Segesta Jet, 18 anni dall’incidente nello Stretto. Rogolino (Rotaract): ‘Tragedia da non dimenticare’

Sicurezza sul lavoro in primo piano. Il Rotary Club reggino chiede memoria e maggiore impegno nella prevenzione

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“Sarebbe importante che Reggio ricordasse le vittime dell’incidente del Segesta Jet”.

È quanto emerso dal caminetto organizzato dal Rotary Club Reggio Calabria che ha avuto come relatore il socio Antonio Rogolino in materia di sicurezza sul lavoro. Rogolino ha analizzato alcuni dei più eclatanti incidenti che, negli ultimi anni, hanno funestato la comunità nazionale causando la morte di tante persone: dalla ThyssenKrupp alla funivia del Mottarone fino alla strage ferroviaria di Brandizzo. Il socio rotariano e consulente del lavoro ha evidenziato il tratto comune degli episodi esaminati: il contemporaneo verificarsi di più concause alla base dell’evento avverso.

“Si tratta del fenomeno studiato da James Reason che richiama l’attenzione sulla necessità di mitigare il rischio attraverso un sistema di procedure e un’organizzazione efficiente – ha spiegato Rogolino –. Ma occorre soprattutto diffondere tra le aziende una cultura della sicurezza del lavoro”.

Il ricordo della tragedia del Segesta Jet nelle acque dello Stretto

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Da parte sua, il presidente del Rotary Club Reggio Calabria, Giampaolo Latella, ha ricordato “la strage nelle acque dello Stretto del 15 gennaio 2007, quando si scontrarono una nave portacontainer e un mezzo veloce delle Ferrovie dello Stato con a bordo 150 passeggeri. In quella circostanza morirono i quattro membri dell’equipaggio della Segesta Jet: Sebastiano Mafodda, Marcello Sposito, Lauro Palmiro e Domenico Zona. A 18 anni di distanza da quella tragedia – ha proseguito Latella – credo sia nostro dovere richiamare alla memoria un incidente sul lavoro che ha segnato profondamente la grande comunità dello Stretto, una realtà metropolitana integrata nella quale quotidianamente migliaia di persone si spostano tra Reggio e Messina per motivi di studio, di lavoro, di salute”.