Reggio, diritto all’alloggio: l’appello ai candidati Presidente dell’ass. Un mondo di mondi

L'associazione reggina chiede un confronto ai 4 candidati e risposte concrete sul disagio abitativo


L’Associazione Un Mondo Di Mondi chiede ai quattro candidati alla presidenza della Regione un impegno concreto per garantire il diritto fondamentale all’alloggio adeguato per i nuclei familiari a reddito basso e senza un’abitazione.

Diritto all’alloggio: un mondo di mondi scrive ai candidati Governatori

L’associazione chiede che questo impegno sia accompagnato anche da un confronto per  approfondire le richieste.

Il diritto alla casa nella Regione Calabria, ormai da anni, viene sistematicamente negato attraverso azioni di  “dismissione” della politica degli alloggi popolari e di incosistente sostegno all’affitto. Eppure il disagio abitativo non è un fenomeno che dovrebbe essere trascurato soprattuto in un periodo di pandemia in cui la casa, oltre che un diritto che garantisce gli altri  diritti,  è diventata un presidio determinante contro  il contagio.

Secondo i dati istat circa 165.240  famiglie calabresi, il 20,4% (Fonte Istat) di tutti i nuclei familiari della Regione (810.000) vive in affitto, perché non ha una casa di proprietà. Una parte di queste famiglie in affitto si trova in una situazione di disagio sempre più grave. Circa 42.000 famiglie (fonte Aterp Calabria) delle 165.240 in affitto sono assegnatarie di un alloggio popolare e quindi sono protette dal canone di affitto del mercato privato,  ma  non dalla “cattiva politica degli alloggi popolari”, per la quale  una parte  sempre maggiore  degli assegnatari è costretta a vivere in condizioni abitative antigieniche, di sovraffollamento,  di ghettizzazione e con delle barriere architettoniche.

Mentre  il 22,1% (Fonte Istat  2020, pubblicazione 16 giugno 2021) delle altre 123.240 famiglie che abitano in una casa di affitto sul mercato, ossia 27.236 famiglie,  si trova in stato di povertà assoluta e quindi è in condizione di grave emergenza abitativa, visti i livelli raggiunti dagli affitti del mercato privato e l’assenza di una vera politica di sostegno all’affitto. Di queste 27.236 famiglie circa 11.000 (stima Un Mondo di Mondi del 40,39 % circa) si trovano da anni inserite nelle graduatorie comunali di assegnazione alloggi popolari senza ricevere  praticamente  alcuna  risposta. Il rimanente 59,61% delle 27.236 famiglie (16.236)  non ha presentato neppure la domanda a causa dell’assoluta inefficienza della politica degli  alloggi. Di fronte a questa grave negazione del diritto alla casa  per le famiglie più vulnerabili con una domanda  di alloggi di circa 27.183 famiglie,  l’Associazione chiede ai  candidati alla presidenza della Regione Calabria un serio  impegno per la realizzazione di quattro azioni fondamentali per il rilancio della politica degli alloggi popolari e del diritto  fondamentale alla casa.

Gli interventi necessari

Prima azione: modifica strutturale della legge regionale nr 32/1996 finalizzata alla garanzia del diritto all’alloggio adeguato. La legge regionale che norma l’assegnazione degli alloggi , mal elaborata già nel 1996 e  modificata ancora peggio nel corso degli ultimi 25 anni, rende sempre meno sostenibile il diritto alla casa per le famiglie più fragili. Pertanto le principali modifiche dovrebbero prevedere: l’istituzione di  una anagrafe pubblica digitalizzata degli alloggi popolari, degli assegnatari, della domanda e dell’offerta  di alloggi;  rendere più veloce e trasparente la formulazione delle graduatorie definitive dei bandi ordinari istituendo delle procedure informatiche ed eliminando le commissioni provinciali; imporre ai Comuni in modo tassativo l’esecuzione delle verifiche sulla permanenza dei requisiti degli assegnatari per avere garanzia dell’applicazione del  turn-over e della legalità sulle assegnazioni per superare il racket degli alloggi; rendere più chiare ed efficienti le assegnazioni per i casi di emergenza abitativa;  garantire in modo trasparente le procedure di cambio alloggio per le quali si dovrà prevedere tra le gravi motivazioni anche la ghettizzazione sociale; finalizzare la gestione delle entrate del settore erp esclusivamente per la manutenzione degli alloggi e per le spese di gestione del settore e non più per i buchi del bilancio comunale; garantire sempre la manutenzione straordinaria degli alloggi popolari; prevedere da parte della Regione le verifiche sulle azioni dei Comuni e nei casi di inadempienza applicare tempestivamente un commissariamento efficiente; prevedere nel rispetto della normativa nazionale  i casi di decadenza degli assegnatari che risultano condannati per violenza domestica.

Seconda azione. Ricostituzione delle Aterp provinciali abrogando  la legge di istituzione  dell’Aterp Calabria. L’accorpamento delle Aterp provinciali con l’istituzione dell’Aterp Calabria, decisa con la Legge regionale nr 24/2013 e completata successivamente con la delibera di Giunta nr 66 del 2 marzo 2016 con la quale è stata approvato lo Statuto dell’Ente, è stata una delle scelte che ha contribuito al progressivo smantellamento della politica degli alloggi popolari. L’allontanamento dell’ Aterp dai territori ha reso le attività di gestione sempre più  inefficienti. Per questo che nessun’ altra regione  ha seguito la strada dell’accorpamento. E’ necessario e urgente ritornare alle Aterp provinciali abrogando la riforma dell’Aterp regionale. Sarebbe, inoltre, necessario ed opportuno affidare l’Aterp del territorio reggino alla Città Metropolitana.

Acquisto di nuovi alloggi

Terza azione. Programma regionale di acquisto di nuovi alloggi erp con l’acquisizione dei finanziamenti necessari a cominciare dai fondi Gescal residui. Il patrimonio erp esistente, ridotto progressivamente nel corso degli ultimi decenni  attraverso la dissennata politica di  dismissioni,  è del tutto insufficiente per  affrontare la forte domanda esistente. È quindi fondamentale prevedere la realizzazione di un programma regionale di acquisto di nuovi alloggi  per aumentare il patrimonio  in tutta la Regione in modo da poter garantire una risposta  alla forte domanda esistente.

Il programma potrebbe essere avviato impegnando tutti i fondi Gescal residui della Regione Calabria per l’acquisto di nuovi alloggi dal mercato privato.  Si potrebbero  utilizzare i  finanziamenti europei ed altre risorse, a condizione  di prevedere  esclusivamente l’acquisto di alloggi e non la loro  costruzione, per evitare il consumo di suolo ma anche perché dai dati istat risulta che  in Calabria sono presenti circa 490.000 alloggi privati vuoti.

Quarta azione. Programma per il superamento dei ghetti urbani attraverso la mixitè sociale  e l’equa dislocazione abitativa.  Tutti i centri urbani più importanti del territorio regionale sono  caratterizzati da ghetti  di case popolari e da qualche ghetto informale che concentrando in uno spazio abitativo una elevatissima percentuale di redditi molto bassi  costituiscono dei luoghi con capitale sociale molto scadente e per questo caratterizzati da una strutturale emarginazione sociale, da degrado  e sviluppo delle attività criminali. Sono  luoghi dove il diritto all’alloggio adeguato è negato.  Tra i   ghetti calabresi più noti ci sono i seguenti: Arghillà nord, Ciccarello Palazzine, Archi Cep  e la baraccopoli ex Polveriera a Reggio Calabria; la Ciambra,  la baraccopoli di via Asmara e la tendopoli di San Ferdinando  a Gioia Tauro e nella Piana; la grande baraccopoli di via Scordovillo a Lamezia Terme;  i quartieri di Pistoia, Aranceto,  viale Isonzo e la baraccopoli di Via Lucrezia Della Valle  a Catanzaro;  Via Degli Stadi a Cosenza. Per questi ghetti  la politica regionale e comunale ha effettuato degli interventi  cercando di renderli accettabili con l’implementazione dei servizi. Tuttavia questi interventi, non agendo sulla causa, ovvero  sul concentramento di nuclei a reddito molto basso e quindi sul capitale sociale scadente, non hanno prodotto alcun risultato duraturo. Sarebbe nessario ed urgente che la Regione di concerto con i Comuni sviluppasse un programma di vero superamento dei ghetti con azioni di equa dislocazione delle famiglie  fuori dai ghetti e la demolizione delle stutture abitative;  oppure di mantenimento delle abitazioni  mixando nelle stesse  le famiglie residenti con una calibrata dislocazione in altri territori dei nuclei a reddito più basso    e l’inserimento di famiglie a reddito medio.

Auspichiamo che i quattro candidati prendano in considerazione le nostre proposte sul diritto alla casa assumendo una posizione pubblica.