Balneazione in Calabria, torna conforme Pizzo
Rimangono però alcune criticità
02 Luglio 2019 - 13:16 | Comunicato Stampa
Il Servizio Acque del Dipartimento di Vibo Valentia dell’Arpacal ha comunicato ieri al Sindaco di Pizzo Calabro, al Ministero della Salute ed alla Regione Calabria, l’esito delle analisi suppletive delle acque di balneazione riferite al punto denominato “Lido Malfarà” che, come noto, avevano dato esito sfavorevole per il prelievo del 26 giugno scorso.
Esito conforme per le analisi suppletive con valori di Enterococchi intestinali ed Escherichia coli vicini allo zero, ma con una criticità che il Servizio Acque del Dipartimento di Vibo Valentia dell’Arpacal ha prontamente rilevato alle istituzioni competenti.
In occasione del prelievo del campione suppletivo, infatti, i tecnici hanno prelevato anche due campioni aggiuntivi per la verifica delle acque superficiali del fosso Malfarà e delle acque marine interessate dalla foce dello stesso fosso.
L’esito delle analisi parla da solo. Le acque superficiali del fosso hanno Enterococchi intestinali superiori a 242.000 (MPN/100ml) ed anche l’Escherichia coli registra un valore superiore a 242.000 (MPN/100ml).
Le acque di balneazione, prelevate a dieci metri a destra della foce del fosso, registrano Enterococchi intestinali pari a 1320 (MPN/100ml), mentre l’Escherichia coli si attesta a 8160 (MPN/100ml). Occorre ricordare, come metro di paragone, che la normativa sulla balneazione prevede il valore limite di 200 n*/100 ml per Enterococchi intestinali e 500 n*/100 ml per l’Escherichia coli.
“Le acque del fosso Malfarà – scrivono i tecnici dell’Arpacal al Comune di Pizzo – rappresentavano all’atto (del prelievo, ndr) una fonte di pressione per le acque marine adibite alla balneazione del Lido Malfarà. Si richiama, ai sensi del DM 16 luglio 2018 art. 6 comma 4, la trasmissione alle parti interessate di ogni provvedimento adottato, altresì di ogni informazione utile all’identificazione ed alla rimozione delle cause, che ad oggi hanno determinato il superamento dei limiti di norma del campione eseguito in acque destinate alla balneazione, nell’area interessata dal fosso Malfarà”.