“L’arrivo dei calcidesi a Reggio”: l’odissea di un’opera dimenticata da 20 anni

L'opera monumentale giace nel laboratorio del suo creatore, il prof. Gattuso, che ha raccontato la sua storia a CityNow

Statua Arrivo Calcidesi Gattuso

Era il 2002/03 quando l’idea di un’opera monumentale per la città di Reggio Calabria prese forma nella mente del professor Giuseppe Gattuso, rinomato scultore e titolare ordinario all’Accademia d’Arte di Palermo. L’ispirazione arrivò dopo il successo del suo monumento a Salvo D’Acquisto presso il Palazzo Comitini.

La statua dedicata all’arrivo dei calcidesi a Reggio

Quale miglior tematica de “l’arrivo dei calcidesi a Reggio” per rendere onore alla storia della città dello Stretto? Una visione che Gattuso consolidò grazie anche all’incontro con il professor Mussino, un eminente studioso della cultura magnogreca.

Ai microfoni di CityNow, Gattuso ha ripercorso la lunga storia della sua creazione, oggi chiusa in laboratorio e dimenticata da tutti, tranne che da lui.

“Ho presentato il progetto entusiasta di creare un’opera che avrebbe celebrato un momento cruciale nella storia di Reggio Calabria. La scultura avrebbe rappresentato lo sbarco dei fondatori della città e sarebbe stata una maestosa combinazione di granito e bronzo, alta circa otto metri e pesante 80 quintali”.

L’opera, secondo quanto illustrato dall’artista, incontrò il favore dell’allora sindaco di Reggio Calabria, Giuseppe Scopelliti.

“È un’opera importante per la città di Reggio. La faremo, è un’opera finanziabile,” aveva garantito l’ex primo cittadino, promettendo supporto per la realizzazione e l’installazione della scultura.

“Ho lavorato instancabilmente, nei successivi due anni e mezzo, per completare l’opera, realizzando schizzi, modelli e infine la struttura finale. Nonostante l’entusiasmo iniziale, l’iter per l’installazione della scultura si rivelò complesso e frustrante”.

La mancata installazione ed i nuovi tentativi

Nel 2008, l’opera venne consegnata all’amministrazione comunale. Tuttavia, vari problemi politici e burocratici impedirono l’installazione della scultura nel luogo previsto (nei pressi del Calopinace). A nulla sono valsi i ripetuti tentativi dell’artista di sollecitare l’amministrazione affinché procedesse con il montaggio.

Negli anni successivi, Gattuso continuò a lottare per la sua opera. Dal 2008, la scultura giace nel suo laboratorio, un simbolo di promesse non mantenute e di burocrazia stagnante.

Lo scultore, però, non si è dato ancora per vinto e, negli ultimi 2/3 anni, ha intensificato i suoi sforzi, contattando il Comune nella speranza di risolvere la situazione.

Durante l’inaugurazione del Parco Lineare Sud, Gattuso ha nuovamente portato all’attenzione delle autorità la questione dell’opera non installata. Tuttavia, il sito originariamente destinato alla scultura non è più disponibile.

“Alcuni tecnici – ha spiegato – hanno riferito che non era più possibile collocare nulla nel promontorio previsto. Nonostante questi ostacoli, c’è una nuova speranza. Il dottor Proietti, un funzionario comunale, ha assicurato che un tecnico mi contatterà a breve per discutere una nuova ubicazione per la scultura, forse in una piazzola antistante al mare, poco più a sud rispetto alla posizione inizialmente prevista”.

Il valore e la struttura dell’opera

La scultura, con un valore stimato tra i 300.000 e i 400.000 euro, non è solo un capolavoro artistico, ma anche un simbolo della tenacia e della passione di Giuseppe Gattuso.

Alla base della scultura vi è la rappresentazione della Fata Morgana, e le targhe che adornano l’opera recano iscrizioni in greco calcidese e italiano, con un oracolo che celebra la fondazione di Reggio Calabria. La colonna in marmo grigio chiaro è ornata da pagliuzze d’argento che brillano alla luce del sole, e il grande capitello ionico che la corona aggiunge un tocco di maestosità.

La speranza, adesso, è che grazie alla perseveranza di Giuseppe Gattuso ed all’apparente  rinnovato interesse dell’amministrazione comunale, l’opera possa finalmente essere installata e ammirata dalla comunità reggina, rendendo omaggio ai suoi antichi fondatori e arricchendo il patrimonio culturale della città.