La Crpo Calabria ha coinvolto gli studenti reggini grazie al dibattito telematico “Fatti di parole! Il rispetto genera amore”
Il riuscito dibattito a distanza proposto dalla Crpo Calabria ha visto protagonisti importanti personalità impegnate nel contrasto del femminicidio e coinvolto numerosi studenti di diverse scuole reggine
27 Novembre 2020 - 11:13 | di Domenico Suraci
Si è svolto lo scorso 25 novembre in occasione della “Giornata mondiale contro la violenza sulle donne”, rigorosamente a distanza tramite piattaforma telematica, l’incontro organizzato dalla Commissione regionale per l’uguaglianza dei diritti e della pari opportunità tra uomo e donna dal titolo “Fatti di parole! Il rispetto che genera amore”.
Hanno partecipato il questore di Reggio Calabria, dr. Bruno Megale, la consulente di comunicazione, formatrice, ideatrice del progetto nazionale «Parole O_Stili» dott.ssa Rosy Russo, la psicologa, psicoterapeuta, consulente P.O. CNOP dott.ssa Dominella Quagliata, i docenti delle scuole aderenti all’iniziativa insieme ai loro studenti del Liceo Scientifico Statale «A. Volta», del Convitto Nazionale di Stato «T. Campanella» e dell’Istituto Tecnico Industriale Statale «Panella-Vallauri», giornalisti e le componenti della Crpo Calabria.
Più di 100 ragazzi collegati in videoconferenza per ascoltare gli ospiti esperti in tema di violenza e di linguaggio violento. Tutti insieme per dire sì ad un linguaggio rispettoso dell’altrui persona nella speranza di vedere applicata la parità di genere e sensibilizzare alla non violenza. I ragazzi si sono dimostrati interessati tanto da richiedere la presenza della Crpo Calabria per ulteriori attività. La violenza si può combattere solo con una rivoluzione culturale, un cambiamento di pensiero e non altre norme dato che ve ne sono a sufficienza. Ma purtroppo proprio il 25 novembre in Calabria due donne sono morte uccise dal proprio compagno in tal senso è necessario far rete per fermare questa mattanza.
Saluti istituzionali della Crpo Calabria
La dottoressa Cinzia Nava, ha elencato, introducendo l’incontro moderato insieme alla giornalista e membro della Crpo Anna Briante i principi che hanno spinto a proporre l’evento.
La violenza è un fenomeno barbarico, un flagello mondiale come definito dall’ONU per le dimissioni assunte. Ogni 3 giorni una donna perde la vita per mano del proprio compagno. E quindi forse non è ancora sufficiente la protezione data alla donna.
Bisogna quindi agire e farlo anche velocemente, e non solo con spot televisivi o convegni. Il compito della Crpo Calabria non è quello di raccogliere dati sul numero delle vittime ma di mettere in atto delle azioni di sensibilizzazione alla non violenza che possano contribuire ad eliminare o ridurre il problema. Anche con proposte di legge a favore delle vittime.
Al momento una proposta di modifica alla legge nazionale 4/2018 è depositata al Parlamento per essere vagliata e forse approvata. È necessaria una forte azione di prevenzione ed educazione al rispetto reciproco per eliminare gli stereotipi di genere che sono alla base della violenza e che sono retaggio del passato e che mettono la donna in uno stato di subordinazione rispetto all’uomo.
L’evento di oggi con i ragazzi perché bisogna partire dalle scuole per insegnare che amare non è paura e paura non fa rima con amore.
L’intervento del questore di Reggio Calabria dott. Bruno Megale
Il questore di Reggio Calabria si è focalizzato sull’azione di prevenzione e repressione delle forze dell’ordine, ma non solo:
Il femminicidio è un fenomeno gravissimo ed estremamente attuale – ha evidenziato il dr. Bruno Megale – spero non sia celebrato e contemplato il contrasto a questo fenomeno solo ed esclusivamente il 25 novembre. La Polizia di Stato da oltre un decennio si è attrezzata dal punto di vista preventivo e repressivo su l’intero territorio nazionale. Il codice rosso ha introdotto una serie di specifici reati. In tal senso sono state introdotte una serie di misure preventive che lo stesso Questore può applicare. Esorto l’intera popolazione, a rivolgersi alla Polizia di Stato così saremo in grado di intervenire tempestivamente. Il “Protocollo EVA” (Esame Violenze Agite), ed il “Protocollo L.i.a.n.a.” (Linea interattiva assistenza nazionale antiviolenza) sono fondamentali e stiamo ottenendo ottimi risultati. L’App Youpol nata per contrastare inizialmente il bullismo e lo spaccio all’interno dello scuole, è stata poi applicata anche per individuare reati contro le donne. Il questore è dotato anche di altri strumenti, può contrastare questo fenomeno con l’ammonimento, prima ancora che venga attivato il procedimento penale, infatti ha i poteri di procedere ad esempio togliendo le armi al potenziale carnefice e può intervenire con sorveglianza speciale ed eventuale divieto di dimora.
L’invito del questore all’uso consapevole dei Social Network
Voglio concentrami sui ragazzi che devono prestare attenzione sui social network – ha ribadito anche in questo incontro il dirigente funzionario del Ministero degli Interni – le vittime di “revenge porn” hanno conseguenze psicologiche devastanti, abbiate massimo rispetto nei confronti delle persone, spesso si agisce in modo goliardico senza rendersi conto. La Polizia di Stato è presente, può combattere questo fenomeno, abbiamo del personale molto preparato per muoverci in tal senso.
La dott.ssa Rosy Russo consulente di comunicazione, formatrice, ideatrice del progetto nazionale «Parole O_Stili»
La dott.ssa Rosy Russo nel suo interessante passaggio a distanza ha spiegato che il progetto “Parole O_Stili” ha l’ambizione di ridefinire lo stile con cui le persone stanno in Rete, vuole diffondere l’attitudine positiva a scegliere le parole con cura e la consapevolezza che le parole sono importanti.
Il potere delle parole: commuovono, uniscono, scaldano il cuore. Oppure feriscono, offendono, allontanano. In Rete, spesso l’aggressività domina tra tweet, post, status e stories. È vero che i social media sono luoghi virtuali, ma è vero che le persone che vi si incontrano sono reali, e che le conseguenze sono reali. Per questo oggi, specie in Rete, dobbiamo stare attenti a come usiamo le parole.
La dott.ssa Dominella Quagliata psicologa, psicoterapeuta, consulente P.O. CNOP
Molto interessanti e profonde le considerazioni della della dott.ssa Dominella Quagliata, psicologa, psicoterapeuta, consulente P.O. CNOP che ha ragionato sul delicato tema in maniera completa, a 360° affrontando delle sfaccettature della questione che se capite potrebbero migliorare le modalità di approccio al problema e quindi facilitarne la soluzione:
Vorrei rivolgere un saluto ad Aisha e Loredana, due donne che ci hanno lasciato, Loredana a Catanzaro a qualche chilometro da noi – ha esordito così la dott.ssa Quagliata – morte in quanto donne. Quando sento dire perché non si riduca il termine femminicidio in “semplice” omicidio si sbaglia. Il femminicidio non è la morte di una donna ma è la morte di una donna perché è donna.
E’ importante ascoltare il parere dei ragazzi grazie ad incontri di questo tipo. Negli anni il concetto di femminile e maschile si sono avvicinati, si sono fatti passi da gigante però tutt’ora vogliamo rappresentare un modello femminile. Un esempio è il linguaggio di genere. Si dice avvocato o avvocata, sindaco o sindaca? L’accademia della Crusca è stata chiara, ma nonostante ciò si hanno difficoltà. Noi nasciamo di sesso maschile o femminile, cresciamo e poi diamo per scontato che diventiamo uomini o donne, ma non si diventa uomini e donne solo perché il nostro corpo cresce.
Dobbiamo decidere che tipo di uomo e donna diventare, posso prendere dei modelli, ma nessuno di questi modelli può essere “il mio modello”, non dobbiamo concentrarci su unico modello maschile o femminile. A prescindere dalle sue scelte, un maschio è uomo se cambia il pannolino, cresce professionalmente, non facciamo differenza invece quando si parla di donna, ci si chiede se debba fare carriera o procreare figlie, se deve stirare le camicie o meno, si battaglia sul modello femminile non va bene così a 14 o 15 o 16 anni devo guardare a me come persona unica, come persona che vuole essere ciò che è ed ascoltare sé stessa.
Non c’è cosa è giusto per essere ascoltati, c’è cosa è sano, ovvero l’ascolto ed il rispetto di se stesse. Se vi fa bene dialogare con gli amici e le amiche e vi vanno bene certi atteggiamenti o certe parole, siete voi stesse a dover stabilire se è accettabile o meno. Quindi anche se chi mi sta d fronte afferma di stare scherzando io non ci devo pensare due volte ad allontanarmi.
Quindi ritornando al femminicidio di Aisha e Loredana, è iniziato tutto con una parola, quando loro hanno sentito dirsi di essere suscettibile, hanno sbagliato, è necessario, anzi bisogna farsi rispettare, bisogna rifiutare qualsiasi tipo di questo atteggiamento, già alla prima parola di troppo bisogna interrompere il rapporto. E’ un messaggio fondamentale, bisogna decidere una volta per tutte di scegliere di essere uomo e di essere donna, ciò che voi volete essere! Abbiate il coraggio di dire non sono debole, io sono questo, io sono questa. Io devo piacere non solo per il mio corpo per quello che sono. Se non va bene, avanti un altro!
Hanno arricchito il dibattito con interessanti testimonianze altre componenti della Crpo. Durante l’interattività una studentessa dell’Istituto Tecnico Industriale Statale «Panella-Vallauri» ha richiesto maggiori informazioni sul “revenge porn” e la possibilità di organizzare percorsi extracurriculari finalizzati a capire meglio il terribile fenomeno.
Conclusioni della tavola rotonda telematica
Durante le conclusioni la dottoressa Cinzia Nava ha risposto alla studentessa, che chiedeva approfondimenti sul “revenge porn”, spiegando che altri eventi saranno organizzati nelle altre province della Calabria ed anche nelle scuole con l’intenzione di portare avanti il dibattito del riuscito incontro telematico ricordando sempre che l’amore non genera morte, il rispetto genera amore.