Reggio, Pino Aprile presenta ‘Tu non sai quanto è ingiusto questo Paese’
"L'Italia è il paese più ingiusto d'Europa - scrive Aprile - non è un'opinione, è un fatto". A Reggio la presentazione della sua ultima fatica letteraria
29 Giugno 2021 - 15:42 | Comunicato
Questa sera, martedì 29 giugno, Pino Aprile presenterà il suo ultimo capolavoro: “Tu non sai quanto è ingiusto questo Paese”, ore 20:30, Piazza Stazione FS S. Caterina.
Pino Aprile a Reggio Calabria
“In un momento molto particolare, dove la questione meridionale è sempre di grande attualità, i rapporti Svimez segnalano una crisi economica e sociale senza precedenti per la nostra Calabria. La pandemia ha accentuato il Pil a -9, la crisi sociale nelle famiglie calabresi si è allargata, basta verificare i dati del banco alimentare, che, con grande solidarietà, aiuta tantissime persone. La pubblica amministrazione anziché aprire a nuovi ingressi di giovani, ha un organico la cui età media è di sessanta anni, e dal cambio generazionale potrebbe ripartire il rinnovo nei vari Enti, nazionali e locali, con migliaia di assunzioni, che permetterebbero a tutti i Comuni calabresi di sopperire alla mancanza di personale per dare risposte nei vari servizi comunali. Il Recovery fund sembra un’occasione mancata per il Sud: la maggior parte dei fondi, così come stabilito dall’Europa (70 al sud), non trova riscontro nei palazzi del potere”.
Assieme a Pino Aprile, giornalista e scrittore tra i pochi meridionalisti in campo, l’associazione Incontriamoci Sempre per il volontariato analizzerà la situazione che dovrebbe portare ad un’unità di intenti di tutte le forze politiche, per lo sviluppo e la crescita di un territorio che ha tutti i numeri e le potenzialità per dare risposte ad un popolo civile e laborioso come quello meridionale.
L’evento di svolgerà all’aperto e in osservanza di tutte le norme anti-Covid. Si raccomanda la massima puntualità.
“Tu non sai quanto è ingiusto questo Paese”
«Si può parlare di bilanci di Stato e politiche sanitarie quanto si vuole, ma se scopri che fra calabresi e bolzanini c’è una differenza di 20 anni di buona salute (sino ai cinquant’anni i primi, settanta i secondi), non servono più tante spiegazioni: se, quando uno diventa “vecchio”, l’altro ha ancora vent’anni da campare nella pienezza delle proprie possibilità, ciò che viene sottratto a una parte degli italiani non è un diritto all’equità di finanziamenti per la salute, ma la vita stessa».
Ho scritto “Tu non sai quanto è ingiusto questo Paese” perché nessuno possa più dire di non sapere.