Barillà e Ceravolo, reggini purosangue. Due figli del S.Agata in Serie A
09 Dicembre 2018 - 10:17 | di Vincenzo Comi
REGGIO CALABRIA 25 APR 2009. BARILLA' OF REGGINA CELEBRATES A GOAL DURING SERIE A 33TH ROUND MATCH PLAYED BETWEEN REGGINA AND JUVENTUS AT ORESTE GRANILLO STADIUM IN REGGIO CALABRIA. PHOTO MAURIZIO LAGANA'/GRAZIA NERI.
di Pasquale Romano – Il calcio perennemente in testa, la Calabria stampata sul cuore. Antonino Barillà e Fabio Ceravolo, reggini purosangue, sono due tra le decine di ‘figli del Sant’Agata’, appellativo dato a quei calciatori che, cresciuti nel vivaio della Reggina, sono arrivati ai vertici del calcio italiano. Barillà e Ceravolo nella passata stagione sono stati tra i protagonisti che hanno permesso al Parma di ritrovare la serie A e in questo campionato stanno ben figurando con la maglia dei ducali. Amici dentro e fuori dal campo, con lo stesso dna calcistico che scorre nelle vene calabresi, Antonino e Fabio si sono simpaticamente prestati ad una intervista doppia.
Il vostro quartiere (o paese) dove siete nati e cresciuti ?
Antonino: “Catona”.
Fabio: “Locri”
Qual è il ricordo più bello legato alla vostra infanzia in Calabria?
Antonino: “Le partite con gli amici dopo la scuola”
Fabio: “Giocare nei campetti di quartiere con gli amici. Con i palloni malandati (ride, ndr)…”.
Qual è la cosa di cui non potete fare a meno appena tornate nella vostra terra?
Antonino: “Andare a pranzo dai genitori e riassaporare le prelibatezze calabresi”.
Fabio: “Rimpatriata con gli amici di sempre”.
Il vostro ricordo amaranto più bello, da spettatoretifoso?
Antonino: “La prima partita vista allo stadio, Reggina-Juventus. Ho dovuto saltare i cancelli con mio padre per vedere il finale della partita (ride, ndr)…”.
Fabio: “Reggina-Empoli 2-0, al gol di Barreto viene giù la curva Sud. Io ero in panchina”.
Il vostro ricordo amaranto più bello da giocatore in campo?
Antonino: “Il primo goal in Serie A, al Granillo contro la Juventus. In porta un certo Buffon…”.
Fabio: “Anche per me il primo goal in serie A, era un Empoli-Reggina del gennaio 2008”.
Un pregio e un difetto di Fabio?
Antonino: “Pregio la sua creatività. Difetto…che è già brizzolato (ride, ndr)”.
Fabio: “Come pregi genuinità e umiltà. Il difetto il sorriso, con quel dente…”.
Cosa significa giocare in serie A oggi, assieme ad un altro figlio del S.Agata?
Antonino: “Avere un vero amico, una spalla su cui confidarsi”.
Fabio: “Parlare la stessa lingua sia in campo che fuori”.
In una parola, la Reggina è la Calabria sono?
Antonino: “Una seconda famiglia. Casa mia”.
Fabio: “Una famiglia. La mia terra”.
Quale il piatto di Parma che ‘ruberesti’ per portarlo in Calabria?
Antonino: “Senza dubbio i cappelletti”.
Fabio: “Tortelli alle erbette e prosciutto di langhirano”.
Nel tempo libero, quali sono le tue attività preferite?
Antonino: “Nel tempo libero mi concedo solo alla mia famiglia, preferisco dedicare a loro i miei spazi fuori dal campo”.
Fabio: “Dipingere su tela e documentarmi sull’interior design. Quando giocavo a Terni ho ripreso un talento che avevo sin da piccolo e l’ho fatto diventare un hobby. Dipingere mi rilassa, è un modo per esprimere quel che ho dentro. Nelle mie opere mi piace individuare un’icona in grado di evocare sensazioni forti anche in chi le vede. Ispirazioni? Andy Warhol e la pop art”.
Il giocatore preferito da bambino?
Antonino: “Simone Perrotta, amaranto poi diventato campione del mondo”.
Fabio: “Ronaldo…il fenomeno.”
Il giocatore più forte affrontato in campo?
Antonino: “Cristiano Ronaldo”.
Fabio: “Zlatan Ibrahimovic”.
Cosa consigliate ai giovani che vogliono seguire la vostra strada?
Antonino: “Impegno, dedizione ed umiltà”.
Fabio: “Non dare importanza ai social ma lavorare sodo per raggiungere il proprio obiettivo con massima serietà e poche parole”.
In particolare grazie a cosa pensi di essere arrivato così in alto?
Antonino: “Non mi sono mai posto limiti”.
Fabio: “Con determinazione e umiltà sono riuscito a coronare tutti i sogni che avevo da bambino”.
Resterai nel mondo del calcio o no?
Antonino: “Al momento guardo al presente, non ho obiettivi per il futuro tranne che giocare a calcio”.
Fabio: “Non mi vedo nel mondo del calcio. Ho tante passioni, a fine carriera valuterò quale tra tante sarà giusta per me”.
Cosa ne pensate dell’invasione di smartphone e dei social e che uso ne fate?
Antonino: “Il mondo cambia in fretta, noi cerchiamo di tenere il suo passo. Il mio uso dei social è legato essenzialmente alla famiglia”.
Fabio: “A volte le persone si sentono arrivate con una semplice foto o post e questo fa male soprattutto ai giovani. Sono presente sui social nei momenti opportuni…quindi sempre (ride, ndr).
Il luogo più bello di Reggio e provincia?
Antonino: “Non posso che dire Catona, dove sono nato e cresciuto”.
Fabio: “Anche per me vincono i sentimenti. Dico Locri”.
Un pregio e un difetto dei reggini ?
Antonino: “Pregio, se amiamo una cosa la portiamo fino in fondo. Difetto, siamo troppo testardi”.
Fabio: “Pregio siamo passionali, come difetto dico l’impazienza”.
Con quale battuta in dialetto vi prendete in giro dentro e fuori dal campo?
Antonino: “Va iettati a mari”.
Fabio: “Vazzappa u favu”.
FOTO DI MAURIZIO LAGANA’
N.B. Articolo tratto dalla rivista trimestrale di salute e benessere “Vivi bene” della Farmacia ‘Fata Morgana’ di Reggio Calabria.
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