Stagione venatoria, la lettera di un cacciatore reggino: ‘Una passione che fa girare l’economia’

Il cacciatore reggino lancia l'allarme per tutta la categoria: "Sempre meno attenzionati e tutelati"


“Sono un cacciatore reggino e anche quest’anno attendo la pubblicazione del fatidico calendario venatorio che per legge deve essere approvato e pubblicato entro il 15 giugno, ma ad oggi 04 agosto 2021, come oramai capita da diversi anni, non vi è alcuna traccia.

Questi ritardi, oltre che lasciare gli appassionati di DIANA in trepida attesa per ciò che concerne date di apertura, chiusura, specie cacciabili ecc…, creano anche parecchi disagi ai cacciatori e agli uffici competenti (Comuni) che si ritrovano al momento senza tesserini venatori e si ritroveranno, nell’ultima settimana di agosto, a svolgere un lavoro intenso per la relativa consegna.

Tanti cacciatori, si ritroveranno in coda, concentrati in un piccolo arco temporale (5/6 giorni) e non è certo il periodo ideale per creare assembramenti. Non si riesce a capire, perché, si devono creare problemi e disagi per una cosa facilmente risolvibile.

La domanda che vorrei porre agli uffici competenti è perché la consegna non inizia sin dai primi giorni di agosto dando la possibilità di smaltire gradualmente il pubblico?

Come ben si sa, i tesserini venatori sono documenti in bianco o meglio con tante caselle che vengono riempite/compilate giornalmente dal cacciatore che esercita l’attività venatoria annotando giorno di caccia, capi abbattuti e atc, quindi la loro consegna non è per nulla vincolante al calendario venatorio e poteva iniziare tranquillamente con netto anticipo.

Altra profonda delusione e che denota poca attenzione verso la nostra categoria è la mancata applicazione di uno sconto da parte dello Stato per la tassa governativa e da parte dalla Regione Calabria sulla tassa regionale (così come ha fatto la dirimpettaia Sicilia) per le limitazioni che ci sono state causa emergenza Covid-19 lo scorso anno.

Perché non è stato deliberato nulla in merito e chi ci dovrebbe difendere e tutelare cosa ha fatto per fare avvenire ciò? Solo una semplice richiesta senza nessun seguito o neanche quella?

Ogni anno che passa ci ritroviamo con calendari venatori che includono limitazioni sempre maggiori per ciò che concerne date di apertura e chiusura, specie cacciabili migratorie escluse o limitate in brevi archi temporali, migliaia di ettari di territori sottratti da parchi, zps, siti natura 2000 e oasi, che sia chiaro ben vengano, ma non in maniera così scellerata e in alcuni casi chiudendo e limitando solo l’attività venatoria in luoghi dove non c’è alcun senso. (perché molte altre cose sono consentite pic nic, gare automobilistiche, raccolta funghi, percorsi con moto, bici)
In merito alle specie migratorie cacciabili vorrei aprire una relativa parentesi e faccio una domanda rivolgendomi agli esperti che con i loro studi regolamentano i prelievi.

Essendo l’Italia paese europeo perché le misure adottate non sono equiparate ad altri stati?

Prendiamo come esempio il tordo bottaccio, (ma vi sono anche altre specie e periodi che possono essere prese in considerazione).

Perché in Italia il prelievo di tale specie è consentito in alcune regioni fino al giorno 20 gennaio, in altre fino al 31 e ad esempio nella vicina Grecia è consentito cacciarlo fino al 28 febbraio?

Trattasi di specie come detto prima migratoria, che come è ben visibile a tutti, non effettua alcun ritorno prenuziale nel mese di gennaio, mese ancora freddo anche a causa dei cambiamenti climatici, (basta guardare che è presente nelle nostre regioni in maniera abbondante fino a tutto marzo anche primi di aprile) e poteva essere cacciato tranquillamente fino al 28 febbraio.

Comunque visto che gli studi dicono altro, e onestamente tale teoria non mi suona in maniera corretta, allora tale specie dovrebbe essere salvaguardata e tutelata in tutto il continente europeo alla stessa maniera e non consentendo viaggi all’estero ove per giunta vengono effettuati prelievi senza criterio.

Così facendo abbiamo paesi di serie A e altri di serie C, e qualcuno mi spieghi il perché. Tali studi non hanno molto senso anche in virtù che stiamo parlando di paesi con le stesse caratteristiche climatiche e ambientali.
Quindi riepilogando, sembrerebbe che sono solo i tordi italiani a fare il ritorno prenuziale e a nidificare a partire dal mese gennaio.

Invece che incrementare l’attività venatoria e il turismo nel nostro paese portando così ulteriori benefici a tutte quelle attività che gravitano attorno a questa nostra passione (armerie, allevatori, bar, ristoranti, alberghi, benzinai), si incrementa il turismo venatorio per giunta incontrollato altrove. La cosa mi lascia molto perplesso, ciò denota che gli altri paesi hanno sempre una marcia in più o forse sono rappresentati da persone più preparate e competenti.

Potrei continuare ad elencare ulteriori cose che non funzionano (ripopolamenti fatti in periodi sbagliati, gestione delle specie nocive (gazze, cornacchie) che potevano essere cacciate anche nei periodi di febbraio e marzo perché sappiamo benissimo i danni che creano, deroghe ad alcune specie altamente dannose (storno) ecc ecc.. ma mi fermo qui perché so benissimo che mai nulla cambierà fin quando si continuerà a fare una gestione scellerata e senza criterio, questo non perché lo dico io ma perché sono i fatti che lo dimostrano.

Il cacciatore oramai viene visto e descritto o meglio fatto passare come persona crudele, violenta, ma sappiamo benissimo che la cosa non è così perché per essere cacciatore bisogna in primis avere una fedina penale più che pulita, perché il cacciatore è colui che più di altri è a contatto con il territorio, lo conosce e contribuisce alla tutela dello stesso.

Una figura nobile del passato e che allo stesso tempo mantiene viva e sviluppa l’economia, non può ad oggi essere vista in tutt’altro modo e sta a noi lottare per far sì che certe tradizioni rimangano inalterate nel tempo.
Si dice che l’unione fa la forza, beh forse è giunto il momento di compattarsi tutti senza se e senza ma (associazioni venatorie, armieri, cacciatori e politica tutta) perché i benefici che tale pratica porta ai vari comparti può essere solo positiva soprattutto in un periodo delicato come quello che stiamo vivendo.

Nella speranza di una stagione venatoria libera da dedicare sempre nella massima attenzione e prudenza e che questo virus molli finalmente la presa, faccio un grosso ibal a tutti gli amici cacciatori”.

Roberto Zerotti