria, perché siamo abituati all’ingiustizia. È demotivante lavorare così. Se si medita sul cancellare il Pride è un fallimento per la città. Mi dispiace per chi è arrivato adesso. Creare questi eventi non dovrebbe essere svilente a livello umano. Un Pride può cambiare la vita”.

Il Pride avrebbe arricchito l’offerta estiva, attirando migliaia di persone in città ed al contempo avrebbe celebrato l’inclusività. La parata, infatti, è anche un atto di coraggio, un impegno verso un futuro di uguaglianza e rispetto. Senza un supporto adeguato da parte delle autorità, si è persa un’opportunità fondamentale per riaffermare questi valori. La comunità LGBTQ+ di Reggio Calabria – e non solo – merita più di una gestione approssimativa; merita il rispetto e l’attenzione che riflettono la vera essenza dei diritti civili.

È fondamentale ricordare che il diritto di manifestare è sancito dalla Costituzione italiana. Il Pride, quindi, non è solo un evento culturale o sociale, ma un diritto costituzionale che deve essere garantito e rispettato. Dagli attivisti è emersa anche la volontà di coinvolgere la segretaria nazionale del Partito Democratico, Elly Schlein.

A questo punto, avendo vissuto anche le prolematiche degli anni passati, viene da domandarsi se Reggio Calabria meriti una cosa così bella come il Pride. La risposta dovrebbe arrivare da ciascuna persona che crede nei valori di uguaglianza, amore e giustizia, ma in primis dalle stituzioni.

“Se l’amministrazione non è in grado di riconoscere e sostenere questo evento, si assuma la responsabilità di negare alla città un momento cruciale di crescita e inclusione”.