Aspromonte in cenere, Malara: ‘La montagna abbandonata è una montagna che brucia. Chi doveva tutelarla?’
L'analisi del sindaco di Santo Stefano in Aspromonte che, ai nostri microfoni, pone una serie di interrogativi sulla questione incendi
25 Agosto 2021 - 10:51 | di Vincenzo Comi
Continuano le nostre interviste di approfondimento sulla questione incendi in Aspromonte. Un territorio completamente distrutto che mette in ginocchio adesso centinaia di imprese, costrette a fare i conti con il disastro causato dalle fiamme ingovernabili dei giorni scorsi.
Disastro in Aspromonte, Malara: ‘Nostro territorio parzialmente illeso. Solidarietà a tutti i sindaci’
Dopo aver sentito il sindaco Penna di Roccaforte del Greco, paese ormai in cenere, vista l’estensione degli incendi che hanno avvolto l’80 % del territorio, abbiamo rivolto alcune domande al sindaco di Santo Stefano in Aspromonte Francesco Malara:
“Il primo pensiero è per le vittime di questa battaglia d inciviltà orrenda, ingiustificabile la perdita di vite umane; la solidarietà va anche alle imprese agricole e zootecniche ed ai colleghi Sindaci di Roccaforte del Greco, Roghudi, Cardeto, San Luca ed a tutti gli altri ancora che hanno subito tale devastazione. Un ringraziamento ai volontari, alle forze dell’ordine ed a tutti coloro che aldilà del fatto che trattasi del loro lavoro e di loro compiti, hanno combattuto per salvare anche un minimo lembo di terra della nostra amata montagna”.
Rimane alta l’attenzione dei Vigili del Fuoco sulle nostre montagna ma di fatto la situazione è notevolmente migliorata. Del resto, ormai, non c’è più nulla da bruciare e in molte zone il fuoco si è spento da solo. Viviamo dunque oggi un periodo di parziale calma, anche se il livello di guarda dovrà essere tenuto alto per tutto il mese di settembre.
“Il territorio Comunale di Santo Stefano-Gambarie al momento è rimasto parzialmente illeso ma per noi che abbiamo sempre ragionato in termini di Comprensorio questo non basta, non ci si salverà mai da soli o facciamo rete o collaboriamo e ci sosteniamo tutti o non ci sarà mai una vera stabile crescita. Aldilà dell’innegabile origine dolosa degli incendi che sia di natura patologica o per mero interesse privato e quindi della conseguente necessaria attività giudiziaria, abbiamo il dovere di stimolare un moto di sollevamento popolare che faccia sentire la voce della quasi totalità di onesti e corretti cittadini utile a far provare vergogna a tutti i criminali; una risposta di etica e civiltà che deve mettere all’angolo gli assassini. La nostra montagna ed i suoi abitanti meritano rispetto e giusta considerazione”.
Aspromonte in cenere, i dubbi di Malara: ‘Chi doveva tutelare la nostra montagna?’
E sulle azioni che chi di dovere avrebbe dovuto fare e che non ha fatto, il sindaco Malara ha le idee molto chiare:
“La nostra esperienza ci porta ad evidenziare che la montagna va vissuta. Solo vivendola si acquisisce una maggiore considerazione ed una migliore consapevolezza oltre a rendere più difficile il delitto dei pochi. Di chi è la proprietà della maggior parte dei boschi in Aspromonte? chi ha i mezzi e le risorse per intervenire prima degli incendi ? Chi doveva tutelare la montagna? Si stanno realizzando tagli dei boschi cedui? E le piste taglia fuoco? Le Fasce di Salvaguardia? E la pulizia del sottobosco quanto meno nelle fasce di rispetto ai margini delle strade di attraversamento?”.
Queste, per il sindaco Malara, sono alcune delle domande a cui occorreva dare una risposta politica e su cui bisogna oggi interrogarsi.
“Oltre alle imprese agricole è fondamentale sostenere le imprese forestali. Come verificato dall’ UNCEM, le foreste sono il 38% del Paese, 11 milioni di ettari. E sono il 95% nelle aree montane e interne, occorre avere una pianificazione forestale, una gestione forestale del ‘Paese forestale Italia’ grazie anche alle Risorse del PNRR e nel quadro della legge sulla green economy del 2015, che prevede le green communities e anche gli ‘accordi di foresta’. Serve concretezza. I primi custodi dei territori sono le persone singole e famiglie che vivono nelle zone montane del Paese. Se si fermano e non vanno via, sono custodi del territorio. Se il territorio è abbandonato è fragile, più esposto ai rischi e ai cambiamenti climatici. Crolla e prende fuoco più facilmente” .
Salvaguardia della montagna, proposte e soluzioni
Quali quindi le soluzioni dunque?
“Certamente un corpo AIB regionale e di pianificazione forestale, nel quadro delle green communities. Per stare più vicini al territorio e rendere stabile il presidio dei vigili del fuoco insistente a Gambarie è importante istituire anche un Osservatorio Internazionale per la tutela della biodiversità forestale nell’ambito della transizione ecologica e digitale per come proposto recentemente a Gambarie nel corso di un convegno con alcuni docenti universitari ed il Rhegium Julii nel corso del quale è stato approvato il Manifesto di Gambarie. Quindi nei fatti occorre dare senso concreto alla quinta Area Funzionale prevista nello Statuto della Città Metropolitana proposta da noi insieme al Sindaco della Metrocity ed approvata a suo tempo con la sensibilità premonitrice della quasi totalità dei colleghi Sindaci. Proprio adesso è arrivato il tempo di dare corpo e sostanza all’Area Funzionale Aspromonte. La montagna – conclude Malara – va controllata dall’alto”. .