I ‘diavoli’ di Rosarno fanno paura. Pacchetti di voti, liste e programmi: così le cosche hanno eletto Idà
Nell'indagine Faust i meccanismi con cui "i diavoli" hanno infiltrato le elezioni. Ecco come Pisano ha preparato la scalata di Idà
18 Gennaio 2021 - 16:29 | di Vincenzo Imperitura
Il programma, la composizione della lista, persino la realizzazione del simbolo da presentare agli elettori: “Ciccio u diavulu” aveva preso estremamente sul serio l’elezione del suo candidato a primo cittadino di Rosarno. Un impegno costante e a più livelli che Francesco Pisano avrebbe messo in opera per l’elezione di Giuseppe Idà a sindaco, e di Domenico Scriva in consiglio comunale, sulla rampa di lancia per un assessorato pesante. Un vero e proprio bazar dentro cui, sempre più spesso, affondano i giovani esponenti di quella che avrebbe dovuto essere la “nuova” classe dirigente reggina.
AL GRAN BAZAR DEL VOTO
Nella Babele impazzita delle ultime elezioni per il rinnovo del consiglio comunale della cittadina tirrenica, gli investigatori dell’arma mettono a nudo una realtà disarmante fatta di patenti di mafiosità (che il neo eletto sindaco rimbalza ai suoi avversari), accordi indicibili e (retoriche) prese di distanza fuori tempo massimo.
Una storia tremenda che, nell’ipotesi dei magistrati della distrettuale antimafia di Reggio, racconta di come il voto possa essere manipolato oltre ogni limite, perdendo ogni parvenza di regolarità in funzione di pacchetti di voti che passano di mano in mano prima di finire nelle urne. Una storia già vista in un paese come Rosarno che ha una poco meritevole consuetudine con i commissariamenti per infiltrazioni mafiose (strada che appare inevitabile alla luce degli arresti odierni che vedono coinvolti a vari livelli, anche altri candidati in consiglio), ma che nell’operazione condotta dagli investigatori dell’arma, assume contorni quasi “definitivi”.
«ALTRIMENTI CE LO COPIANO»
Giuseppe Idà, giovane professionista rosarnese dato in rampa di lancio per le prossime elezioni regionali e «ragazzo da plasmare» deve essere eletto. Francesco Pisano, il dentista dal nome “pesantissimo” e considerato come “collettore” politico del clan, ne fa una questione primaria.
È lui, svelano le intercettazioni, che si occupa di tutto, preparando la scalata di Idà fin dai suoi primi passi e curandone tutti gli aspetti, o quasi. A partire dal programma: « Facciamo la pagina esterna con una presentazione, poi lavoro e sviluppo e ci mettiamo che facciamo, Territorio e ambiente, sicurezza e trasparenza, cultura e sport, associazioni e associazionismo e sociale – dice il presunto boss parlando della composizione del programma – Poi sopra a tutti questi qua sviluppiamo gli interventi che facciamo… per esempio, decoro urbano, gestione rifiuti, Ville e parco giochi, asilo nido etc etc… Poi gli ho suggerito io di inserire, per non sembrare che trascuriamo, che non va trascurata, la cosa del bosco hai capito, che il bosco non sembra che nel programma non mettiamo il bosco… però una cosa che sappiamo solo noi… Per ora.. Altrimenti ce lo copiano…».
Ma nel mirino di Pisano non c’è solo il programma: la vittoria di Idà deve essere certa e per parare ogni rischio, il dentista con il pallino della politica dopo avere stretto l’accordo con il candidato a primo cittadino si occupa di tutto, anche della composizione della lista, del “presidio” dei seggi, perfino della scelta del simbolo e della stesura dei discorsi dell’aspirante sindaco. Un impegno così stringente che coinvolge anche la doppia preferenza di genere, con accordi e spartizioni di voti che riguardano anche le donne da sostenere, in uno scenario desolante da dittatura centroafricana.
I DIAVOLI FANNO PAURA
Ma Rosarno è un paesone di meno di 15 mila abitanti, e in città tutti sanno chi sono “i Diavoli”: quale sia il loro peso criminale e quanto comuni siano gli episodi di violenza legati al traffico di droga, alle estorsioni e all’usura che riguardano gli esponenti della cosca che fa capo alla società di Rosarno.
E il sostegno di Pisano – che ormai si muove come deus ex machina dell’intera tornata elettorale, agendo praticamente alla luce del sole – comincia a diventare oggetto di chiacchiere sempre più insistenti, tanto da convincere Idà a prendere le distanze dai Pisano e dai Pesce. Almeno a parole. Se da una parte infatti Idà si nega ai suoi grandi elettori ed elogia pubblicamente le forze dell’ordine in occasione dell’arresto di Marcello Pesce “u ballerinu”, dall’altra, sospettano gli inquirenti, avrebbe lasciato la porta aperta al clan nella sistemazione del nuovo Psa, nelle nomine in seno alla giunta, perfino nell’allontanamento di alcuni dipendenti comunali non graditi.