Via Stefano Cucchi, Il sindaco di Cinquefrondi: ‘Il trionfo della giustizia va ricordato’

Nel Comune in provincia di Reggio Calabria c'è una dedica speciale. Il sindaco racconta la scelta di 'Via Stefano Cucchi' e replica alle accuse di Klaus Davi


Via Stefano Cucchi.

Era l’ottobre del 2009 quando a Roma si consumò uno degli ‘orrori italiani’ che ha fatto il giro del mondo. La storia del geometra romano, arrestato per droga, morto dopo una settimana di custodia cautelare in seguito ad un pestaggio dei Carabinieri ha fatto il giro del mondo. La verità, però, non è arrivata così facilmente: ci sono voluti circa 10 anni ed una tenacia senza fine da parte della famiglia che non ha perso le speranze di avere giustizia.

Da ieri, martedì 6 ottobre 2020, nel centro di Cinquefrondi c’è una strada intitolata proprio a Stefano. A dare la notizia, che in queste ore ha fatto il giro del web, è stata la sorella Ilaria, attraverso un post sulla sua pagina Facebook:

“Una via intitolata a Stefano. Grazie Michele Conia. Grazie Comune di Cinquefrondi. Vi voglio bene”.

Il Comune in provincia di Reggio Calabria aveva già da tempo messo in atto un lavoro di cambio toponomastico che includeva l’inclusione di vie significative dal punto di vista sociale e culturale. Nessun legame territoriale della famiglia Cucchi con la Calabria, ma un obbligo morale impossibile da non assecondare. Così il sindaco Michele Conia ha illustrato la vicenda ai microfoni di CityNow:

“Dedicare una via a Stefano è il segnale di una comunità che vuole riconoscere, anche a distanza di tempo, il trionfo della giustizia. Prima di avviare questo percorso, il Comune ha anche avvisato, in modo informare, il Comando locale dei Carabinieri di questa volontà, spiegando loro che non si trattava di “fare un torto a qualcuno”, ma semplicemente un gesto per scongiurare altre ingiustizie e non dimenticare mai quanto è accaduto”.

Il primo cittadino di Cinquefronti ha spiegato anche:

“All’interno della nuova toponomastica cittadina non c’è solamente Stefano, ma anche tanti altri personaggi importanti. Ci sono strade dedicate alla nostra Costituzione, così come alle vittime della mafia e della ‘ndrangheta”.

Botta e risposta con Klaus Davi

Così facendo, il sindaco Conia risponde anche ad un intervento di Klaus Davi. Il massmediologo, già candidato sindaco di Reggio Calabria, nelle scorse ore aveva commentato la vicenda di via Cucchi con queste parole:

“Leggo che un sindaco calabrese ha dedicato una via alla memoria di Stefano Cucchi. Sono a decine i magistrati, i carabinieri i poliziotti i giornalisti morti per mano della mafie e nessuno li ricorda. Nessuno dedica loro vie.

Non sono presenti nei libri di testo della scuola, vittime due volte  del più rivoltante negazionismo istituzionale e storico. La ‘Ndrangheta, tutte le mafie, sono il grande tema rimosso della compagna elettorale appena conclusa. Ma su questo alcuni   sindaci non si pronunciano! Chissà come mai”.

E la replica da parte dell’amministrazione comunale non si è fatta attendere:

“Se Klaus Davi cerca gloria, lo invitiamo a Cinquefrondi. Ancora una volta prevale la voglia di fare “notizia” senza prima informarsi. Comunichiamo al Signor Klaus Davi che l’Amministrazione Comunale di Cinquefrondi e, nello specifico la Commissione Toponomastica presieduta dallo stesso Sindaco e dall’Assessora al ramo Giada Porretta, hanno dato il giusto riconoscimento a tante persone da prendere ad esempio e meritevoli di essere ricordate.

Tra i tanti Giuseppe Valarioti, candidato al consiglio comunale di Rosarno ed ucciso dalla ‘ndrangheta, al Giudice Scopelliti ucciso dalla ‘ndrangheta, a Lea Garofalo uccisa dalla ‘ndrangheta, a Roberta Lanzino vittima di femminicidio, Anna Frank simbolo della Shoah, Alda Merini, Rita Levi Montalcini, Margherita Hack, Nilde Iotti, Frida Khalo, Rino Gaetano, Renata Fonte Assessora all’Ambiente uccisa dalla mafia. Abbiamo intitolato una via anche a tanti altri illustri cittadini e una alla nostra Costituzione perché è la vera strada della giustizia. È stato intitolato un Parco a Peppino Impastato, inaugurato alla presenza di S.E. il Prefetto.

Lo informiamo anche che questa Amministrazione, nel proprio Statuto Comunale, ha inserito la Costituzione di Parte Civile in ogni processo per reati di Mafia e di Violenza di Genere.

La nostra terra non ha bisogno di personaggi catapultati a fare i “moralizzatori”, in questa terra c’è gente che lotta da sempre contro la ‘ndrangheta, la mafia, la malavita e difende incondizionatamente le vittime di OGNI GENERE di violenza”.

Anche l’assessore delegato alla toponomastica ha voluto rispondere all’attacco del giornalista:

“Sono una donna, un’assessora e sono una militante, cresciuta sulla strada dei DIRITTI. Sono ORGOGLIOSA di aver intitolato una via a Stefano Cucchi, come lo sono per le vie intitolate alle vittime di ‘ndrangheta, di femminicidio ed ai tanti personaggi illustri che hanno segnato la nostra storia.

Klaus Davi, pronto a cavalcare l’onda del momento, questa volta casca male: dietro ogni intitolazione c’è lo studio di anni e, purtroppo per lui, non sono abituata a giocare di improvvisazione. Lo invito a studiare la nostra delibera – per evitargli lo sforzo di andarla a trovare scrivo direttamente qui il numero, D.C.C n°71 del 18/12/2019 – e a rettificare quanto dichiarato perché purtroppo l’ossessione mediatica l’ha portato a fare l’ennesima figuraccia”.

Il sindaco, invece, ha affermato:

“Comprendo che il Signor Klaus Davi sia venuto in Calabria per cercare gloria e, secondo lui, per darci lezioni morali. Vorrei perciò aiutarlo invitandolo a Cinquefrondi per visitare la scalinata con le frasi di Peppino Impastato o la Scalinata dei Diritti, offrirgli un caffè a Parco Impastato e poi fare una bella passeggiata nelle vie che abbiamo intitolato alle vittime di ‘ndrangheta e di mafia; alla fine del percorso gli faremo leggere quanto abbiamo previsto nello Statuto Comunale e gli consentiremo, per un altro po’ di notorietà, un selfie in un luogo a sua scelta nella nostra cittadina.

Visto il suo impegno antimafia mi sarei aspettato una visita del Signor Klaus Davi quando ho ricevuto le minacce di morte o quando una bomba ha fatto saltare la mia macchina, ma probabilmente, in quel periodo era impegnato in qualche TV di Berlusconi e Dell’Utri”.