Dalla Calabria lo scialle più costoso al mondo in seta e oro 24 carati
L'accessorio di lusso, realizzato per una principessa indiana, ha un costo che si aggira attorno ai 20 mila euro
27 Settembre 2023 - 17:55 | di Redazione
L’azienda calabrese Vancali Tessiture Antiche ha realizzato lo scialle più costoso al mondo, che ha un costo che si aggira attorno ai 20 mila euro e per cui sono necessari circa tre mesi di lavoro.
Lo scialle, tessuto e rifinito interamente a mano, con filo di seta da gelso, filata a mano, e tinta naturalmente e filo d’oro a 24 carati, è stato realizzato per una Principessa indiana.
“Per noi – ha raccontato la CEO di Vancali Tessiture Antiche, Desirèe Zinna – è stato un grande onore e un’immensa gioia aver realizzato e personalizzato il nostro scialle per una Principessa indiana, di cui per privacy non ci è possibile dire il nome. Siamo fieri di poter esportare oltre i confini nazionali il patrimonio tessile del nostro paese, dimostrando che, finalmente, la nostra tradizione, specchio della massima creatività, possa aspirare all’universalità”.
Vancali è il primo laboratorio dell’arte della tessitura, che produce scialli e stole di lusso esclusivo in edizione limitata, in cui si concentra l’abilità di molti maestri tessitori nella celebrazione di questo antico rito conosciuto e tramandato solo a Tiriolo.
La maison crede nello studio e nel recupero della tradizione tessile del suo territorio, nel lavoro di artigiani, custodi di questo antico mestiere, per esaltare l’unicità e la particolarità del vancale.
Dopo l’approdo in via Montenapoleone a Milano, la consegna dello scialle, in seta da gelso e filo d’oro, alla Principessa, conferma, ancora una volta, l’esclusività, la qualità e il valore artistico di cui Vancali Tessiture Antiche è portavoce.
Tutti gli scialli e le stole di Vancali, realizzato con materiali nobile come seta e cashmere, sono pezzi unici, proprio perché realizzati e rifiniti interamente a mano.
Il prezioso scialle con fili d’oro 24 carati è acquistabile solo su ordinazione e, oggi, prevede una lista d’attesa di almeno sei mesi.