Assedio a casa Ricci, Falcomatà: ‘I sindaci non possono fare da parafulmine’
Falcomatà: "Aggressioni e intimidazioni ai sindaci in constante aumento, il Governo si interroghi ed assuma atti concreti"
29 Luglio 2021 - 17:25 | Comunicato
“Ciò che è avvenuto a Pesaro è davvero assurdo. Un gruppo di no-vax, in preda ad una sorta di follia collettiva, ha assediato a lungo la casa del sindaco Matteo Ricci, dove si trovavano i suoi familiari. Una vicenda incredibile, che ci pone ancora una volta di fronte all’enorme responsabilità del ruolo dei sindaci, bersagliati per vicende che nulla hanno a che vedere con le loro competenze. Al sindaco Ricci, presidente nazionale di Ali, giunga la solidarietà mia personale e di tutta la comunità reggina”.
È quanto afferma in una nota il sindaco di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà, presidente di ALI Calabria e delegato nazionale di Anci.
“Proprio ieri – ha aggiunto Falcomatà – abbiamo presentato come Anci al Ministro dell’Interno i dati sulle intimidazioni e le aggressioni subite dai sindaci di tutta Italia nell’ambito della riunione dell’Osservatorio nazionale sul fenomeno degli atti intimidatori nei confronti degli Amministratori locali.
Un fenomeno in crescita purtroppo, che ha visto anche nell’ultimo anno un sensibile aumento dei casi denunciati, alimentato anche dalla crisi socioeconomica che stiamo attraversando come conseguenza dell’emergenza pandemica che ha messo in ginocchio, esasperandola, un’ampia fetta della popolazione”.
“Assedio a casa del Sindaco Ricci vicenda assurda”
“Il dato che emerge è che oggi i sindaci ed in genere gli Amministratori locali si trovano spesso da soli ad affrontare vicende che il più delle volte vanno al di fuori delle loro competenze, proprio come nel caso del sindaco Ricci a Pesaro. Ciò che è più grave è che ormai spesso le legittime richieste di attenzione da parte dei cittadini, che vedono nei sindaci il primo se non l’unico avamposto istituzionale presente sul territorio, si trasformano in campagne d’odio, non solo virtuale, attacchi indiscriminati, atti intimidatori fino a vere e proprie aggressioni fisiche. Purtroppo è avvenuto spesso negli ultimi mesi e credo che le massime istituzioni nazionali debbano interrogarsi su queste vicende, perché i sindaci non sono più disponibili a fare da parafulmine su questioni che vanno oltre le loro responsabilità. Lo abbiamo denunciato in piazza a Roma lo scorso 7 luglio, in una grande manifestazione cui hanno preso parte centinaia di sindaci giunti da tutta Italia. Adesso però, su questi temi, ci aspettiamo che il Governo assuma delle decisioni definite e dei provvedimenti concreti”.