Reggio – Tirocinanti in piazza ancora nel limbo. ‘Lavoro vero e non in nero’ – FOTO
Nei prossimi giorni si dovrebbe tenere a Roma un tavolo tecnico dedicato al lavoro, con la presenza dei Ministri Brunetta e Carfagna
27 Aprile 2021 - 10:07 | di Eva Curatola
Come annunciato nei giorni scorsi i tirocinanti Area Metropolitana di Reggio Calabria, nel tardo pomeriggio di ieri, lunedì 26 aprile, sono scesi in piazza. Tantissimi lavoratori hanno deciso di dire “basta” al loro stato perenne di precariato e protestare per i loro diritti. Presenti al sit-in anche diversi esponenti politici.
“Lavoro vero e non lavoro in nero” è questa la richiesta fondamentale che una delegazione di tirocinanti ha portato all’interno di palazzo Campanella, in seguito ad un incontro con il Presidente Arruzzolo.
La manifestazione in piazza dei tirocinanti reggini
Erano circa 250 i lavoratori presenti a piazza del Popolo. Una folta squadra di reggini assegnanti agli Enti più disparati: dal Comune alla Città Metropolitana, passando per la sanità, le scuole, il tribunale. Ma chi è il tirocinante? E perché le proteste dilagano da nord a sud della Regione?
La figura del tirocinante calabrese è a molti sconosciuta. È come una figura mitologica, né dipendente, né libero professionista che guadagna la misera cifra di 500,00 euro di indennità, pagata ogni 3 mesi. Il tirocinante che dovrebbe fare formazione e quindi apprendere un nuovo mestiere all’interno dell’ente cui è stato affidato in base ad una graduatoria, dopo tanti anni nello stesso ambiente potrebbe farla lui ai dipendenti, però non ha diritti, né ferie, né malattia, né permessi. Le festività vengono considerate assenze e, soprattutto, non ha contributi, né anzianità di servizio. Il paradosso è che l’indennità percepita gli fa superare i limiti reddituali, pur non essendo uno stipendio o un compenso. La cosa più assurda è che gli enti non ne possono fare a meno.
Al sit-in hanno aderito anche diversi esponenti politici, tra i quali: l’Onorevole Francesco Cannizzaro, il candidato Carlo Tansi, Candeloro Imbalzano, il consigliere comunale Antonino Maiolino e gli ex amministratori del Comune di Polistena con a capo Michele Tripodi, da sempre vicino ai tirocinanti.
I lavoratori in piazza hanno espresso il loro apprezzamento per la presenza delle istituzioni, ma si sono detti anche dispiaciuti per l’assenza del Sindaco e, in particolar modo, delle sigle sindacali.
I tirocinanti Area Metropolitana di Reggio Calabria, infine, hanno voluto rivolgere un sentito ringraziamento alle forze dell’ordine presenti sul posto: Polizia Locale, Carabinieri, Guardia di Finanza. Ed in particolar modo la Digos, che ha favorito la realizzazione della manifestazione.
L’incontro con il Presidente Arruzzolo
Il Presidente del Consiglio Regionale ha ricevuto una delegazione di tirocinanti, composta da: Antonino Federico, Rosa Ferrandello, Francesco Megalizzi, Claudio Valli e Domenico Sorgonà.
Ai massimi vertici regionali, i tirocinanti hanno presentato le loro richieste:
“Dopo tantissimi anni di lavoro in nero nelle pubbliche amministrazioni, dalla giustizia, alla scuola, dagli enti statali a quelli locali, alla sanità) riteniamo sacrosante la nostra stabilizzazione – hanno affermato i tirocinanti. L’opportunità del Recovery Fund noi non abbiamo intenzione di lasciarcela sfuggire. Pertanto chiediamo al Presidente Arruzzolo di indire un consiglio regionale con un unico punto all’ordine del giorno “Individuazione risorse e percorso per la stabilizzazione dei circa 7 mila tirocinanti, con la presenza di una nostra rappresentanza in qualità di uditori. In mancanza di tempestivo riscontro, la nostra lotta sarà più aspra ed eclatante”.
Arruzzolo ascoltando le loro istanze ha chiesto ai tirocinanti 15 giorni di pazienza in quanto sembrerebbe che, proprio in questi giorni, a Roma si terrà un tavolo tecnico dedicato al lavoro, con la presenza dei Ministri Brunetta e Carfagna, al quale la Regione Calabria è invitata a partecipare.
Il Presidente della Regione ha preso l’impegno di fronte ai lavoratori di indire, nel caso in cui dal Governo nazionale non arrivino tempestive novità, un Consiglio straordinario ad hoc.