Reggina, Inzaghi si sbilancia: ‘C’è la squadra, la società, il pubblico. Proviamoci’

"C’è orgoglio, ma dobbiamo finire il lavoro nel girone di ritorno. Tanti mi consigliavano di non venire a Reggio"

Inzaghi Reggina Panchina

In altra pagina del nostro giornale, riportando una intervista rilasciata dal presidente Marcello Cardona, si è parlato di un brand crescente della Reggina in ambito nazionale per credibilità e affidabilità. A tale proposito, di Reggio e degli amaranto ne parlano anche i giornali più importanti come il Corriere della Sera che ha intervistato il tecnico amaranto Filippo Inzaghi. Interpellato sul mondo del calcio in generale, di seguito i passaggi che riguardano appunto la Reggina:

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“Mi nutro dell’affetto della gente”

“Credo che di me la gente apprezzi il fatto che do sempre tutto me stesso, che non fingo. Mi nutro dell’affetto della gente, amo il calcio, in qualunque posto e in qualunque categoria. Da bambino andavo a vedere il Piacenza in curva con papà, che poi ci portava all’antistadio del Garilli a chiedere gli autografi. Una passione per il gioco che si vede e che trasmetto. La gente lo sente, credo”.

“Mi consigliavano di non andare a Reggio

“Era una scommessa difficile, tanti mi consigliavano di non venire a Reggio, la svolta è stata la telefonata del presidente Marcello Cardona e il gesto del proprietario Felice Saladini, che ha preso un aereo per venire a Ibiza e poi una barca per Formentera per convincermi, riaccendendo l’entusiasmo che avevo dentro, in un momento difficile. Amo le piazze del Sud, quello che abbiamo fatto nel girone d’andata è stato bello. Siamo passati da un quasi fallimento, all’arrivo di Saladini, alla costruzione della squadra insieme al Ds Taibi, alla posizione di adesso. C’è orgoglio, ma dobbiamo finire il lavoro nel girone di ritorno”.
“Quando ho accettato la Reggina pensavo a un progetto triennale, adesso non dobbiamo avere le pressioni delle squadre costruite per vincere. Ma se abbiamo fatto 11 vittorie significa che qualcosa d’importante c’è. Nel ritorno a marzo-aprile vedremo dove saremo e lì ci daremo un obiettivo, ma senza assilli. Dobbiamo farci trovare pronti. C’è la squadra, c’è la società, c’è il pubblico. Proviamoci”.