Anniversario Polizia, le parole del Questore Vallone: “Nessun cittadino deve essere lasciato solo”
'Ndrangheta, capolarato, maltrattamenti, stalking e le diverse problematiche dei giovani. Intenso e articolato l'intervento del Questore Vallone, le sue parole
10 Aprile 2019 - 16:58 | Comunicato Stampa
167 anni di uomini, storie, emozioni. La Polizia di Stato ha festeggiato a Reggio Calabria il suo anniversario, presso il Teatro Cilea. Articolato e sentito l’intervento del Questore Maurizio Vallone, di seguito riportato integralmente.
Signor Prefetto,
Eccellente Vescovo Metropolita di Reggio Calabria e Bova,
Onorevoli Membri del Parlamento,
autorità politiche, civili, militari e religiose di tutte le culture,
colleghi delle altre Forze di Polizia,
amiche e amici della Polizia di Stato,
colleghe e colleghi.
Grazie per la vostra partecipazione al 167° anniversario della fondazione della Polizia di Stato.
Una Istituzione i cui componenti tutti si sentono parte attiva del processo di crescita democratica di questo Paese.
E sentirsi parte attiva di questo processo ci fa essere cittadini migliori, prima ancora che “buoni Poliziotti”, perché viviamo la nostra appartenenza alla Polizia di Stato con “spirito di servizio” volto a garantire a tutti cittadini la possibilità di esercitare, in piena libertà e sicurezza, quei diritti che la nostra Carta Costituzionale ha voluto assicurare a tutti, senza distinzione di genere, razza, lingua, religione, opinioni politiche o condizioni personali o sociali.
Oggi la Polizia di Stato di Reggio Calabria è in questo splendido teatro, recentemente restituito alla città ed ai cittadini di questa provincia, contornata dalla considerazione, dal rispetto, dall’affetto di tante Autorità, di tanti rappresentanti di associazioni di cittadini, religiose e laiche, dalle scuole e da tanti Reggini.
La Vostra presenza è il miglior segno dell’efficacia del nostro impegno al servizio della città.
L’impegno di questi “Servitori dello Stato” risulta evidente dai numeri che avete visto scorrere in sovrimpressione durante il filmato.
Non solo numeri relativi ad arresti, denunce o contravvenzioni, ma anche quelli relativi alle manifestazioni pubbliche che il lavoro professionale degli operatori della Questura e del Reparto Mobile ha consentito di svolgere in sicurezza a tutti coloro che avevano qualcosa da dire, in assenso o in dissenso, perché in democrazia sarà sempre consentito a tutti di esprimere le proprie opinioni, di criticare e di contestare se ritengono, purchè ciò facciano senza nuocere alla libertà ed incolumità degli altri cittadini e nel costante rispetto delle leggi.
E nell’ambito dell’attività del governo dell’ordine e della sicurezza pubblica mi sia consentito esprimere un sentito ringraziamento al Prefetto di Reggio Calabria, Michele Di Bari, ed a tutto lo staff della Prefettura, la cui dinamicità ed operatività fa sì che le difficoltà quotidiane che questo territorio esprime siano vissute e gestite con grande professionalità ma anche con serenità e spirito di squadra.
Lo spirito di squadra, che da subito ha legato anche tutti i vertici delle Forze di Polizia presenti nel Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, a cui va il più sentito ringraziamento della Polizia di Stato, per la totale ed incondizionata collaborazione che ogni giorno forniscono sia nel settore dell’ordine e la sicurezza pubblica che in quello del controllo del territorio.
E’ grazie a questo spirito di squadra che, nell’ultimo anno, si è ancor più rafforzata la cooperazione nelle attività interforze del “Focus Ndrangheta”, che ogni settimana vede le donne e gli uomini delle Forze di Polizia, coadiuvati dalla Polizia Locale e da quella Metropolitana e da altri attori della “Squadra Stato” di volta in volta interessati, impegnati nelle strade di questa provincia per combattere diversi fenomeni di illegalità e di malcostume:
dalle attività contro la piaga sociale del “Caporalato”, vera e propria “schiavitù” del XXI secolo, a quelle del degrado urbano rappresentato dall’abbandono dei rifiuti in strada.
Straordinaria ed efficace è stata la collaborazione in occasione dell’abbattimento della baraccopoli di San Ferdinado, luogo di degrado umano dove la dignità degli individui che vi abitavano era gravemente lesa, così come era in pericolo la loro incolumità e salute. La straordinaria opera di comunicazione e condivisione dell’obiettivo di trasferire i cittadini extracomunitari legittimamente presenti sul territorio nella tendopoli attrezzata, svolta in perfetta sinergia tra gli attori istituzionali, le organizzazioni sindacali, quelle di volontariato e l’Amministrazione Comunale, hanno consentito che le operazioni di sgombro ed abbattimento delle baracche si svolgessero con ordine e serenità, salvaguardando da un lato l’ordine pubblico e, dall’altro, l’incolumità dei lavoratori extracomunitari.
Ma, ancora più significativa in questa terra di criminalità organizzata, in cui i “messaggi” hanno una evidente valenza simbolica, l’attività condotta dal gruppo interforze per contrastare il fenomeno delle cosiddetto “vacche sacre”. Animali lasciati liberi di vagare ed invadere terreni pubblici e privati devastandone le colture, considerati, sino a ieri, intoccabili perché riconducibili ad esponenti della N’drangheta, che attraverso questa manifestazione di prepotenza volevano affermare il proprio potere ed il controllo di quei territori.
Ma anche in questo campo la Squadra Stato ha imposto le regole del diritto e del rispetto della proprietà, oltre che della sicurezza della circolazione stradale, attraverso continui, costanti e proficui servizi che hanno prodotto il sequestro e l’abbattimento per motivi sanitari di oltre 300 animali vaganti.
N’drangheta.
Una parola, una cultura, anzi una sub-cultura deviata, che per decenni veniva solamente sussurrata in questa provincia e che, invece, oggi, vogliamo noi tutti consegnare ai soli libri di storia antica.
Oggi possiamo; oggi dobbiamo. Oggi ne coltiviamo le premesse.
Associazioni, scuole, Università qui presenti ci dimostrano che il tessuto sociale di questa città è sano, è vitale, è fatto di gente per bene che sarà in grado di espungere la parte malata, infetta, di questo cancro.
In questa battaglia, che la Polizia di Stato vive come prioritaria e come decisiva, siamo coordinati da una magistratura inquirente di straordinario valore, qui ampiamente rappresentata a dimostrazione dell’eccezionale rapporto di fiducia e di vicinanza che ci lega.
Una magistratura che, oltre alle altre innumerevoli e meritorie attività investigative ordinarie e di criminalità organizzata, proprio in questi giorni sta effettuando una storica rilettura del passato del nostro Paese attraverso la rivisitazione di fatti ed avvenimenti, non per un mero esercizio di archivistica giudiziaria, ma perché consapevole che solo la corretta lettura del passato può consentire di interpretare correttamente il presente e traguardare un futuro libero dall’oppressione mafiosa.
Ma tutti i nostri sforzi congiunti sarebbero inutili e vani se al termine delle attività d’indagine non ci fosse la coraggiosa ed instancabile attività della magistratura giudicante dell’intero Distretto di Reggio, che esercita le funzioni senza alcun timore o timidezza e senza recedere mai, nella serena consapevolezza che la propria sicurezza, personale e familiare, è garantita da donne e uomini delle Forze dell’Ordine preparati, professionali e coraggiosi.
Ma la battaglia della legalità non si gioca solo sul campo del contrasto alla criminalità organizzata, ma anche su quello, non meno importante per la sicurezza dei cittadini, della criminalità diffusa che, in questa provincia, si evidenzia, prevalentemente, con i furti in abitazione.
Oggi, per un efficace contrasto di tale odioso reato, la Polizia di Stato ha la disponibilità di strumenti di prevenzione, anche tecnologici, sempre più sofisticati, che ci consentono di prevedere le zone e gli orari a maggior rischio e predisporre opportunamente le nostre risorse sul territorio nei quadranti orari e territoriali interessati.
Le moderne tecnologie ci consentiranno dunque di prevenire i reati di criminalità diffusa, affinchè cresca la percezione di sicurezza nei cittadini, che non devono solo “essere sicuri” ma anche “sentirsi sicuri”.
Le tecnologie dovranno sempre di più essere impiegate per facilitare l’attività dei “Poliziotti”, semplificare le procedure, velocizzare le attività burocratiche, ottimizzare i tempi morti, affinchè ogni risorsa sia utilizzata nella maniera migliore, al fianco del cittadino, in mezzo alla gente, al servizio del pubblico.
Non un minuto deve essere perso in attività di back office diversamente risolvibili; non una pattuglia deve rientrare in ufficio, lasciando scoperto il territorio, per redigere atti non urgenti; nessun cittadino deve essere lasciato solo di fronte al pericolo.
E parlando di tecnologie non si può non citare un nuovo modo di affrontare un’altra categoria di reati particolarmente abietta, eppure oggi tanto frequente:
i reati di genere, i maltrattamenti in famiglia e lo stalking.
Sono quotidiani gli interventi della Polizia di Stato, anche in questo territorio, a fronte di richieste di aiuto che provengono da vittime di tali reati, per lo più donne che, stanche di ripetuti e continui maltrattamenti o vessazioni, si rivolgono allo Stato perchè intervenga per far cessare violenze fisiche o psicologiche che che condizionano pesantemente e mettono in pericolo la loro vita e quella dei loro figli.
I recenti strumenti che la legge ha posto a disposizione del Questore in via preventiva, per far desistere il soggetto violento dalle sue attività o allontanarlo dal domicilio familiare, vengono applicati con assoluto rigore per tutelare le vittime e restituire loro serenità e libertà, mentre, contemporaneamente, vengono acquisiti scientificamente tutti gli elementi di prova da fornire alla magistratura per perseguire in sede penale tali reati.
I protocolli operativi “EVA” e “LIANA”, recentemente condivisi a livello centrale anche con l’Arma dei Carabinieri, costituiscono:
il primo, un importante documentazione dell’attività di pronto intervento della Volante, che consente di mettere in relazione precedenti richieste di aiuto da parte della vittima onde evidenziare la pluralità di condotte delittuose del reo, necessarie per poter procedere, nella flagranza della violenza, al suo arresto; la seconda, offre la possibilità alla vittima di avere un percorso preferenziale nella richiesta di aiuto effettuata attraverso il numero di soccorso pubblico 113, la sua riconoscibilità immediata come vittima di violenza di genere e la sua geolocalizzazione. Questo sistema garantisce una efficace cornice di sicurezza alle persone che hanno il coraggio di denunciare il proprio aguzzino.
Siamo però consapevoli che la violenza di genere non può essere vinta senza una precisa presa di coscienza delle persone, che la prevenzione di tali reati passa attraverso una scelta meditata e consapevole del proprio compagno di vita, una scelta che deve essere basata sulla certezza del rispetto reciproco e sulla sicurezza della maturità degli affetti.
Vogliate ora consentirmi di ringraziare questa città, attraverso il suo Sindaco, per aver dato alla Polizia di Stato la possibilità di celebrare la nostra festa in questo teatro e, soprattutto, per lo straordinario rapporto che esiste tra l’Istituzione che qui rappresento ed i cittadini di Reggio Calabria.
Un rapporto basato su fiducia e tradizione, unione d’intenti e collaborazione.
Collaborazione che si evidenzia con la partecipazione dei Comitati di Quartiere ai tavoli tecnici in Questura, dove si decidono le strategie operative delle attività di controllo del territorio;
ma anche con la straordinaria attività delle associazioni di volontariato, cattoliche o laiche, oggi qui ampiamente rappresentate, con le quali vengono attivate innumerevoli iniziative;
e con le scuole, di ogni grado, anch’esse qui presenti e che saluto, con le quali verranno mantenuti quegli straordinari rapporti che portano ogni anno decine di donne e uomini della Polizia di Stato nelle aule scolastiche a contatto con i ragazzi per parlare di legalità e di sicurezza.
Sicurezza dall’alcool, vera piaga giovanile al pari degli stupefacenti e del fumo; dalla ludopatia; dall’uso errato del WEB, un mondo cui a volte si accede inconsapevoli dei rischi e delle conseguenze, dove i giovani ritengono si possa fare tutto senza leggi e regole, senza valutare che rischi e conseguenze ci sono, senza valutare quanto dolore, fino alla morte, quell’uso sbagliato della Rete può portare, a se stessi o agli altri.
Usare la rete internet, i social media, per trasmettere odio, vendetta, derisione, disprezzo, con quelle espressioni che di persona quegli stessi giovani non avrebbero mai il coraggio di esprimere, è solo indice di vigliaccheria, di debolezza, di incapacità di vivere i propri rapporti personali con maturità e serenità.
Ed è questo che dobbiamo spiegare nelle scuole, cercando di parlare il linguaggio dei più giovani, senza avere la pretesa di “istruire” ma cercando di “capire”, di “ascoltare” i disagi dei nostri ragazzi, perché solo dall’ascolto nasce il dialogo che porta alla fiducia nelle Istituzioni ed al coraggio della denuncia.
Ebbene,
per fare tutto questo la Polizia di Stato mette in campo una vera squadra, fatta di professionisti, di donne e uomini appassionati del loro lavoro, che operano come gli ingranaggi di un unico meccanismo il cui sincronismo consente di realizzare l’armonia dell’”Unico”. Tutti impegnati nell’unica direzione, nell’unica meta: la sicurezza dei cittadini di questa bella terra.
Desidero quindi ringraziare queste donne e questi uomini che, sebbene da pochi giorni, costituiscono ormai la mia Squadra, perché così già la sento, non fosse altro che per l’affetto con il quale mi hanno accolto in questa realtà per me nuova ma tanto affascinante da sentirmene subito parte.
Ringrazio le Organizzazioni Sindacali della Polizia di Stato e degli impiegati civili del Ministero dell’interno per le “aperture di credito” che mi hanno offerto nell’ottica di un rapporto franco e leale anche nei possibili confronti.
Ringrazio le donne e gli uomini delle Specialità della Polizia di Stato di cui è ricca questa provincia per i quali vorrò sempre essere un punto di riferimento secondo le direttive del Capo della Polizia – Direttore Generale della Pubblica Sicurezza – che ringrazio per le straordinarie parole di incoraggiamento che ha rivolto oggi a tutti noi.
Ringrazio per la loro costante vicinanza i pensionati della Polizia di Stato a cui tutti noi guardiamo con rispettosa gratitudine ed affetto, consapevoli che una Istituzione che non è vicina al suo passato difficilmente ha un lungo futuro.
Saluto i donatori di sangue della Polizia di Stato, per l’alto valore che la loro meritoria attività ha in favore di chi soffre e ha bisogno del loro aiuto.
Un grazie anche alla stampa Reggina per il contributo che dà quotidianamente attraverso una corretta e plurale informazione ai cittadini e per la collaborazione che ha sempre offerto alla Polizia di Stato di questa provincia per la divulgazione delle nostre iniziative e successi.
In ultimo, ma solo per esaltarne maggiormente il ruolo, un devoto ed affettuoso saluto a chi ha pagato l’estremo pegno alla passione per questo lavoro, ai parenti delle vittime del dovere. A voi tutti il nostro più caloroso abbraccio ed il perenne ricordo dei vostri cari, il cui nome è immortalato, in eterno, nel sacrario della Polizia di Stato a Roma, nelle nostre menti e nei nostri cuori.
Viva la Polizia di Stato
Viva l’Italia