I fatti di Torino e la condanna Appendino, Falcomatà: ‘Necessaria una revisione del testo unico’
In relazione al caso della sindaca di Torino, Falcomatà annuncia la richiesta, da parte dei primi cittadini d'Italia, di una revisione del Testo Unico degli enti locali
01 Febbraio 2021 - 12:29 | di Eva Curatola
Fin dove si spinge la responsabilità di un sindaco? Secondo la legge ben oltre quella che è l’opinione comune. La dimostrazione è la recente condanna del primo cittadino di Torino.
Chiara Appendino, solamente pochi giorni fa, è stata condannata, ad 1 anno e 6 mesi, con sospensione condizionale della pena nel processo per i fatti accaduti il 3 giugno 2017 in piazza San Carlo durante la finale di Champions League tra Juventus e Real Madrid. Subito dopo la sentenza è partita la solidarietà da parte di sindaci di tutto lo Stivale, tra cui anche quello di Reggio Calabria.
La condanna Appendino
Accusata di disastro, omicidio e lesioni colpose, l’Appendino subito dopo la sentenza ha detto:
“Se è vero che la carica istituzionale che ricopro comporta indubbiamente delle responsabilità, alle quali non ho alcuna intenzione di sottrarmi, è altrettanto vero che oggi devo rispondere, in quanto sindaca, di fatti scatenati da un gesto – folle – di una banda di rapinatori. Proprio sul difficile ruolo dei sindaci, sui rischi e sulle responsabilità a cui sono esposti, forse andrebbe aperta una sana discussione.
Il 3 giugno del 2017, durante la proiezione della finale Juventus-Real Madrid, una banda di quattro rapinatori, armati di spray urticante, si introdusse in mezzo alla folla e lo spruzzò per rubare collane e orologi preziosi – ricorda la sindaca – Questo gesto scellerato scatenò il caos che portò a molti feriti e alla morte di due persone. I quattro sono già stati condannati a 10 anni per omicidio preterintenzionale, anche in appello. Oggi, in un altro processo, la stessa Giudice ha condannato me (insieme ad altre 4 persone) a 1 anno e 6 mesi per una serie di reati colposi legati a quei fatti. È una decisione che accetto e rispetto, anche per il ruolo che rivesto.
La tesi dell’accusa, oggi validata in primo grado dalla Giudice, è che avrei dovuto prevedere quanto poi accaduto e, di conseguenza, annullare la proiezione della partita in piazza – prosegue Appendino – È una tesi dalla quale mi sono difesa in primo grado e che, dopo aver letto le motivazioni della sentenza con i miei legali, cercherò di ribaltare in Appello perché è evidente che, se avessi avuto gli elementi necessari per prevedere ciò che sarebbe successo, l’avrei fatto. Ma così non fu e, purtroppo, il resto è cronaca. Non ve lo nascondo, questa tragica vicenda mi ha segnato profondamente. Quei giorni e i mesi che sono seguiti, sono stati i più difficili sia del mio mandato da sindaca sia della mia sfera privata, personale. E il dolore per quanto accaduto quella notte è ancora vivo e lo porterò sempre con me. Con la stessa sincerità vorrei aggiungere ancora una cosa: a questi sentimenti, oggi, si somma anche una sensazione di amarezza. Concludo questo messaggio con un grazie a tutte le persone che mi sono state vicine, soprattutto in questi giorni, e ai miei legali, fiduciosa di riuscire a far valere le nostre tesi nei prossimi gradi di giudizio”.
Falcomatà: “Sindaci al lavoro per cambiare il Testo Unico”
A margine della conferenza di presentazione del nuovo Segretario Generale del Comune di Reggio Calabria, il sindaco Giuseppe Falcomatà ha speso qualche parola per parlare di responsabilità amministrativa e dei recenti fatti che hanno portato in prima pagina il sindaco di Torino:
“Oggi tutti possono capire, ancora di più, quelle sono le responsabilità di un sindaco e dell’amministrazione comunale. Una struttura tecnico-amministrativa attenta e robusta serve in qualche modo, passatemi il termine, a guardare le spalle al sindaco che, abbiamo visto, in questi giorni, può essere esposto a responsabilità anche per situazioni di cui magari ha poca conoscenza o competenza”.
Secondo il primo cittadino di Reggio Calabria:
“In quel guazzabuglio di norme che regola le responsabilità dei sindaci, va a prevalere la responsabilità di posizione. Qualche tempo fa, abbiamo visto la condanna del sindaco di Genova Marta Vincenzi condannata, in primo grado e in appello, per omicidio colposo plurimo, disastro colposo e falso, per i fatti avvenuti in occasione dell’alluvione di Genova del 4 novembre 2011. Pochi giorni fa, invece, è arrivata la condanna per strage del sindaco di Torino Chiara Appendino. Credo che rispetto a questa situazione una riflessione vada assolutamente fatta.
In questo momento i sindaci di tutta Italia si stanno muovendo per risanare le norme del testo unico degli enti locali chiedendo una revisione. Viviamo un momento storico in cui i primi cittadini sono chiamati a grandi responsabilità e si muovono in un ginepraio di norme e regolamenti dai quali è difficile venir fuori, rispetto ai quali pagano anche conseguenze come unici responsabili.
È fondamentale, quindi, circondarsi di un apparato burocratico e amministrativo che possa evitare inciampi, ma soprattutto che garantisca la sicurezza, il rispetto delle regole”.