Reggio, ritardi nei pagamenti di scrutatori e presidenti di seggio

L’assessorato alle finanze, in capo all’assessore Irene Calabrò, attende segnali da Roma rispetto ai pagamenti da effettuare


Reggio Calabria, ritardi nella liquidazione dei compensi elettorali a favore di presidenti, segretari e scrutatori delle consultazioni referendarie del 12 giugno scorso. A differenza di altri comuni del reggino, dove i compensi sono arrivati, in riva allo Stretto si continua ad attendere a quasi un mese e mezzo dall’election day. Secondo la legge, i termini non sono ancora stati sforati: il pagamento infatti è previsto entro 90 giorni dal giorno delle elezioni.

Diverse le segnalazioni da parte di presidenti e scrutatori, i quali attendono le somme dovute per aver prestato servizio alle consultazioni referendarie. Le responsabilità in questo caso non sono da imputare all’amministrazione comunale, che ha il solo compito di girare ai diretti interessati le somme provenienti dal governo. L’assessorato alle finanze, in capo all’assessore Irene Calabrò e con Franco Consiglio tra i dirigenti più esperti, attende segnali da Roma.

Proprio nei giorni scorsi è arrivata dal governo l’ottima notizia per le casse comunali relativa alla firma da parte del premier dimissionario Mario Draghi del ‘Patto per Reggio’, che prevede risorse per 150 milioni spalmate in 20 anni per le casse comunali. La speranza, da Palazzo San Giorgio, è che le somme dovute alla liquidazione di presidenti e scrutatori delle ultime elezioni possa arrivare nelle prossime settimane, così da chiudere la procedura entro Ferragosto, altrimenti bisognerà aspettare almeno settembre.

Alle comunali reggine del 2020 il ritardo è stato enorme, tanto da superare i limiti previsti dalle normative. I pagamenti infatti sono arrivati a più di 5 mesi dalle elezioni che si erano tenute il 20 e 21 settembre 2020, con turno di ballottaggio (che aveva visto Falcomatà imporsi su Minicuci) il 3 e 4 ottobre.

Per le ultime consultazioni refendarie è prevista una somma superiore per chi ha prestato servizio. La concomitanza tra elezioni amministrative e referendum infatti ha fatto scattare un calcolo diverso per la retribuzione prevista per i componenti dei seggi elettorali (presidente, segretario e scrutatori).

Solitamente per i quesiti referendari è previsto l’importo base di 130 euro per il presidente e 100 euro per gli altri membri. Gli onorari cambiano però in caso di contemporaneo svolgimento dei referendum con il primo turno delle amministrative e vengono adeguati alla normativa per le elezioni comunali: 150 euro per il presidente, 120 euro per gli altri componenti. Restano le quattro maggiorazioni per il numero di quesiti (che sono cinque). Risultato: circa 280 euro per il presidente e 200 per gli altri scrutatori.

Per fare lo scrutatore è necessario presentare domanda al proprio comune di residenza. Si viene quindi inseriti in un apposito elenco. Dall’albo degli scrutatori, con un sorteggio, viene stabilita la lista di quelli che prendono servizio