Arresto Longo, l’ex direttrice del carcere si difende
L'interrogatorio è durato oltre cinque ore
28 Agosto 2020 - 12:18 | Vincenzo Imperitura
È durato oltre cinque ore l’interrogatorio che Maria Carmela Longo, ex direttrice del carcere di Reggio Calabria, ha sostenuto ieri davanti al Gip del dello Stretto, Armoleo. La Longo, al momento del suo arresto alla guida della sezione femminile del carcere di Rebibbia a Roma, era finita ai domiciliari lo scorso 25 agosto con l’accusa, tra le altre, di concorso esterno in associazione mafiosa.
Durante l’interrogatorio, l’ex funzionaria del Dap «ha risposto a tutte le contestazioni – dice l’avvocato Giacomo Iaria – fornendo la sua interpretazione dei comportamenti che le vengono contestati e che erano stati messi in campo solo per migliorare la funzionabilità del carcere».
Secondo il legale l’ex direttrice ha risposto punto su punto ai magistrati contestando quanto riferito dai collaboratori di giustizia e precisando «che anche se fosse vero che i detenuti volevano essere trasferiti a Reggio non era comunque lei a decidere del loro trasferimento» e che «tutto quello che è stato fatto ha sempre ricevuto l’approvazione dei suoi superiori».
Incalzata dai giudici, Maria Carmela Longo ha poi rigettato l’accusa di non avere presentato denuncia all’autorità giudiziaria dopo lo sfogo raccolto dal padre di un ex detenuto di Arghillà morto poi nel carcere di Paola dove da poco era stato trasferito.
«In quell’occasione – spiega ancora il legale – la mia assistita si è limitata ad accogliere lo sfogo di un uomo disperato e in lacrime, senza ravvisare la necessità di raccogliere una denuncia».