Aeroporto di Reggio: Bruni punta il dito contro ENAC ed ENAV

Il futuro dello scalo reggino ed i passi da compiere per rilanciare il turismo, secondo la candidata Presidente

Madonna Loreto (99)

L’aeroporto di Reggio Calabria ha bisogno di un “rilancio reale”, è ciò che il direttore di CityNow, Vincenzo Comi, ha fatto notare alla candidata Presidente per la Regione Calabria, Amalia Bruni, ospite questa mattina di Live Break.

Dopo la pausa estiva, il format dedicato alle interviste di stretta attualità è tornato con un’edizione speciale dedicata alle prossime elezioni regionali del 3 e 4 ottobre.

La prima ospite è stata proprio la rappresentante del centrosinistra che ha risposto alle domande della redazione e dei lettori a 360°. Anche a quella riguardante il turismo e lo scalo reggino.

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L’aeroporto di Reggio Calabria

Secondo la scienziata al timone della coalizione di sinistra, il problema di Reggio non è la gestione di Sacal, ma ENAC ed ENAP:

“Il problema non sono le piste che devono essere allungate. Bisogna avere una visione di insieme per quanto riguarda la gestione aeroportuale regionale, ma quest’ultima va differenziata e potenziate in maniera specifica rispetto ai territori”.

Sul Tito Minniti, Amalia Bruni ha affermato:

“C’è un aeroporto che potrebbe funzionare molto di più, vista anche la vicinanza con la Sicilia. Si tratta di un aeroporto di confine che va attenzionato”.

Come?

“ENAC ed ENAP devono sciogliere un nodo, noi lavoreremo per poter a termine il rilancio. I nuovi velivoli, ad esempio, sono perfettamente in grado di volare sull’aeroporto di Reggio, ma, per farlo, sarà necessario un percorso di professionalizzazione e, per fare questo, è indispensabile lavorare di concerto”.

La ricetta per rilanciare il turismo

Secondo la candidata alla Presidenza, per rilanciare il turismo bisogna puntare alla destagionalizzazione e, ancor prima, alle infrastrutture.

“Per alcune aree della Calabria, il turismo ha delle punte di eccellenza, per altre non è affatto così. Quest’anno, ad esempio, siamo stati invasi dagli italiani, ma ciò a cui dovremmo puntare è un turismo destagionalizzato. È quello che serve, è quello che rilancia l’economia”.

Intanto, però, servono le strade.

“Non tutti i posti sono facilmente raggiungibili – ha proseguito Bruni -. Non ppssiamo vivere di turismo solo babalneare, dobbiamo mettere in sintonia le montagne, variabili e diverse le une dalle altre, con il mare e i nostri eccezionali borghi”.

L’elenco delle necessità, però, non finisce qui:

“La Calabria ha bisogno di professionalità e di sanità. Noi attraiamo gli europei anziani che hanno bisogno di trovare un ambiente sereno, di non trovare incendi o il mare sporco. Il turismo – ha concluso- si potenzia facendo interventi anche specifici di aiuto alle imprese e nuovi piani di balneazione”.