Da parco archeologico a savana: l’infausto destino di Piazza Garibaldi – FOTO
A 5 anni di distanza dai primi ritrovamenti, Piazza Garibaldi vive più che mai nell'incuria e nell'abbandono
28 Febbraio 2021 - 17:19 | di Eva Curatola
La storia di Reggio Calabria non finisce mai e non smette mai di stupire. È per questo che non ci si sorprende più di tanto se scavando, neanche troppo, nel sottosuolo, vengono fuori qui e là reperti archeologici di inestimabile valore che raccontano il passaggio di popoli e civiltà che hanno scritto le pagine più antiche della città dello Stretto. Così è stato per piazza Garibaldi che oggi, purtroppo, vive in un totale stato di incuria e abbandono.
Il progetto di piazza Garibaldi (mai realizzato)
Tutto è iniziato nel 2016 con il ritrovamento di reperti archeologici duranti i primi lavori che avrebbero dovuto dare alla luce, invece, un nuovo parcheggio cittadino.
Da lì in poi si è aperta una sorta di partita a ping pong tra Comune, Soprintendenza, Ministero e la cara e vecchia burocrazia che, di certo, ha la sua buona dose di colpe nel rallentamento di un progetto che, a quasi 5 anni di distanza, non ha ancora visto nulla di fatto.
Un grande tappeto con aree verdi che porta dal Corso Garibaldi alla Stazione ferroviaria, eliminando un tratto della via Nino Bixio che oggi taglia in due l’area.
Solo a pensarci si mozza il fatto, per la bellezza racchiusa nell’opera, ma anche per la domanda che, da automobilisti, è impossibile non porsi: e il traffico veicolare? Il progetto iniziale della nuova piazza Garibaldi prevedeva, infatti, un’area interamente pedonale in cui le vetture sarebbero passate attraverso un sottopassaggio nella zona della stazione centrale. Un modo senz’altro logico per permettere la passeggiata e la fruizione degli scavi. Il tutto mantenendo l’alberatura che rappresenta un elemento di pregio.
Era il lontano 2018 quando, proprio sulle pagine di CityNow, annunciavamo la fantastica opera:
“Si vuole dare un respiro diverso a questo grande spazio, fino ad oggi utilizzato come parcheggio, in cui alberga il degrado urbano e sociale, che invece rappresenta la sintesi della storia della città”.
Cosa è cambiato
Da allora poco o nulla è cambiato, se non che la zona di piazza Garibaldi vive in uno stato di incuria e abbandono che, forse, mai si sono registrati prima d’ora nella storia della città.
A testimoniarlo sono le foto di buste della spazzatura abbandonate all’interno di una zona recintata che, giorno dopo giorno, assomiglia sempre di più ad una “savana” e non nel senso buono del termine.
Rami, foglie, arbusti, canne, chi più ne più ne mette. Un vero e proprio scempio nel cuore del città che passa, forse, inosservato agli occhi delle istituzioni, ma non a quelli dei cittadini, in particolar modo dei residenti e dei commercianti che, con il passare degli anni, hanno iniziato a perdere le speranze sulla prosecuzione dei lavori.
Eppure, nel secondo progetto, quello stilato una volta venuti alla luce gli scavi, si faceva cenno ad importanti finanziamenti per la riqualificazione dell’area:
“Il finanziamento di 11 milioni (esattamente 11.914.846,39) sarà così suddiviso: 2.367.707,71 euro dei fondi di cui la legge 472/99 (“Interventi nel settore dei trasporti”) verranno utilizzati per realizzare un “parcheggio area adiacente piazza Garibaldi” mentre 9.547.138,68 euro (fondi legge 246/89 – ex decreto Reggio) saranno utilizzati per la “riqualificazione piazza Garibaldi”, messa in sicurezza degli scavi e valorizzazione dei resti archeologici”.
Le cose sembravano aver preso una piega diversa nel 2020, quando si era intenzionati a procedere con gli scavi, che avrebbero di fatto eliminato la presenza dell’attuale edicola della piazza (cui sarebbe stata affidato un altro spazio comunale leggermente più a Sud). Una ditta campana, della provincia di Salerno per l’esattezza, si era anche aggiudicata il bando per i lavori ma, da allora, tutto tace. Ed a piazza Garibaldi, però, le erbacce continuano a crescere e i reggini continuano a domandarsi cosa ne sarà di questo salotto bello della città, per troppo tempo bistrattato.
La speranza per il futuro
La speranza di CityNow e, sicuramente, anche di chi vive la città, è quella di vedere tornare al più presto un luogo storico del nostro Comune al suo vecchio splendore.