‘Ndrangheta: 12 arresti a Reggio e sequestri per 32 mln in diverse Regioni
Un'associazione a delinquere nel cui ambito imprenditori attivi nel settore edile e della grande distribuzione alimentare avrebbero stretto una pluralità di accordi con famiglie di ndrangheta
26 Luglio 2022 - 08:42 | Comunicato
Personale della Direzione Investigativa Antimafia e militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Reggio Calabria, sotto coordinamento della locale Procura della Repubblica Direzione Distrettuale Antimafia, diretta dal Dott. Giovanni Bombardieri, stanno dando corso a un’ordinanza di applicazione di misure cautelari personali emessa dall’Ufficio G.I.P. del Tribunale di Reggio Calabria nei confronti di 12 persone (8 in carcere e 4 agli arresti domiciliari) gravemente indiziate, a vario titolo, di associazione mafiosa, concorso esterno, associazione per delinquere, impiego di denaro di provenienza ilecita, autoriciclaggio, trasferimento fraudolento di valori, tuti comunque aggravati dalle modalità mafiose.
Contestualmente in Lombardia, Abruzzo, Lazio e Calabria D.I.A e Finanzieri stanno dando esecuzione al sequestro preventivo, finalizzato alla confisca per equivalente, disposto dalla Procura della Repubblica di Reggio Calabria D.D.A. di nr. 27 imprese, di cui 1 con sede legale in Slovenia ed 1 con sede
legale in Romania, nr.31 unità immobiliari, quote societarie e disponibilità finanziarie per un valore complessivo di oltre 32 milioni di Euro.
L’operazione costituisce l’esito di un’ articolata indagine condotta dalla D.I.A. e dal Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Reggio Calabria che ha consentito di disvelare fatte salve le successive valutazioni di merito CO-interessenze economiche sussistenti tra alcuni imprenditori e cosche di ‘ndrangheta della città di Reggio Calabria.
In particolare, secondo quanto ricostruito nel corso delle indagini, sarebbero stati acquisiti elementi integranti l’esistenza di un’associazione a delinquere nel cui ambito imprenditori attivi nel settore edile e della grande distribuzione alimentare -taluni dei quali già coinvolti in indagini penali o destinatari di misure di prevenzione avrebbero stretto una pluralità di accordi con famiglie di
ndrangheta, agevolando l’infiltrazione della consorteria in quei settori atraverso
la compartecipazione occulta di loro esponenti alle iniziative economiche, gestite ed organizate per il tramite di imprese fittiziamente intestate a terzi, ovvero mediante l’afidamento di numerosi servizi e forniture a imprenditori
espressione dell’associazione criminale.
Parte dei profiti così accumulati sarebbe stata successivamente trasferita in maniera occulta, attraverso fittizie operazioni commerciali e fittizi rapporti giuridici, al fine di dirottare la liquidità verso i titolari effettivi delle operazioni
economiche, incluse le cosche di ndrangheta, e di ostacolare le indagini, eludendo l’applicazione delle misure di prevenzione patrimoniali e consentendo l’impiego e l’autoriciclaggio dei proventi lleciti.
Parallelamente, le cosche avrebbero agevolato l’espansione delle iniziative imprenditoriali sul territorio, a discapito dei concorenti, tutelandone gli interessi anche con I’esercizio della forza intimidatoria.
Le indagini, durate 2 anni, hanno avuto ad oggetto illeciti commessi dal 2011 al 2021 e sono state integrate e riscontrate da plurimee convergenti dichiarazioni di collaboratori di giustizia, formatesi autonomamente e in tempi diversi.
Peraltro, le investigazioni – allo stato del procedimento e impregiudicata ogni diversa successiva valutazione nel merito – avrebbero consentito di svelare ulteriori ipotesi di impiego di denaro o beni o utilità di provenienza illecita e autoriciclaggio che coinvolgono la provincia di Pescara, ove taluni indagati avrebbero sostenuto, con proventi derivanti dall’attività criminale, un investimento finalizzato all”avviamento e alla gestione di due supermercati.
Nello specifico, gli imprenditori reggini coinvolti nell’iniziativa economica
sviluppata in tale area sarebbero accumunati dai rapporti di solidarietà criminale
con la cosca De Stefano, sebbene questo non sarebbe l’unico tratto collusivo con la ‘ndrangheta reggina, atteso come la gran parte di loro vanterebbe anche uteriori rapporti di solidarietà criminale con altre cosche.
L’attività di servizio, fruto di una sinergica collaborazione tra Forze di Polizia, efficacemente coordinate dalla Procura Distrettuale reggina, testimonia l’elevata attenzione rivolta all’individuazione.
Dalla conseguente aggressione dei patrimoni e delle disponibilità finanziarie illecitamente accumulati dalle consorterie criminali di stampo mafioso, allo scopo di arginare l’inquinamento del mercato e della sana imprenditoria, con lintento diripristinare adeguati livelli di legalità, trasparenza e sicurezza pubblica.