Sentenza Miramare, Falcomatà ai reggini: ‘Tornerò presto’

Il sindaco sospeso rassicura i cittadini: "L'amministrazione proseguirà il suo lavoro. Vi do la garanzia e la certezze che tornerò"

Giuseppe Falcomatà

All’indomani della sentenza che lo vede condannato per abuso di ufficio, il sindaco sospeso di Reggio Calabria ha scelto di parlare ai cittadini e lo ha fatto attraverso una diretta Facebook, terminata pochi minuti fa.

Falcomatà ha illustrato nel dettaglio, lasciando fuori i tecnicismi, cosa è stato per lui e l’amministrazione comunale della prima legislatura, il “Caso Miramare“.

Il caso Miramare raccontato dal sindaco Falcomatà

“Tutto parte da una delibera che non ha scaturito nessun effetto”.

Si parla della delibera n. 101 del 16 luglio 2015 che “affidava due sale dell’Hotel Miramare ad un’associazione “Il Sottoscala” per fare delle mostre a scopo benefico”.

“Tutto questo, poi, non è mai avvenuto. Noi siamo condannati – ha aggiunto Falcomatà – per abuso di ufficio. È importante che voi sappiate che, per questo reato, deve succedere qualcosa affinché vi possano condannare. È un reato per il quale ci deve essere un vantaggio patrimoniale, un danno erariale, un danno all’amministrazione che si è macchiata di questo reato.

Nel caso specifico del Miramare non so quale possa esser stato il vantaggio patrimoniale. Sono convinto che lo scopriremo nei prossimi giorni quando il tribunale depositerà le motivazioni di questa condanna, una condanna che a differenza di quanto accade nel nostro ordinamento, non prevede la “presunta innocenza” fino al terzo grado di giusto. Per l’abuso di ufficio, infatti, sindaci ed amministratori locale vengono condannati e sospesi ancor prima di arrivare in appello e in cassazione, anche per un solo giorno”.

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“Il paradosso della Legge Severino”

“La condanna per abuso di ufficio, anche se di un solo giorno, comporta la sospensione dalla carica per 18 mesi. Se io fossi stato senatore o deputato non sarei stato sospeso, da sindaco o da consigliere, invece la condanna opera.

Il paradosso è che la mia condanna a 16 mesi è più bassa rispetto a quella della sospensione della legge Severino che è di 18 mesi. La palese incostituzionalità è riscontrata dagli stessi magistrati che, anche nelle scorse udienze, mi hanno incontrato e mi hanno detto “Sindaco se ci dovesse essere un referendum, io voterò per l’abrogazione”.

Non si può bloccare l’amministrazione comunale, rallentare l’iter della città con una sospensione. È in corso la rivisitazione della legge Severino, lo abbiamo sentito a Parma dal Presidente della Repubblica e dal Ministro Lamorgese”.

In conclusione Falcomatà ha ringraziato quanti, in queste ore, hanno mostrato solidarietà nei suoi confronti:

“Il sindaco Catanzaro, Gori di Bergamo, tutti quanti oggi prendono posizione rispetto a questa norma che è  palesemente incostituzionale. Noi rispetto a questo ci stiamo muovendo insieme agli avvocati abbiamo preparato il ricorso alla stregua di quanto fatto da De Luca, De Magistris e dal sindaco di Catania”.

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L’amministrazione comunale va avanti

“Per questi motivi l’amministrazione comunale va avanti nell’interesse esclusivo della città, l’interesse della città deve essere messo sopra ogni cosa.

Ho nominato due vicesindaci. A Brunetti e Versace vanno i miei auguri di in bocca al lupo. La maggioranza porterà avanti il mandato che i cittadini ci hanno riconfermato nel 2020. Soltanto i cittadini al momento delle elezioni possono confermare o meno la fiducia all’amministrazione. Amministrazione che ha la responsabilità e la voglia di andare avanti, soprattutto in un momento storico irripetibile come quello NRR che vedrà protagoniste le metro city.  Abbiamo tantissimi cantieri, servizi che devono andare avanti e, per farlo, c’è bisogno di una classe dirigente legittimata.

Per quanto mi riguarda, mi conoscete sono nato e cresciuto in una famiglia nella quale l’idea di servire la città è insita nel nostro animo e nel nostro cuore, la nostra storia la conoscete, sapete chi siamo e siamo animati esclusivamente da un amore e da una passione viscerale di servire il nostro territorio, di provare, anche con tutti gli errori, a portare avanti un’idea di città.

Nessuno mi potrà distogliere da questo obiettivo, soprattutto non una sentenza di primo grado. Continuerò a stare per strada in mezzo a voi, a fare quello che mi avete chiesto di fare, quello che mi state confermando in queste ore.

Ho ricevuto migliaia di messaggi di solidarietà, di vicinanza, di affetto di ognuno di voi mi scuso perché ancora non ho risposto. Ho preferito stare a casa con la famiglia perché era la cosa più giusta e di cui avevo particolare bisogno, vi risponderò nelle prossime ore. Vi do la garanzia e la certezza che tornerò presto“.