Falcomatà bacchetta consiglieri e detrattori del Decreto Agosto: ‘Analfabeti funzionali’
Con l’approvazione del Bilancio il sindaco si toglie i sassolini dalla scarpa: ‘I conti si fanno sempre alla fine’
20 Novembre 2020 - 22:58 | di Claudio Labate
Per il sindaco Giuseppe Falcomatà, quello appena approvato dal Consiglio comunale, è stato il Bilancio “più duro, intenso e sofferto” tra quelli approvati fino ad oggi. Il suo è l’intervento conclusivo che di fatto chiude un lungo dibattito dipanatosi tra la posizione della maggioranza che ha esaltato la prospettiva di un futuro più agevole grazie al Decreto Agosto, e l’opposizione che ha fatto leva sull’ultima relazione della Corte dei Conti che sanciva il sostanziale default dell’Ente per dire che non si è provveduto a dare risposte ai rilievi dei giudici contabili.
Falcomatà bacchetta consiglieri e detrattori: “Il tempo è galantuomo”
Il primo cittadino si è soffermato sulla questione “tempo”, che scandisce le vite di ognuno. E la vita di un Ente non è diversa. Il tempo serve anche a curare le ferite, non tutte per Falcomatà, e serve anche a cambiare le abitudini, “tranne quella del turpiloquio – aggiunge il sindaco – che continua ad essere presente in questa aula”.
“Questo Bilancio consente un ulteriore passo avanti nella stabilizzazione del lavoro nella città di Reggio Calabria. Oltre a mettere in sicurezza l’Ente ci consente di cancellare un pezzettino di precariato”.
Falcomatà si riferisce ai 110 Lsu che si aggiungono agli altri 108 stabilizzati sul finire del 2018 e per i quali è previsto un aumento di ore lavorative inserito in Bilancio, e la stabilizzazione di 39 lavoratori ex Sial (L.31 e L. 15).
L’argomento gli è servito per dare corpo al suo articolato intervento che è parso dominato dal sentimento di rivalsa nei confronti di avversari ed ex alleati. Non a caso ha parlato di ‘Analfabetismo funzionale’, riferendosi ai consiglieri che ‘leggono ma non capiscono quello che leggono’. Suggerisce quindi di approfondire prima di esprimersi in aula. E poi passa al contrattacco:
“Il tempo è galantuomo: questo Bilancio afferma la veridicità e la trasparenza del modo di gestire la cosa pubblica della nostra amministrazione e fa chiarezza sui conti del Comune e su quello che abbiamo affrontato in questi anni. Il tempo ci richiama anche al fattore della memoria: non ci dobbiamo dimenticare da dove siamo venuti e le mistificazioni fatte in estate rispetto al Decreto Agosto”.
Il primo cittadino paragona i detrattori a “trasformisti scenici degni del miglior Gigi Proietti” che con il compianto artista hanno in comune solo “la capacità di farci ridere”.
Tra opportunisti e voltagabbana
Ieri 404 sindaci si sono presentati a Montecitorio per offrire una proposta al Governo rispetto alla situazione della sanità. Ma qualcosa a Falcomatà non è piaciuto:
“Lo hanno fatto i sindaci calabresi superando il silenzio politico di tutte le altre istituzioni nazionali. Lo hanno fatto mettendo da parte il colore politico ritrovando l’unità difronte alla tutela della salute dei cittadini. Nonostante avessimo chiesto che nessuno vi partecipasse abbiamo assistito alla presenza di tanti esponenti parlamentari che si dimostravano al fianco dei cittadini sostenendo la nostra battaglia. Ci siamo domandati tutti, dove eravate fino ad oggi?”
Per il primo cittadino, in quella piazza c’erano gli stessi parlamentari e leader politici che non solo non hanno sostenuto la proposta (Decreto Agosto) partita da Reggio Calabria, ma hanno votato contro, violando di fatto il patto di fiducia con i cittadini.
“Come fate a dire siamo al vostro fianco se fino a ieri avete provato ad affondarci. Abbiamo ascoltato alcuni interventi bizzarri, stravaganti, bislacchi, singolari. Avrei voluto chiedere il Var perché si fa fatica a capire certi interventi soprattutto da chi ha votato almeno 5 dei 6 bilanci di questa amministrazione, e se non li ha votati in Consiglio lo ha fatto in giunta e in Commissione. Dovremmo pensare che qualcuno ha parlato a muzzo e, per citare una frase in voga, vi invito ad indagare su voi stessi. Perché abbiamo sentito cose incomprensibili soprattutto da chi cambia idea per opportunismo, da chi da consumato giocatore d’azzardo aveva scommesso sul fallimento del nostro comune, sul fallimento di una intera classe politica preferendo giocare su altri tavoli. Ci dispiace, vi è andata male”.
I conti si fanno alla fine
Parlando di “conti sbagliati” indicati negli interventi dell’opposizione Falcomatà ha continuato con il suo duro attacco al trasformismo di chi “si è fatto male i conti”, e sperando nel dissesto e facendo il salto della quaglia ha pensato di rimanere a galla.
“I conti si fanno sempre nelle scale, e alla fine. Ci dispiace che non ci crediate a questo Bilancio, ma l’importante è che ci credano i cittadini”.
Falcomatà ha poi citato Dante per fare un parallelo con le condizioni della città che si ritrova in un “purgatorio figlio della tempesta perfetta degli ultimi anni”.
“Il purgatorio va attraversato e poi si può uscire a riveder le stelle. E metaforicamente dopo l’Inferno e il Purgatorio si arriva al Paradiso che politicamente è rappresentato dal poter lavorare per una città in cui i servizi pubblici siano efficienti, in cui migliori la qualità della vita, che non lascia indietro nessuno e crea opportunità per tutti”.
Infine l’esortazione ai consiglieri di opposizione e più in generale del centrodestra:
“Avete l’opportunità di rimediare. Di chiedere scusa alla città per quanto detto e fatto in questi mesi. Chi spera nel fallimento di un Comune auspica anche il fallimento della città stessa, e quindi abdicando a quello che dovrebbe essere il principale elemento di chi amministra la cosa pubblica, ovvero il raggiungimento del bene comune”.