Odissea Calabria, Spirlì: ‘Stiamo dando lezioni a chi ci voleva sofferenti’

"Tutti si aspettavano di vedere la Calabria stesa, ma noi siamo emersi". Le parole del Presidente sulla situazione Covid nella Regione

Nino Spirlì

L’odissea vissuta dalla Calabria, non solo nel 2020, ma in particolar modo negli ultimi mesi, non può passare inosservata. Lo sforzo ed i sacrifici dei calabresi, spesso avvolti dal pregiudizio e da stereotipi che contribuiscono ad alimentare le maldicenze, non può essere minimizzato.

La pensa così anche il Presidente facente funzioni che, ai giornalisti di Catanzaro presenti alla conferenza stampa in Cittadella, ha spiegato:

“In questi mesi di emergenza pandemica, come Calabria, abbiamo dimostrato che l’unica classificazione che si può fare delle Regioni è solo quella alfabetica. Non siamo né peggiori, né migliori degli altri”.

“Stiamo dando lezioni a chi ci voleva sofferenti”

“Quello che non ho sopportato in questo periodo – ha aggiunto Spirlì – è stato quel catastrofismo dei media, soprattutto nazionali ma non solo, sulla tenuta della Calabria. La nostra regione ha invece dimostrato una capacità, una potenza di contrasto al virus come poche altre realtà. Adesso, mi auguro che i calabresi, che sono stati eccellenti nei loro comportamenti, continuino ad esserlo ancora di più e non si abbandonino all’ansia e, soprattutto, alla disperazione. È necessario, infatti, che in queste feste lo svago sia intelligente e controllato. Stiamo dando lezioni a tutti, soprattutto a quelli che ci volevamo vedere sofferenti, pezzenti e a abbandonati a noi stessi”.

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“Ci hanno assegnato la bandiera nera, ma noi siamo mersi”

Secondo Spirlì:

“I calabresi hanno dimostrato di sapere reggere le briglie di questo cavallo impazzito che è il Covid. I nostri numeri, grazie a Dio, sono veramente bassi. E grazie anche ai nostri sanitari. Abbiamo trecento persone ricoverate e 20 posti di terapia intensiva occupati, quindi vuol dire che tutto si è regolarizzato e non abbiamo qui numeri spaventosi che in tanti pensavano dovessero arrivare in Calabria.

Ci avevano assegnato la bandiera nera pima ancora di sapere in che condizioni stavamo. Sappiano che la nostra sanità è in ginocchio ma è anche vero che la qualità dei nostri sanitari è talmente alta che la gente torna a casa dall’ospedale. Abbiamo avuto, sempre grazie a Dio, dei numeri bassi anche nella mortalità. Sono sempre troppi quelli che ci lasciano, ma tutti si aspettavano di vedere la Calabria stesa davanti ai pronto soccorso dei nostri ospedali ma, grazie a Dio, abbiamo ancora una volta dimostrato di riuscire ad emergere passando in tempi brevi dalla zona rossa alla zona gialla. Perché ce lo meritavamo”.