Autonomia Differenziata, Comitato No Ponte: ‘Vogliono prenderci tutto in cambio del niente’

"Contro una politica predatoria e di sfruttamento dei nostri territori tocchera ai movimenti al popolo fermare questa deriva" la nota

No Ponte Calabria

Di seguito il comunicato stampa del Comitato NO Ponte Calabria alla vigilia della discussione in Senato del DDL Calderoli sull’autonomia differenziata.

Il 16 gennaio inizierà in Senato l’esame del DDL Calderoli con cui si vuole introdurre la cosiddetta Autonomia Differenziata: se approvato, le disuguaglianze tra il Nord ed il Sud del Paese diventeranno irreversibili, e si realizzerà così il disegno della Lega, che avrà tolto il Nord dalla denominazione, ma ha continuato a considerare il Sud una mera colonia interna da spolpare.

I primi “testimonial” di questo saccheggio sono tutti quei politici meridionali che continuano a riempirsi la bocca di prossime meraviglie per il Sud, a partire dall’opera per eccellenza, quel Ponte sullo Stretto la cui apertura dei cantieri sarebbe un evento mondiale. Eppure basterebbe non fermarsi ai titoli e approfondire un po’ per capire che siamo di fronte a un’enorme e costosissima bufala, pagata principalmente proprio dai maggiori truffati: prova ne è il dirottamento di 1,6 milioni di euro dal Fondo di Coesione e Sviluppo gestito da Sicilia e Calabria per finanziare un’opera che, secondo OpenEconomics e altri analisti, produrrebbe i maggiori vantaggi non certo qui, ma in regioni come Lombardia e Lazio.

Il nostro destino è sempre più quello di diventare un hub energetico, ma anche se “hub” significa “fulcro”, in realtà l’importanza che viene data ai nostri territori è ben lontana da quella di un nodo centrale. Infatti, mentre la nostra regione esporta da tempo due terzi dell’energia che produce, società estere con capitale sociale modestissimo continuano a far man bassa di terreni agricoli per impiantare pale eoliche o impianti fotovoltaici.

E questo senza alcuna ricaduta economica, né tanto meno agevolazioni in bolletta per i nostri territori. Per non parlare del rigassificatore che vorrebbero realizzare a Gioia Tauro, mettendo a serio rischio le attività portuali e la salute del mare.

Il Fondo di Perequazione Infrastrutturale e i LEP

Ora ci dicono che saremo anche un hub infrastrutturale, un nodo fondamentale del corridoio Palermo-Helsinki! Uno schiaffo alla dignità di chi è costretto a muoversi in macchina per la mancanza di mezzi pubblici, affrontando strade spesso malmesse e causa di incidenti. E mentre ce lo dicono, continuano a saccheggiare le risorse destinate al Meridione, come il Fondo di Perequazione Infrastrutturale di 4,6 miliardi, ridotto ad appena 900milioni con l’ultima legge di bilancio.

Questo fondo avrebbe dovuto ridurre il divario infrastrutturale tra Nord e Sud in settori come quello idrico, le scuole, i trasporti, la sanità, vere priorità per la nostra terra. Di tutta la discussione attorno al DDL Calderoli forse un solo punto avrebbe potuto ridurre le inaccettabili disuguaglianze tra aree ricche e povere del paese: la definizione di quei Livelli Essenziali delle Prestazioni (LEP) che secondo la Costituzione dovrebbero essere garantiti a tutti i cittadini su tutto il territorio nazionale. Ma la definizione dei LEP non è al momento al centro dell’agenda politica.

Come movimento No Ponte in tutti questi anni abbiamo sempre detto che la nostra non è una lotta contro un’opera, di cui al momento non esiste progetto esecutivo e verosimilmente non ci sarà nel breve-medio periodo, ma contro una politica predatoria e di sfruttamento dei nostri territori, che oggi sembra aver raggiunto il proprio apice. Serve uno scatto d’orgoglio reale, ma difficilmente crediamo questo sia più possibile all’interno di Palazzo Madama.

Toccherà ancora una volta ai movimenti, alle realtà sociali, al popolo sinceramente democratico riuscire a fermare questa deriva, se si riusciranno a superare divergenze e particolarismi, e mettendo al centro di tutto il futuro dei nostri territori.