Brogli elettorali, il caos nelle sezioni 184 e 172 (con la regia di Castorina)

La delega illegittima, le tessere duplicate ed il caos delle nomine sostitutive. La storia delle sezioni nel mirino delle autorità


Tra le migliaia di documenti messi sotto sequestro dagli inquirenti, c’è una cartella celeste che viene considerata di grande interesse. Dentro questa cartelletta, ci sono le “deleghe del sindaco per la surrogazione del presidente di seggio assente o impedito”: 41 nomi per altrettanti seggi che il consigliere uscente Nino Castorina avrebbe nominato, firmando poi l’atto direttamente nello spazio riservato al sindaco.

Una procedura assolutamente irregolare e modificata solo quando un funzionario comunale, accortosi della stravaganza di quell’atto firmato da chi non ne aveva nessun titolo, aveva segnalato all’ufficio di Falcomatà l’esistenza del problema. E se a livello formale, le cose sembravano essersi risolte dopo la segnalazione del problema, nella sostanza nulla era cambiato dopo la revoca della delega illegittima, visto che l’ufficio del primo cittadino, si era limitato a ricopiare i nomi decisi da Castorina su una nuova lista, questa volta con in calce la firma dello stesso Falcomatà.

Leggi anche

CAOS ALLA 172

Quello della sostituzione dei presidenti di seggio nominati dalla corte d’Appello con nomi che potrebbero avere favorito il piano orchestrato da Castorina, è uno dei punti focali dell’indagine della Digos. A rappresentare l’importanza della scelta dei presidenti da parte del consigliere che poi risulterà il secondo tra gli eletti, c’è un episodio avvenuto nel cortile dell’istituto comprensivo di Archi e che riguarda anche l’altro arrestato di questa inchiesta, il presidente di seggio nominato ad hoc da Castorina, Carmelo Giustra. Secondo quanto riportato da diversi testimoni ascoltati nelle settimane passate dagli investigatori, Giustra si sarebbe presentato al seggio, con tanto di nomina in mano, in sostituzione del presidente nominato dalla corte d’Appello che aveva rinunciato.

Peccato però che il presidente “ufficiale” non avesse affatto presentato rinuncia, anzi. La donna si era infatti presentata al seggio rendendolo operativo già dalle 16 del giorno precedente alla prima giornata di voto, mandando di fatto all’aria i piani di Castorina e dello stesso Giustra. E infatti Giustra, scrive il Gip, fa di tutto per entrare in possesso del seggio già regolarmente assegnato mostrando ai delegati del comune presenti al seggio «con fare concitato», la nomina firmata da Castorina in un primo momento, e poi quella firmata dal sindaco. Uno stallo andato avanti per diverse ore e concluso solo quando Giustra viene “dirottato” a presiedere la sezione 184, nella medesima scuola di Archi. Un vero e proprio tira e molla che derivava, scrivono ancora i giudici «dalla contestuale disponibilità di un discreto numero di duplicati di tessere riferibili a soggetti votanti presso la stessa, di fatto poi rimasta avulsa dal meccanismo illecito ricavato dal censimento dei registri elettorali».

Leggi anche

A leggere i numeri del voto infatti, risulta che nella sezione 172 (quella dove Giustra, spalleggiato da Castorina, voleva insediarsi) dei 59 elettori che risultavano avere richiesto una tessera sostitutiva con delega al consigliere Pd, pochissimi si sono recati alle urne e nessuno è stato registrato per «conoscenza personale». Esattamente il contrario di quanto avvenuto nella 184 (dove Giustra era stato dirottato il giorno prima del voto) dove risultano 14 gli elettori registrati grazie alla conoscenza personale: tutti, ovviamente, muniti di tessera sostitutiva delegata a Nino Castorina.