Omicidio Pangallo, i familiari chiedono giustizia. La nota dell’avv. Vazzana
La famiglia di Salvatore Pangallo, il 25enne ucciso lo scorso novembre a colpi d'arma da fuoco, chiede giustizia
12 Gennaio 2021 - 15:16 | Riceviamo e pubblichiamo
Riceviamo e pubblichiamo una nota inviata dall’avvocato Vazzana, legale rappresentante della famiglia di Salvatore Pangallo, giovane ucciso ad Africo lo scorso novembre.
Giustizia per Salvatore: la nota dell’avvocato
Salvatore Pangallo, brutalmente ucciso la mattina del 9 novembre 2020 a colpi d’arma da fuoco in Africo, e contestualmente ferito il padre dello stesso Sig. Costantino Pangallo.
“A distanza di due mesi dall’omicidio spietato, non c’è rassegnazione; l’omicidio del giovane è avvenuto per mano del cugino Favasulli Pietro e del padre di questi Favasulli Santoro, rispettivamente cugino e zio della giovane e innocente vittima, colpita senza pietà.
Salvatore è stato attinto e perseguitato fin dentro la sua abitazione, braccato dal suo persecutore con l’arma che lo ha ucciso. Adesso la sorellina, il padre e la madre pretendono ed esigono giustizia e si affidano alla magistratura, insieme ai propri legali di fiducia (l’Avv. Maria Domenica Vazzana del foro di RC, l’avv Anna M. Grazia Iaria del foro di RC e l’avv. Maddalena Dattilo del foro di Locri) che preannunciano certa costituzione di parte civile, per dare voce a Salvatore e ai suoi familiari distrutti”.
“Una giovane vita spezzata”
L’avv. Vazzana Maria Domenica conclude:
“Una giovane vita spezzata e una famiglia distrutta, Salvatore perde la vita, i suoi familiari perdono la gioia, un ragazzo per bene, educato, esemplare, voluto bene da tutti in paese, per la sua dedizione al lavoro e alla vita onesta, ad oggi disperati, perdere un figlio, uccidere un ragazzo disarmato, è congetturale e atroce, la giustizia sarà esemplare, auspicando in un “ fine pena mai”, ma la famiglia non sarà mai libera dal dolore.
L’orrore vissuto dalla famiglia di Pangallo Salvatore, è ad oggi troppo forte da gestire e sopportare, la vita di una persona, un ragazzo di 24 anni, non può essere distrutta per motivi futili, non c’è rassegnazione. Solo la magistratura adesso potrà dare degna giustizia al ragazzo, l’innocenza di una vittima, urla giustizia”.