Caos al Cimitero ed emergenza bare, don Paolo: ‘Ora c’è un problema anche sanitario’

Don Paolo Ielo, sacerdote della parrocchia di Condera, denuncia: 'I ritardi erano già stati evidenziati tempo fa'

Cimitero Salme Parcheggiate (6)

Quanto accade al cimitero di Reggio Calabria è inaccettabile.

Sono oltre 60 le bare accatastate in attesa di sepoltura che sostano dentro le sale mortuarie e all’interno della chiesetta del vecchio cimitero.

Cimitero della vergogna, prima bara dentro un tendone

Cimitero Salme Parcheggiate

E’ stato sgomberato anche uno stanzone dall’altro lato dell’area cimiteriale ma adesso anche quei locali sono pieni e si è iniziato ad occupare l’interno del primo tendone. Ebbene si, c’è adesso la prima bara sotto l’accampamento del Ministero dell’Interno.

La situazione diventa adesso non più tollerabile. L’allarme arriva anche dal parroco del quartiere di Condera, don Paolo Ielo:

“La situazione è complessa e sta diventando insostenibile. Giorno per giorno i numeri delle salme aumentano ed è sempre più difficile perchè ad oggi non abbiamo notizie sulla vicenda. Le salme sono ‘parcheggiate’ in attesa di sepoltura e l’attesa sta diventando molto lunga. Alcune sono lì ferme da un mese e adesso tumulare 60 salme diventa molto ma molto complicato. E’ necessario trovare i posti e al più presto. Sembrerebbe che ci siano adesso un centinaio di loculi ma non capisco perchè la procedura non si stata fatta prima”.

Secondo quanto dichiarato da don Paolo Ielo, la situazione è legata ad un procedimento giudiziario nato a seguito di alcune denunce che hanno portato al blocco dei lavori.

“Mi auguro che i nostri cari abbiamo una sepoltura dignitosa. Fino adesso abbiamo garantito i posti in cappella ma adesso i posti non ci sono più ed è impensabile che si possano mettere le salme sotto un tendone”.

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Alcune salme sono ferme lì, da prima di Natale. E adesso il problema oltre che etico e logistico diventa anche sanitario.

“Devono essere garantite le condizioni igienico sanitarie. Alcune salme risalgono ad oltre un mese fa, i locali sono chiusi e le famiglie non possono nemmeno andare a pregare. I ritardi già erano stati evidenziati tempo fa. Già prima avevamo difficoltà a benedire le salme con sei o sette bare all’interno della cappella. Figuriamoci adesso”.