Rientro a scuola, le liste di Pazzano: ‘I tempi biblici della burocrazia reggina’
"Siamo costretti a registrare le ataviche incapacità della burocrazia comunale reggina". La nota de 'La Strada e 'Riabitare Reggio'
16 Settembre 2020 - 16:10 | Comunicato
Il 24 settembre inizierà nella Regione Calabria l’anno scolastico e tutto dovrebbe essere pronto per accogliere i nostri figli e le nostre figlie nelle scuole, garantendo loro non solo la massima sicurezza per il contagio da coronavirus, ma soprattutto gli strumenti necessari per un corretto percorso formativo.
Invece, a pochi giorni dall’apertura delle scuole, scopriamo che mancano gli spazi adeguati oltre che gli strumenti e che i nostri figli e le nostre figlie, anche i/le più piccoli/e, saranno costretti/e a fare i doppi turni con rientri pomeridiani, con notevoli conseguenze in termini di didattica e di socializzazione oltre che in termini di costi sociali, specie per le fasce più fragili.
E ancora una volta siamo costretti a registrare le ataviche incapacità della burocrazia comunale reggina – e con essa degli amministratori comunali – a rispondere alle emergenze che si impongono in periodo di pandemia. L’apparato burocratico comunale, in luogo di procedere per tempo a reperire locali idonei a svolgere le attività didattiche, si è risolto solo in data 7 settembre a pubblicare un avviso pubblico finalizzato al reperimento di locali ove ubicare temporaneamente delle aule.
Nella premessa del provvedimento si dà atto delle richieste avanzate dai dirigenti scolastici, senza però specificare a quale periodo le stesse risalgano; è facile dedurre che saranno state formulate prima dell’inizio della stagione estiva e solo adesso, a pochi giorni dall’inizio delle lezioni scolastiche, l’amministrazione compie i primi passi per il reperimento dei locali idonei.
Se si tiene conto che l’avviso indica la data dell’11 settembre come termine ultimo per comunicare la disponibilità degli alloggi da parte dei proprietari, appare inevitabile che tutti gli adempimenti successivi necessari a rendere operativi e funzionanti gli eventuali spazi acquisiti non potranno definirsi con l’apertura dell’anno scolastico (sopralluoghi, valutazione economica, eventuali interventi richiesti, arredi etc.), con grave danno per gli scolari della nostra città.
Ci domandiamo perché solo il 7 settembre si sia avviata la procedura di reperimento di spazi per la didattica, a fronte di una problematica ben nota sin dal mese di giugno, quando a gran voce si invocava la ripresa dell’attività didattica, oltre che delle richieste inoltrate dai dirigenti scolastici. Ci chiediamo anche se siano stati previamente valutati interventi su immobili di proprietà del comune.
Gli amministratori comunali non pare abbiano diligentemente vigilato sull’operato dei propri uffici, se la macchina amministrativa si è messa in moto solo ora.
Gli enormi disagi derivanti dalla mancanza di locali idonei si ripercuoteranno sulla didattica e sulla formazione dei nostri figli e delle nostre figlie, il cui diritto allo studio non può essere ulteriormente negato o strutturalmente ridotto. Questo dovrebbe essere centrale per un’amministrazione comunale, perché la città è di tutti e non può, e non deve, lasciare indietro o abbandonare i suoi cittadini e le sue cittadine più piccoli/e.