Sistema idrico a Reggio, Brunetti esalta la Diga del Menta: Ecco gli step per uscire dalla crisi
L’ex delegato fa il punto della situazione ricordando il lavoro svolto in questi anni. Obiettivo Telecontrollo
28 Ottobre 2020 - 21:52 | di Claudio Labate
Nel secondo anniversario dell’attivazione dello schema della Diga del Menta, la città fa ancora i conti con la carenza idrica. Un male atavico della città che, le diverse amministrazioni che si sono succedute non sono riuscite a curare. E la rabbia dei reggini monta, stagione dopo stagione, e maggior ragione oggi dopo che la tanto agognata diga del Menta è entrata in funzione.
Paolo Brunetti, che fino a poche settimane fa deteneva la delega al servizio idrico nella prima amministrazione targata Giuseppe Falcomatà, vede il bicchiere mezzo pieno, pur non negando gli evidenti disagi che patisce ancora la città: Per lui l’inaugurazione e quindi la messa in funzione dello schema idrico del Menta “è passato sottotraccia, ma andrebbe catalogato tra gli eventi storici. Intanto perché in realtà non in tutta la città ci sono i problemi idrici; soffriamo una carenza al centro storico per una serie di problemi che vanno dalle condotte vetuste alla quantità di acqua che immettiamo nelle nostre tubature. Ma il dato importante dell’attivazione del Menta è quello che ci ha permesso di immettere nelle nostre condotte acqua di qualità, e di dismettere alcuni pozzi che emungevano soltanto acqua salata”.
Brunetti cita il caso di Santa Caterina, che “oggi ha acqua h24 di ottima qualità”, ma anche Sbarre e Gebbione dove storicamente l’acqua veniva chiusa quotidianamente.
Ma la verità è che la Diga non può fornire acqua a tutta la città. Brunetti cita quanto accaduto nell’ultima estate per dare la giusta dimensione allo schema idrico aspromontano: “Quest’estate si è contraddistinta per la siccità. La Sorical ad un certo punto ci ha detto che la sorgente del Tuccio (Bagaladi) che forniva acqua fino alla zona di Sarcinello di punto in bianco si era prosciugata. Ora, immaginate se non ci fosse stata la Diga del Menta cosa sarebbe successo. Fortunatamente grazie ai tecnici della Sorical siamo riusciti ad attivare l’erogazione del Menta anche sulla zona sud della città. Quindi è vero che ci sono stati i problemi nella zona sud ma la diga ci ha permesso di non patire più di tanto questa carenza”.
Tempo di programmazione
La cittadinanza però, dopo tanti anni in cui ha vissuto la Diga del Menta come un miraggio, ma anche la panacea di tutti i mali idrici di Reggio vuole sapere quali sono gli step necessari per raggiungere quantomeno la normalità, o autosufficienza.
Senza voler dettare la linea al nuovo assessore (Rocco Albanese) che si occuperà da oggi in poi della questione, ma solo sulla scorta di quanto fatto in questi anni, Paolo Brunetti traccia la strada da seguire: “Il primo step è quello di riuscire ad attivare il telecontrollo del Trabocchetto che può passare solo con finanziamenti mirati: nella zona di Eremo Condera circa 12 anni fa con i soldi del Decreto Reggio era stato creato questo fantastico centro di telecontrollo dal quale si gestiva l’intero sistema idrico della città. Sistema che ha funzionato per circa sei mesi solo nella zona nord, dopo di che è stato abbandonato e noi lo abbiamo trovato non funzionante. Abbiamo provato a riattivarlo ma servono risorse non indifferenti per farlo funzionare, ma è anche vero che questo ci consentirebbe di avere una gestione meticolosa del sistema idrico”
“Il secondo step, sul quale ci abbiamo lavorato e sono pronti i bandi per le gare, riguarda l’attivazione dei serbatoi costruiti e mai attivati con i fondi del Decreto Reggio. Sono sette serbatoi, ci abbiamo lavorato e per esempio su quello di via Lupardini, l’attivazione del ramo nord della Diga del Menta ci permetterebbe di fornire acqua potabile nella zona di Archi. Oppure Gallina Alta e bassa che ci permetterebbero di avere un volume superiore di acqua fornendo h24 la zona. Poi, c’è la questione che riguarda l’attivazione di condotte costruite e mai attivate. Lo abbiamo fatto noi a Pellaro, e con fondi della Regione siamo riusciti a cambiare tratti di condotta a Pettogallico, Gallico, Prumo, San Cristoforo e Sala di Mosorrofa”.